La leggenda dell'albero di Natale

Visto che siamo nel periodo pre natalizio (malgrado i miei malumori lunatici, che però vanno sù e giù...) volevo postare una bella storia natalizia, una di quelle che piacciono tanto ai bambini (ed agli adulti, certo..) in questi giorni.


La storia perfetta l'ho trovata qui, dentro uno dei miei siti germanofili preferiti (dove potrete leggere anche la versione tedesca e tante altre simpatiche storie e ricette natalizie) ed io l'ho semplicemente accorciata un po' ed adattat a questo spazio.


Buona lettura a tutti.


Il primissimo albero di Natale


Babbo Natale stava attraversando il bosco. Era di cattivo umore. Il suo cagnolino bianco, che di solito gli correva davanti con gioia, se n'accorse e s'insinuò dietro il suo padrone con la coda tra le gambe.Non provava più soddisfazione nel suo lavoro. Tutti gli anni era la stessa storia. Non c'era più entusiasmo. Giocattoli, cibi, alla lunga non servivano più. I bambini si divertivano certamente, ma lui voleva che urlassero, esultassero, e cantassero, ma ormai lo facevano sempre più di rado.

Babbo Natale si era lambiccato il cervello tutto il mese di dicembre per escogitare qualcosa che riportasse la vera gioia natalizia nel mondo dei bambini, una gioia a cui prendessero parte anche gli adulti. Ma niente.
Così procedeva faticosamente dentro la foresta innevata, fino a quando non giunse ad un incrocio. Lì aveva un appuntamento con Gesù Bambino, con il quale si consigliava sempre sulla distribuzione dei doni.Già da lontano vide che Gesù Bambino era già arrivato, perché in quel punto c'era un chiarore luminoso.

Il Bambin Gesù indossava un abitino bianco di pelliccia e il suo volto era tutto un sorriso: "Come va, vecchio mio?", chiese Gesù bambino. "Hai la luna storta?" Allora se lo prese a braccetto e andò via con lui. Dietro di loro trotterellava il cagnolino, ma non sembrava più triste e la coda ora era alzata, baldanzosa.
"Sì", disse Babbo Natale, " non mi diverto più. Che sia colpa dell'età o d'altro, non lo so. Il fatto è che dopo i dolcetti, le mele e le nocciole, è finito tutto. Finiscono di mangiarle e la festa è finita. Bisognerebbe trovare qualcosa di nuovo."Gesù Bambino fece un cenno di approvazione con la testa ed assunse un'espressione pensierosa; poi disse: "Hai ragione, vecchio mio, ci ho pensato anch’io, ma non è così facile." "E' proprio questo" brontolò Babbo Natale, "sono ormai troppo vecchio e troppo sciocco. Mi è già venuto un bel mal di testa a forza di pensarci, ma non mi viene in mente proprio niente di divertente".

Pensierosi, andarono entrambi attraverso il bosco bianco, Babbo Natale con il volto burbero e Gesù Bambino meditabondo. Nella foresta tutto era silenzioso, non si muoveva niente, soltanto quando la civetta si sedeva sopra un ramo, cadeva, con un rumore sommesso, un pezzetto di quella specie di decorazione che forma la neve appena caduta. La luna splendeva chiara e luminosa, tutte le stelle luccicavano, la neve pareva argento e gli abeti stavano lì, neri e bianchi, era proprio uno splendore.

Un abete alto cinque piedi che stava da solo in primo piano appariva particolarmente incantevole. Era ben proporzionato, su ogni ramo c'era una striatura di neve, sulle punte dei rami dei piccoli ghiaccioli, e così scintillava e luccicava al chiaro di luna. Gesù Bambino lasciò andare il braccio di Babbo Natale e diede un piccolo colpo al vecchietto in segno d'intesa, indicò l'abete e disse: "Non è semplicemente meraviglioso?" "Sì", disse il vecchietto, "ma questo a cosa mi serve?". "Tira fuori un paio di mele", disse il Bambin Gesù, "mi è venuta un'idea."Babbo Natale fece una faccia stupita perché non riusciva a immaginare come a Gesù Bambino fosse venuto voglia di mangiare delle mele ghiacciate con quel freddo.

Staccò la sua cinghia, adagiò il suo enorme sacco nella neve, frugò dentro e allungò un paio di belle mele."Adesso tagliami qualche cordicella in due pezzi lunghi un dito e fammi dei piccoli paletti", disse Gesù Bambino. Al vecchietto tutto questo parve un po' buffo, ma non disse nulla e fece quello che gli aveva detto Gesù Bambino. Quando ebbe preparato le cordicelle e i paletti, Gesù Bambino prese una mela, gl'infilò dentro un paletto, legò attorno il filo e lo appese ad un ramo.

"Così", disse, "ed ora tocca agli altri e tu mi puoi aiutare, ma fa attenzione, che non cada giù neppure un fiocco di neve!" Il vecchietto lo aiutò, sebbene non sapesse perché, ma la cosa lo divertiva e non appena l'intero alberello fu carico di belle mele rosse, si allontanò cinque passi, si mise a ridere e disse: "Guarda, quanto è grazioso! Ma che senso ha tutto ciò?". "C'è proprio bisogno che tutto abbia uno scopo?" rise Gesù Bambino. "Stai attento, che lo faccio ancora più bello. Adesso dammi anche le nocciole!"

Il vecchietto fece scivolare fuori del suo sacco delle noci e le diede a Gesù Bambino. Infilò in ognuna un bastoncino, ci attaccò un filo e l'appese tra le mele. "Cosa ne dici adesso, vecchio mio?" domandò, "non è la cosa più bella del mondo?". "Si", disse, "ma non so ancora..." "Vieni dai!" rise Gesù Bambino. "Hai delle luci?".Ora, l'alberello stava lì sulla neve, dai suoi rami innevati facevano bella mostra di sé le mele rubiconde, le nocciole d'oro e d'argento brillavano e luccicavano, e le candele di cera gialle ardevano festosamente.Con il suo viso bianco e roseo Gesù Bambino era tutto sorridente e batteva le mani, il vecchio Babbo Natale non sembrava più così di cattivo umore e il cagnolino saltava di qua e di là e abbaiava. Quando le luci ebbero finito un poco di bruciare, Gesù Bambino agitò le sue ali d'oro e d'argento e le luci si spensero. Disse a Babbo Natale di segare l'alberello con cura.

Poi scesero entrambi dalla montagna portandosi dietro l'alberello variopinto. Quando arrivarono al paese tutti dormivano. Si fermarono alla casa più piccola. Gesù Bambino aprì la porta piano piano ed entrò; Babbo Natale gli venne dietro. Nella stanza c'era uno sgabello a tre gambe. Lo misero sul tavolo e c'infilarono l'albero. Babbo Natale pose sotto l'albero ancora tante belle cose, giocattoli, dolci, mele e nocciole, e poi tutti e due lasciarono la casa in punta dei piedi, come erano entrati.Quando l'uomo a cui apparteneva la casetta, la mattina seguente, si svegliò e vide l'albero variopinto, rimase stupito e non sapeva che cosa dire.

Accese le luci dell'alberello e svegliò la moglie e i bambini. C'era una tale atmosfera di gioia nella casa come non c'era stata mai durante i Natali passati. Nessun bambino badava ai giocattoli, ai dolci, e alle mele, tutti guardavano solamente l'albero con le luci. Si presero per mano, ballarono intorno all'albero e cantarono tutti le canzoni di Natale che sapevano.

Quando fu giorno pieno vennero gli amici e i parenti del minatore, guardarono l'alberello, si rallegrarono e andarono subito nel bosco, per andare a prendersi anche loro un alberello per i loro bambini. Le altre persone che videro questi, li imitarono, ognuno si prese un abete e lo decorò, chi in un modo, chi in un altro, ma luci, mele e nocciole le mettevano tutti quanti. Quando si fece sera ardeva in tutto il villaggio, casa per casa, un albero di Natale, dovunque si sentivano canzoni di Natale e il giubilo e le risa dei bambini.

Da lì l'albero di Natale ha fatto il giro di tutta la Germania e da lì del mondo intero.

Commenti

desaparecida ha detto…
Mi hai emozionato con questo racconto.
L'ho letto totalmente rapita dalla sua calda atmosfera di neve,complicità e intesa.
Perchè solo questo dovrebbe essere il natale,non i regali,non lo shopping forsennato...ma solo un modo per farmarsi davanti le lucine colorate...e sentirsi felici di questa intima quiete.

Posso abbracciarti fabiuccio?...è un post bellissimo.
Spero che almeno lo scriverlo...ti abbia fatto sorridere.

Un po' di ronf-ronf per te!
Anna Maria ha detto…
Mi è piaciuto tantissimo! Ho immaginato tutto il villaggio illuminato (ma anche la foresta senza più alberi o.O)
;)
Esse ha detto…
Che calore.
Questo è il mio primo natale "al caldo", ed è davvero strano pensare di passarlo andando al mare.
Ma l'albero e il presepe, sono proprio lì, accanto al camino spento, perchè natale lo facciamo noi e non il clima.
grazie
NADIA ha detto…
BEL RACCONTO!!!!
BUON NATALE FABIO, PASSALO TRANQUILLO E SERENO!!!!
TI ABBRACCIO FORTE!!!!
Back in the USA ha detto…
Che bella storia, non la conoscevo. Grazie per le sensazioni.
Ti auguro un tranquillo Natale e che il magone venga spazzato via dal nuovo anno.
Bacini
Koala
Camu ha detto…
Lo so che il presepe per alcuni è molto importante, ma senza albero che Natale è!!!!!e poi se come dicono le previsioni arriva anche la neve questo sarà un Natale perfetto!!!!!!
Carina la storia!!!!
marge ha detto…
L'albero di natale è un'invenzione tedesca allora!!!

Buon Natale e su con il morale!!!
Neverland ha detto…
Una storia davvero emozionante, lo considero un regalo di Natale, non la conoscevo! Grazie, ti auguro Buone feste!!
AndreA ha detto…
Beeeeello :-)

Un abbraccio ... ;-)
Bastian Cuntrari ha detto…
Grazie, Fabio! Tu e il tuo albero mi avete riscaldato... nel vero senso della parola! Ti abbraccio e ti auguro buone feste senza montagne russe...
Bastian Cuntrari ha detto…
COMUNICAZIONE DI SERVIZIO: HAI VINTO IL PREMIO DARDOS
fabio r. ha detto…
@tutti: bella vero? ha emozionato anche a me, lo confesso, quando l'ho scovata tra le pagine di "Viaggio in Germania"... e l'ho proposta anche a scuola con successo!!
Poi..sarà perchè Natale si avvicina (nevica anche sul blog, visto?) allora ho deciso di dare una speranza anche al mio vecchio cuore malato..
Auguri a tutti e grazie (@bastian anche per il premio)

Post più popolari