L'ultima lezione - Se...

Leggendo i vari blog (tra cui quello Beppe Grillo) ho scoperto che più o meno un anno fa' moriva Randy Pausch, il professore americano amatissimo dai suoi studenti che - consapevole della sua ineluttabile morte per cancro - decise di tenere un'ultima lezione, una Lectio Magistralis, come quelle che i decani decidono di tenere all'università prima di andare in pensione e lasciare i propri studenti (ho ancora negli occhi e nel cuore quella su Hamlet del grande Agostino Lombardo a Roma..).
Solo che Pausch non è andato in pensione, è morto. Eppure, coraggiosamente, rimanendo fedele alla sua natura "didattica", decise di fare una Lecture in diretta TV (tra il pubblico si vede anchela famosa Ophra Winfrey), uno straordinario discorso dedicato all'eredità che avrebbe lasciato ai suoi sudenti, ed ai suoi figli...
Oggi l'ho rivista su YouTube ed ammetto di essermi commosso. Forse perchè anch'io insegno, e vorrei essere ispirato come lui, forse perchè alla morte io ci penso spesso (troppo per alcuni..) e poi perchè la sua lucida, pertinente logica e la sobria intelligenza mi spiazzano ancora, di fronte all'idiozia del mondo che ci circonda. Mi viene da piangere e mi assale la rabbia ascoltando le sue parole, e facendo automaticamente il confronto con la povertà culturale e politica di questi tempi...
Poi ho ripensato a Ruyard Kypling ed alla sua famosa lettera al figlio (nota come If, Se in italiano) dove lo scrittore delinea l'eredità da lasciare al proprio figlio dopo la sua morte ed ho ricollegato le cose.
La poesia la voglio trascrivere qui, per quelli (pochissimi credo) che ancora non la conoscono, e poi - se avete voglia e tempo - godetevi anche il video:

If

If you can keep your head when all about you are losing theirs and blaming it on you; If you can trust yourself when all men doubt you, but make allowance for their doubting too; If you can wait and not be tired by waiting, or, being lied about, don't deal in lies, or, being hated, don't give way to hating, and yet don't look too good, nor talk too wise; If you can dream - and not make dreams your master; if you can think - and not make thoughts your aim; If you can meet with triumph and disaster and treat those two imposters just the same; If you can bear to hear the truth you've spoken twisted by knaves to make a trap for fools, or watch the things you gave your life to broken, and stoop and build 'em up with wornout tools; if you can make one heap of all your winnings and risk it on one turn of pitch-and-toss, and lose, and start again at your beginnings and never breath a word about your loss; If you can force your heart and nerve and sinew to serve your turn long after they are gone, and so hold on when there is nothing in you except the Will which says to them: "Hold on"; if you can talk with crowds and keep your virtue, or walk with kings - nor lose the common touch; if neither foes nor loving friends can hurt you; if all men count with you, but none too much; if you can fill the unforgiving minute with sixty seconds' worth of distance run - Yours is the Earth and everything that's in it, and - which is more - you'll be a Man my son!


Commenti

rom ha detto…
E' sempre un conforto, un padre come Fabio Kipling.
Gianna ha detto…
Anch'io mi sono molto commossa.
amatamari© ha detto…
Davanti alle persone che riescono a trasformare la loro malattia in un percorso di vita che generosamente ci donano, ho sempre una profonda sensazione di gratitudine: l'insegnamento ed il loro essere si fondono ed è la grandezza del loro animo che lo consente.

Grazie.
Ornella ha detto…
Oh, Fabio, grazie per avermi dato l'opportunità di vedere questo video. Inutile dirti che mi sono commossa profondamente. Che grande lezione per tutti noi e che consolazione sapere che al mondo possono esistere persone simili, soprattutto se pensiamo allo schifo che ci circonda. Il messaggio lasciato ai suoi figli permetterà di certo loro di crescere, orgogliosi, sull'orma da lui tracciata.
ziamaina ha detto…
Bella lezione, in tutti i sensi.
Grazie per averla condivisa, anche con me.

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