Appunti Berlinesi

LUOGHI:
Secondo il poeta Jean Paul "Berlino è più una parte del mondo che una vera città", ed io lo posso confermare nel modo più assoluto.
Berlino trascende il concetto di città, è più un percorso ad ostacoli nella storia, una passeggiata nel tempo, è come una donna che ci sorprende ogni volta con una nuova acconciatura, nuovi abiti, un nuovo look, per cui quasi non la riconosciamo più dall'ultimo incontro..
Sono passati pochi anni dalla mia ultima visita, eppure continuo a scoprire angoli e quartieri nuovi, case e colori, sensazioni, odori, sapori diversi ogni volta che giro l'angolo di questa metropoli del moderno.

Il passato Guglielmino si riflette nel quartiere Mitte, con i suoi lunghi viali a prova di marce prussiane, le architetture neoclassiche di Schinkel, la perfezione schematica di una città progettata a tavolino. Questo progetto trova il suo frutto più compiuto a Gendarmenmarkt, dove si percepisce quasi un'ossessione per la simmetria monumentale, per cui tutto si bilancia e si "misura".


La Mitte, con la Porta di Brandenburgo, il Reichstag, l'Università Humbold, fino all'isola dei Musei è una pagina aperta di un libro d'architettura, dove tra le righe si legge l'invidia per la gloria imperiale di Roma, o forse di Atena, e la piccola Sprea si erge allora ad Ellesponto, mimetizzandosi tra i marmi dei palazzi imperiali, fingendosi Acropoli prussiana.


Il lungo, sfarzoso Unter den Linden si incrocia con l'altrettanto lunga ed importante Friedrichstrasse, che porta fino al celebre Checkpoint Charlie, un tempo confine inviolabile tra est ed ovest, oggi mera quinta cinematografica con tanto di comparse vestite da soldati e gabbiotto per improbabili sentinelle che rilasciano passaporti falsi della DDR a 5 euro. La divisione, il dramma di una generazione si fa merchandising.

Potsdamerplatz oggi è uno spicchio di futuro circondato dal passato: Renzo Piano ed Helmut Jahn hanno reinventato la geografia di un non-luogo, una delle piazze più vivaci del 900, il luogo narrativo di Döblin, la metafora stessa del moderno e dell'oggettività letteraria, fu completamente spazzata via dal muro, ridotta a terra di nessuno. Oggi c'é un'altra piazza, anzi non c'è una piazza, ci suono edifici, palazzi, cupole in acciaio e vetro, una filarmonica che sembra contrappuntare la vecchia nel Tiergarten, centri commerciali e tanto spazio. Unico testimone del passato l'orologio verde, che negli anni '20 segnava il centro esatto del caos stradale, oggi relegato in un angolo, come un bambino caduto e ferito, seduto ai margini del campo, mentre gli amici giocano ancora.



Kreuzberg e Prenzlauerberg sono i quartieri rinati dalle ceneri della DDR, cristallizzati negli anni della divisione, magicamente intatti accanto al muro. Kreuzberg per anni è stato il quartiere off, delle case abitate solo dai Turchi, dei centri sociali che nessuno voleva, e che quindi si appoggiavano al muro, quasi a cercare un supporto fisico al loro isolamento dalla borghesia, in una sorta di auto-esilio ai margini del mondo.

Oggi i colori e gli odori sono ancora quelli, una piccola Ankara sulla Sprea, con tinte vivaci sulle pareti scrostate dei palazzi, a stento restaurati, piuttosto lasciati vivere nella loro memoria degli anni '70, quasi un monumento della ribellione ad uso turistico. For you eyes only.
Nella S-Bahn passiamo accanto all'Oberbaum Brücke, vicino alla East Side gallery, oggi assurta a vera e propria Disneyland dei graffiti sul muro. Le voci dei passeggeri si confondono, ed il tedesco con accento turco prevale. Si nota una ragazza, dai chiari tratti mediorientali, gli occhi neri come la notte, che parla con un delizioso accento turco-tedesco. Figlia dell'integrazione, manifesto vivente di quel miltikulti che ha prodotto Fatih Akin e la nouvelle Vague di Berlino.

Kreuzberg, il quartiere mediorientale si caratterizza però anche per il Museo di Libeskind dedicato alla comunità ebraica, con le sue forme spezzate, nude, fredde come il cemento e l'acciaio che lo definiscono da lontano. Un tuffo in un'altra memoria, una lunga passeggiata nella storia, fino all'Olocausto, al termine di un cammino forzato, che dispensa brividi e silenzi composti.

Prenlzauerberg è la nuova Kreuzberg: l'Oranineburgerstrasse con la sua Sinagoga scintillante, il vecchio quartiere dei granai (lo Sheunenviertel) e gli edifici cadenti risalenti alla DDR oggi è il covo della Szene alternativa, dei gruppi anarchici e neo punk che assediano i fantasmi del Tacheles, centro d'arte varia che somiglia più ad un palazzo di Beirut bombardato di recente, che non un centro sociale.
Scritte rivoluzionarie (che fanno tanto vecchio freak in pensione a dire il vero..), caffè storici (lo Zapata), e mercatini di cianfrusaglie politically uncorrect si accatastano nei vicoli e sulle strade. Il grigio dei palazzi in demolizione si alterna ai colori vivaci dei centri sociali e dei negozi di frutta. Ristoranti multietnici, dal kosher ebraico al turco, dall'indonesiano al Curry Wusrt, invadono con i loro profumi tutto il quartiere. Soul Kitchen non avrebbe potuto essere girato altrove !

Wilmersdorf e Charlottenburg sono invece i quartieri storici della vecchia Berlino Ovest: lo sfarzo della lunghissima Ku'damm, l'arteria principale costellata di Boutique e negozi alla moda, sfocia nell'opulenza di Breitscheidplatz, con lo Zoo proprio alle spalle, e le rovine della Gedächtiskirche che si affacciano sui doppioni in vetro blu.

Qui negli anni della divisione era la vetrina dell'occidente, qui tutto doveva essere più grande, più bello, più ricco, la ricchezza occidentale era costantemente sbattuta in faccia agli orientali, ed oggi di quel periodo restano le vie commerciali, le firme, la gloria consumistica del magazzino KaDeWe, vero e proprio emblema del miracolo economico degli anni '60, oggi superato da altri luoghi consacrati allo Shopping - a Potsdamerplazt e lungo la Friedrichstrasse - eppure ancora metafora di quegli anni.

LE PERSONE

I locali: I Berlinesi sono noti per la loro arguzia, il wit, generalmente cortesi, molto spiritosi, amanti dei soprannomi (la nuova cancelleria l'hanno ribattezzata la lavatrice della Merkel, la vecchia torre della TV l'asparago televisivo ecc ecc..) ed abituati a trattare con i turisti. Molto belle sono le facce di Kreuzberg, dove il mix etnico lascia il segno. Molti orientali in giro: l'hotel era praticamente gestito dai russi (sospettavamo fosse una copertura per la mafia..) che stanno acquisendo sempre più spazio nella capitale. Pochissimi alternativi in giro, l'aria pesante che circondava Christiana F. o - solo qualche anno fà - i quartieri esterni oggi è solo un ricordo. Anche i fricchettoni invecchiano...

Gli Italiani: o meglio le mie italiane. La classe femminile, la collega femminile: dire che mi sono sentito a disagio sarebbe ingiusto. Non è la prima volta che faccio la parte dell'asso di picche tra le donne di cuori... Le ragazze sono state semplicemente perfette, geniali a volte nella loro spontaneità, divertenti e molto pazienti, viste le condizioni meteo e le marce forzate a cui si sono sottoposte. A parte qualche ritardo assonnato al mattino (ma il minimo sindacale..) tutti gli spostamenti (e quanti!) sono andati lisci.
Purtroppo per alcune di loro il miglior compagno di viaggio è stato un medicinale astringente, visto che un malefico virus intestinale ha fatto più di una vittima, ed il panico da vomito istantaneo si è diffuso velocemente nella truppa.
Sacchetti di carta, di plastica, preziosi cimeli di uno shopping compulsivo (tra cui gli immancabili sacchetti dell'Hard Rock Cafè) sono stati le vittime inconsapevoli del visrus, sacrificati per la gloria in ogni luogo, dalla U-Bahn alle stanze dell'hotel. Più che un albergo un lazzaretto per alcune ore...
Ma nulla poteva fiaccare le nostre eroine, vigili e pronte all'ennesima marcia con il gelo ed il vento non appena un piccolo miglioramento è apparso in vista.
Brave !

Commenti

Brunhilde ha detto…
Che nostalgia.. eppure non sono ancora due anni dalla mia ultima visita. Avevo 21 anni quando ci sono stata la prima volta, a cercare l'origine di Achtung, Baby! e gli angeli di Wenders (tant'è, il primo monumento che ho voluto visitare è stata la Siegessäule..), ed ho trovato un Paese che mi ha conquistata.
Sono proprio felice che sia la capitale (una delle due) di mio figlio, e non vedo l'ora di portarcelo. Mi chiedo solo se vedrà prima Roma o Berlino, e quale amerà di più. Chissà.
Vincenzo Cucinotta ha detto…
A Berlino sono stato nel mitico 1989 della caduta del muro, anzi a poche settimane dall'evento (in settembre). Qualcosa di Berlino ho visto, compatibalmente con gli impegni lavorativi, ma un elenco così puntuale di quartieri e dettagli vari di Berlino mi potrebbe essere utile per una visita più sistematica.
mod ha detto…
oh fabio!
da hätten wir uns ja auch verabreden können, oder?!

berlin ist die schönste stadt der welt.

:) love, mod
Gianna ha detto…
Non sono mai stata a Berlino.
amatamari© ha detto…
Questo post è da stampare ed incorniciare!!!
:-)
Grazie per la condivisione!
Elisa ha detto…
Già al post riguardante il tuo ultimo viaggio in quel di Berlino mi ero promessa di andarci presto. Sono passati due anni e nel frattempo però c'è stata mia sorella... risultato? La voglia è salita e sale ancora!!
Bel post e grazie per aver condiviso tutto con noi!! :)
Back in the USA ha detto…
E bravo Prof! Adoro le gite estere e il coraggio dei Prof, di portare le greggi nei posti amati. Chissa' che anche io non riesca a coronare il mio sogno di un viaggio a Londra con alunni e figlia al seguito...
Baci
Curly ha detto…
Seguendoti su twitter speravo in un post su Berlino! :-) mi hai fatto venire ancora più voglia di vederla...
fabio r. ha detto…
@brunhilde: fortunato il figliolo! Berlino cambia di mese in mese quando ci tornerari (te lo auguro) lo vedrai da sola !
@vincenzo: 1989? allora devi tornarci. Il futuro è tutto lì e sta già diventando storia!
@Verpasst! Schade!
@stella: te la consiglio di cuore
@amatamari: grazie a te!
@elisa: grazie! usa gli appunti a mo' di guida allora :-)
@koala: diciamo che resisto dai.. a volte va meglio dipende dalle classi!
@daisy: DEVI andarci! assolutamente!
Moky in AZ ha detto…
Ma questo virus e' onnipresente e miete vittime ovunque!!
Certo che potresti scrivere una mini guida alla citta'... il bigino del viaggiatore!!
Prisma ha detto…
Berlino trascende il concetto di città, è più un percorso ad ostacoli nella storia, una passeggiata nel tempo, è come una donna che ci sorprende ogni volta con una nuova acconciatura, nuovi abiti, un nuovo look, per cui quasi non la riconosciamo più dall'ultimo incontro..

Ecco, sei riuscito a spiegare perfettamente perché questa città mi affascina così tanto! :)
Marlene ha detto…
son tornata a leggere, che adesso mi è tutto più chiaro e Berlino mi ha lasciato un bellissimo ricordo, o forse dovrei dire una marea di ricordi, proprio grazie al suo non essere mai uguale da un angolo all'altro.
p.s.: il falso passaporto io l'ho fatto, ma a "soli" 2 euro e 50 :D
Marlene
Unknown ha detto…
che emozione, passo dopo passo, foto dopo foto sono tornata con il cuore e la testa a Berlino. Che spettacolo di città. ;)

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