Il Re è Nudo, ma Venezia lo riveste...
Eccone comunque, come aperitivo, un piccolo riassunto (tratto da cinematitaliano.info) :
In una tarda serata del 1976, una televisione locale italiana trasmette un quiz dove i telespettatori da casa devono rispondere alle domande. Per ogni risposta corretta, una casalinga si toglie un indumento accennando una breve danza. Il format è molto semplice e lo spettacolo è ripreso in un normalissimo bar. Il giorno seguente ci sono proteste dalle aziende locali, perchè la gran parte dei lavoratori uomini non si sono presentati in tempo per il lavoro.
Nessuno allora avrebbe potuto immaginarsi che quello spettacolo in bianco e nero sarebbe stato l'inizio della rivoluzione televisione che avrebbe per sempre alterato l'intero sistema politico italiano, cambiando i valori e divenendo un potente strumento di governo per la nazione.
In una videocrazia la chiave per il potere è il possesso dell'immagine. Le persone che ne imparano ad utilizzare gli strumenti e ne comprendono i codici divengono leader prendendo il controllo. In Italia un uomo tiene il controllo ed il dominio dell'immagine da tre interi decenni, all'inizio come uomo d'affari e magnate televisivo, poi portando il suo paradigma culturale televisivo nella politica. Silvio Berlusconi ha creato una televisione che rispecchia il suo personalissimo gusto e le sue preferenze.
Oggi l'80% della popolazione italiana ha la televisione come prima fonte di informazione. La televisione è stata trasformata consapevolmente in un canale di marketing che raggiunge direttamente oltre 50 milioni di abitanti portando il messaggio alle masse: “divertitevi e dimenticatevi la dura realtà del momento”. La cosa più importante è essere notati; il regno delle star, i soldi e l'ammirazione delle persone arriva automaticamente.
Il regista Erik Gandini vive in Svezia e in “Videocracy” ritorna al suo paese di nascita osservando le conseguenze del flusso ininterrotto di immagini colorate, musica e ragazze quasi nude che ballano ed incoraggiano il pubblico a “divertirsi”, cioè il messaggio che ha formato e trasformato la sua generazione in cittadini della repubblica televisiva italiana, un paese dove il passo da showgirl e ministro delle pari opportunità è una cosa naturale. Cosa succede quando il divertimento non è più divertimento in una società governata dall'apparenza e dalla superficialità, dove il significato della parola scritta e parlata ha perso per sempre la sua importanza, sconfitto dalla forza dell'immagine?
Commenti
Credo di no, anche se in Italia il processo ha raggiunto uno stadio avanzato e ormai endemico.
Non mi arrenderò mai mai a questo nulla che avanza.
Vale: nel paese delle banane siamo noi, gli argentini.
Un bacio hermano.
Saluti
Un abbraccio! :-)