Memorie di un Natale irlandese

In questi giorni finalmente tranquilli passo un po' di tempo a riordinare parole, idee e memorie. Guardo delle vecchie foto che ho avuto la prontezza di scannerizzare prima che l'oblio e l'umidità strappassero via ogni colore, e la mente torna ad un Natale speciale, di tanti anni fa, anni che però a me sembrano solo giorni, mesi, e che si ravvivano nel ricordo ogni volta che leggo le pagine dei miei diari di viaggio di allora.

La mia personale topografia dell'anima si nutre di quelle immagini, dei ricordi, e delle sensazioni che si riaccendono all'improvviso, alla lettura delle mie parole, e che rianimano odori, suoni e colori all'improvviso.

Il primo viaggio "da grandi" che io ed i miei amici ci regalammo proprio nel Dicembre 1992, alla ricerca della nostra Irlanda, inconsapevoli sognatori di un Natale alternatico.
Nei giorni attorno al 25 Dicembre (e poi per Santo Stefano ed oltre) ci aggiravamo nelle brughiere dell'ovest, tra il Connemara e le contee di Clare e Mayo, come folletti cresciuti, affamati di leggende ed assetati di Guinness.
Mi è venuta voglia di trascrivere alcune pagine strappate da quel racconto, per inserirle nel mio personale subconscio frammentario, che è questo blog.

ENNIS
Nome profetico, piccolo borgo con strade in perenne salita e gente ubriaca alle sei della sera.
Una poliziotta (Garda) dai capelli rossi come la tragedia , parla troppo velocemente, accelerata dall’alcol trangugiato precedentemente e che ora traspira dalla bocca e dai suoi occhi verdi, umidi come la pioggia. Panino vegetale e Coca cola a cena, un pasto da Guru indiano nella terra delle praterie. Pub e musica dal vivo; una Guinness dura quasi un’ora, mentre la schiuma non sembra volere abbandonare la festa, e ci fa compagnia fino all ultimo sorso.
In camera a bere sidro e ad ascoltare altra musica, questa volta dalla tv, ma è un concerto classico per cambiare. Telefonate a casa, un augurio di buon Natale dalla terra di smeraldo, lontano dall’albero pieno di stelle, sotto un cielo lucente di astri del nord. Un tocco di Natale casalingo grazie a dolci a lungo portati nei sacchi, panpepato come nelle migliori tradizioni, sopravvissuto a due frontiere nazionali e a svariati controlli di cani anti droga.
CLIFFS OF MOHER
Nella nebbia persistente del mattino di Natale ci avviamo titubanti verso l’ultima Thule, chiediamo poche informazioni agli scarsissimi passanti che a queste latitudini già parlano gaelico.
E’ la porta dell’America, il mare dall’alto sembra già a stelle e strisce, mentre il vento sembra volerci trasportare verso il grande oceano. Siamo effettivamente giunti all’infinito, le vertigini sono anche spirituali, lungo le pietre ed il fango che ci porta attraverso percorsi altissimi.
I gabbiani sembrano volare impazziti verso scogliere, ed evitare il fragore delle onde, avvicinandosi pericolosamente alle rocce per poi ritirarsi improvvisamente in una folle virata contro la morte per acqua.
Un castello dalle porte chiuse è il muto testimone delle maree, dei tuffi per disperazione e delle navi spagnole passate nei secoli, ed ora dei fantasmi a passeggio tra le onde.
La voce altrui si ode appena, un sussurro gridato sopra l’America. Il viaggio che ci porta via dal cielo è di nuovo lungo stradine strette e minacciose, sentieri delle streghe, adatti solo alle scope unte di pozioni magiche... Distanti dal mare si odono ancora le onde ed i gabbiani, oppure sono le voci delle Banshees, dei tanti Tristani sbarcati ad Erinn per trovare Isotta.
BURREN
Ecco finalmente il Burren , quasi inatteso, improvviso dietro un’ennesima curva da crepacuore, dopo aver rischiato di investire chissà quale forma animale. Ecco i Dolmen, i sassi sacri al centro di un campo recintato da filo spinato, forse a proteggere druidi dormienti. Saltata la barriera siamo in mezzo alla leggenda, Dolmen veri e falsi, antichi e posticci, recentissimi, ci accingiamo a lasciarne uno anche noi a protezione del viaggio ed a memoria del nostro passaggio su questa pianura glaciale.
GALWAY
E’ sera a Galway, una notte umida e fredda si sta avvicinando a grandi passi e la nostra camera rispetta la temperatura esterna, poca la luce e bassi i termosifoni. In città solo le luci accolgono uno sparuto gruppo di italiani, quasi fantasmi tra strade e piazze deserte, accompagnati dalla Garda in macchina, da lontano. Poi lungomare, finalmente la sabbia a portata di mano, ed il mare, il porto e le luci, che , chissà perché, spingono a parlare di donne, mentre cani e padroni passano lungo i viali. Elemento talassemico a portata di mano, assente a lungo nel nostro tragitto, olfattivo, udito ma non visto.

Commenti

Baol ha detto…
"Il cielo d'Irlanda è un oceano di nuvole e luce
Il cielo d'Irlanda è un tappeto che corre veloce
Il cielo d'Irlanda ha i tuoi occhi se guardi lassù
Ti annega di verde e ti copre di blu
Ti copre di verde e ti annega di blu
Il cielo d'Irlanda si sfama di muschio e di lana
Il cielo d'Irlanda si spulcia i capelli alla luna
Il cielo d'Irlanda è un gregge che pascola in cielo
Si ubriaca di stelle di notte e il mattino è leggero
Si ubriaca di stelle e il mattino è leggero
Dal Donegal alle isole Aran
E da Dublino fino al Connemara
Dovunque tu stia viaggiando con zingari o re
Il cielo d'Irlanda si muove con te
Il cielo d'Irlanda è dentro di te
Il cielo d'Irlanda è un enorme cappello di pioggia
Il cielo d'Irlanda è un bambino che dorme sulla spiaggia
Il cielo d'Irlanda a volte fa il mondo in bianco e nero
Ma dopo un momento i colori li fa brillare più del vero
Ma dopo un momento li fa brillare più del vero
Il cielo d'Irlanda è una donna che cambia spesso d'umore
Il cielo d'Irlanda è una gonna che gira nel sole
Il cielo d'Irlanda è Dio che suona la fisarmonica
Si apre e si chiude con il ritmo della musica
Si apre e si chiude con il ritmo della musica
Dal Donegal alle isole Aran
E da Dublino fino al Connemara
Dovunque tu stia ballando con zingari o re
Il cielo d'Irlanda si muove con te
Il cielo d'Irlanda è dentro di te
Dovunque tu stia bevendo con zingari o re
Il cielo d'Irlanda è dentro di te
Il cielo d'Irlanda è dentro di te"

L'Irlanda è da tanto tempo che è il mio sogno
rom ha detto…
Molto bello!
mod ha detto…
l'irlanda è respiro fresco per polmoni, anima e cuore.

ci ho passato degli autunni indimenticabili.

che bei ricordi!

son tornata in Italia. avevo bisogno di leggere i miei blog preferiti - come antidoto.

:) love, mod
giulia ha detto…
Che bello che hai questi quaderni per ricordare! Adoro l'Irlanda, ha qualcosa di magico.
ziamaina ha detto…
Andai in Irlanda nell'agosto 2002.
Inutile dirlo, in non ottima compagnia :-(
E questo, per quanto l'isola di smeraldo, sognata fin dall'adolescenza, fosse certamente all'altezza delle mie aspettative, ha purtroppo influito molto negativamente sull'esperienza viaggiante durante il suo svolgimento.
Per fortuna, come mi accade spesso, il tempo è poi stato molto utile per setacciare le parti brutte dei ricordi e conservare solo quelle belle.
Ho tentato molte volte di scrivere un post in merito: ma il mio ricordo è certamente meno poetico del tuo.
Anche se, ancora oggi, quando sento nomi come Cliffs of Moher, Burren o Ring of Kerry, l'impressione di quel vento che sa di antico, di quel verde che si perde nell'infinto e di quel senso di inspiegabile appartenenza ad un luogo mai visto prima torna a salirmi alla gola.
E rotola veloce in una lacrima, una perla salata rubata a quell'indimenticabile oceano irruento...
E' come esserci stati. Quasi ovviamente....

Auguri Fabio!!!!

Daniele il Rockdichter
la signora in rosso ha detto…
un natale speciale... bel post!
fabio r. ha detto…
@baol: dire che tutto è partito da lì, da Bubbola (e la Mannoia) sarebbe troppo, ma ha aiutato!
@rom: grazie
@mod: spero l'antidoto funzioni!
@giulia: già sono cocciuto e costante, mi porto sempre dietro le mie moleskine!
@ziamaina: solo chi c'è stato può capire il fascino in "toto", e l'importante è che i bei ricordi siano legati ai luoghi e non alle persone no?
@daniele: quasi, dichter.. ma credimi, una visita nella terra di smeraldo è un toccasana!
@sir: grazie
amatamari© ha detto…
Grazie per queste memorie di viaggio.
:-)
Prisma ha detto…
Che meraviglia... Un Natale alternativo così, davvero mi piacerebbe da matti viverlo! Chissà che prima o poi...

Grazie per aver condiviso i tuoi ricordi di viaggio!
Brunhilde ha detto…
Cliffs, Burren e Galway li ho visitati anch'io con Siegfried, nell'estate del 2008. Mi ricordo, ai Cliffs, di aver pensato anch'io all'America...

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