Strawberry Fields

"Ehi Mister Lennon! Stai per entrare nella storia!" David Chapman disse queste parole prima di sparare a JL nella notte di quel maledetto 8 Dicembre 1980.
John stava ritornando a casa, erano quasi le 11 di sera (in Italia le 5 del mattino, la notizia arrivò - senza la velocità del web - verso l'alba del 9 Dicembre) e cinque spari fermarono la vita di John, il "Beatle colto" di fronte al Dakota Building.

Ricordo esattamente quella mattina, mi sembra ancora di rivivere tutta la scena, come in un film in slow motion. Ricordo ancora la sensazione di impotenza, la stretta allo stomaco quando appresi la notizia in TV, penso fosse in un collegamento da New York per "Uno Mattina", durante una tradizionale mattinata invernale, non era ancora freddo, questo me lo ricordo bene, perchè indossavo ancora un giubbotto di pelle ed una felpa (Chevignon, per la cronaca) come andava di moda in quegli anni orribili.

Non riuscivo quasi a preparare lo zaino per andare a scuola, poi in piazza, ad attendere il bus, tutti noi, i ragazzini ed i più grandicelli - quelli che si sedevano sempre in fondo al bus, lasciando a noi pivelli i posti davanti - eravamo scossi. Chi - come me - aveva appreso la notizia dalla TV, chi ne sentiva parlare solo in quel momento, e qualcuno che nel proprio walkman aveva proprio la cassetta con Double Fantasy, l'ultimo album di John, uscito da appena un mese, con Woman e Starting Over, un titolo che John aveva scelto per sottolineare una specie di palingenesi artistica ed umana, e che invece a quel punto suonava beffardo alle orecchie dei suoi fan.

Arrivato in classe trovai M., il compagno melomane e musicalmente colto, che piangeva come un bambino, quasi fosse morto un parente stretto, e le mie amiche che cercavano di consolarlo, come delle mamme in miniatura, e quelle lacrime che scendevano a quel punto dagli occhi di tutti, contagiati dalla tristezza e dai ricordi musicali.
Forse quel giorno se n'è andata un po' della mia speranza giovanile, una piccola "perdita dell'innocenza", un processo lungo che poi negli anni mi renderà sempre più cinico e distaccato, e che mi vedrà rifugiarmi nell'ironia, nella distanza critica verso tutto e tutti.

A pensarci bene tutto è iniziato lì: la fine dei sogni della mia generazione - non a caso "Generazione X" - che non fece in tempo a godersi i Fab 4 e che passava gli anni nella speranza di un riscatto, temendo di affondare nella melma del consumismo e del kitsch, e sognando invece di assistere, ad improbabili reunions, per poter partecipare (almeno un po', ed in ritardo) alla festa delle utopie che caratterizzarono le generazioni precedenti.

Sono passati 30 anni, eppure sembra ieri. La ferita non si è più rimarginata.

Commenti

Lara ha detto…
Bel post, Fabio. Un ricordo che non si cancella, il crollo di un periodo in cui ancora si sperava.
La canzone "Immagine" è un vero e proprio inno per tutti i popoli.
Lara
Queen ha detto…
me lo ricordo anch'io, ero più piccola ma ci rimasi molto male!
post bellissimo
Elisen ha detto…
e se pensi a quel che disse l'assassino subito dopo c'è da gelarsi : io non ero nessuno prima di uccidere un grande come lui..
marge ha detto…
Ricordo anche io quel giorno, hai descritto molto bene quello che provammo in tanti !!
ziamaina ha detto…
Giaà, una delle tante nostre ferite, destinata a non diventare mai cicatrice...
Unknown ha detto…
io quel giorno francamente non lo ricordo, avevo cinque anni...ma ovviamente nel tempo ho letto, visto e ascoltato molto su quell'assassinio così assurdo. Molti hanno parlato di perdita dell'innocenza di un'intera generazione e tu l'hai raccontata benissimo.
mod ha detto…
ho visto l'altro giorno un documentario su lennon in cui c'era una intervista recente a chapman. agghiacciante. si sente tutt'oggi una specie di icona negativa. e gli sta benissimo.

give peace a chance!

love, mod
Moky in AZ ha detto…
Avevo 14 anni, ero in quarta ginnasio... amavo i Beatles da sempre e ero rimasta in stato di shock.
Negli ultimi giorno ho guardato i vari specials su CNN, le interviste a Yoko, ai colleghi con cui era in studio di registrazione in quel giorno... la storia di Chapman, della sua infanzia, adolescenza... il fanatismo religioso (e te pareva).
Che tristezza. Per fortuna abbiamo le sue canzoni e il suo messaggio.
fabio r. ha detto…
@LARA: grazie, i ricordi sono come i cioccolatini, si possono mangiare da soli ma è più bello assaggiarli insieme..
@queenB: grazie
@elisen: ho rivisto il film in questi giorni con chapman e le sue interviste, allucinante
@suysan: forse un po' tutti..
@ziamiana: già..
@TdM: già l'innocenza se ne va in molti modi
@mod: always. peace
@moky:almeno le canzoni non ce le porteranno via!
Bastian Cuntrari ha detto…
vero, Prof.: la ferita non si è più rimarginata. E in questi giorni prefestivi, in cui tiro fuori l'alberello finto editio minor e ho voglia di sentire canzoni di natale, tanto per non perdere l'abitudine (sana) di qualche lacrimuccia, ho ascoltato - come in un loop - "So this is Christmas". E l'effetto piagnarella è venuto fuori subito: mi ha fatto bene.
Marco ha detto…
Per quanto io per un pelo sia ancora annoverabile nella generazione X, i Fab Four non li ho vissuti neanche di riflesso... Mio papà ne era fan sfegatato, ma non mi ha contagiato, e Lennon l'ho sempre trovato troppo smielato per i miei gusti. Comunque, onore e rispetto per un grande!
Ciao ti volevo salutare, è un pò che non passo sono stato molto impegnato. Comunque è bello sapere che comunque ci siamo anche solo per un saluto.
ti abbraccio Sisifo
Mibemolle ha detto…
io forse ho quindici anni menodi te , a occhio...ma ricordo più o meno le stesse scene quando,nel piazzale del liceo, si diffuse la notizia della morte di Freddie Mercury...
e, poco tempo dopo, scene di vera isteria alla notizia del suicidio di Kurt Kobain... il tempo passa, gli idoli generazionali cambiano, ma le reazioni dei 16enni sono sempre le stesse...

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