La slavina.
Incipit: ho scritto questo post di getto, con la musica in sottofondo, quella che troverete qui in basso, se volete fate lo stesso. Alzate il volume delle casse, ma non troppo. E' meglio.
Grazie
Ma la slavina ti colpisce alle spalle, quando stai per uscire, quando il tuo quotidiano sta per diventare ieri, ti aggredisce vilmente, non la senti arrivare, ma il freddo, l'aria gelida sulla nuca, quella sì. Ed è troppo tardi ormai, non puoi evitarla.
Climbed a mountain and I turned around
And I saw my reflection in the snow covered hills
Till the landslide brought me down
Leggi un po', le notizie ti aggrediscono da ogni punto, il mondo vorrebbe sfondare la tua porta chiusa, ermetica, dove solo le note però hanno la combinazione della tua serratura. Continui a far entrare solo loro, i pensieri si fanno scudo dell'oblio.
Un nome, una "breve di cronaca" ti colpisce per un momento, un piccolo tweet, un link da aprire, un nome, un luogo che ti suonano familiari, sinistro.
Il vento gelido della slavina arriva all'improvviso, lo percepisci appena, hai un sospetto, giri la testa velocemente, per controllare, ma è già tardi.
Quel nome ti ricorda un volto, quel volto un viaggio, tanti viaggi, tanti discorsi "eruditi" e sarcastici, con bella musica in sottofondo. In fondo una breve esperienza, un anno passato insieme, in una scuola non nostra, in una città non vicina, in mezzo a tanti altri ci siamo trovati, amici, mai veramente amici, curiosi chiacchieroni, entrambi sognatori, entrambi traduttori, a parlare di musica, di figa, di alcol, di birre e di posti da vedere, mentre fuori del finestrino scorreva la pianura, ed i camion sfrecciavano più veloci di noi, che eravamo lenti, persino nel pensare.
Sognavamo di volare via, forse, consapevoli del nostro limite, dell'abiezione della nostra umanità. Era un gioco, non c'erano molte prospettive; mentre altri colleghi si sforzavano di resistere e partecipare a noi bastava uno sguardo per metterci a ridere, per prenderli un po' per il culo, sentendoci un po' alieni in un mondo strutturato.
Ti ho perso di vista, ti ho ritrovato, poi perso di nuovo.
Ma la nostra non era amicizia, era affinità elettiva, classica, d'autore, e questa non la puoi perdere col tempo, basta una scintilla e lei si riaccende.
Siamo state anime affini, e la cosa non mi spaventa.
And if you see my reflection in the snow covered hills
Well, the landslide bring it down
Oh, the landslide bring it down
La slavina.. sei stato tu, vero? confessalo! sei stato tu a smuovere la neve, la terra, a far alzare quello strano vento che ora mi colpisce, tu con il tuo volo d'airone, inatteso da molti. Non da me però. La terra si muove con l'aria, è solo questione di tempo. Mi hai preceduto forse. O forse no.
Ciao Piero.
Commenti
Affinità elettive, sogni infranti, quotidianità e ...
Ciao Fabio,
Lara
meravigliosa, benchè triste
ciao Piero
un abbraccio a te Fabio
Un saluto
Come la sorgente di ogni vera poesia...
Un abbraccio, caro Fabio, e avanti sempre e comunque, slavine permettendo...
un abbraccio cat-man, mod
grazie di nuovo a tutti.
In ritardo, ma col cuore, ti abbraccio... A big hug, brüderchen.
E perdona la lunga assenza.