Se Sessanta Sembran Scarsi

In chiusura di questo strano, temendo, pacifico, confuso, contraddittorio 2017 - prendendo spunto da una statistica che lamenta come gli italiani  leggano sempre di meno - ho iniziato a riflettere sulla mia particolare situazione di Alieno bibliofilo in Italia: quanti libri  leggo io? Quali libri ho letto nel 2017? Quali mi sono piaciuti di più? Quali di meno?




Un primo dato emerge da questa mia particolare, personalissima, statistica: LEGGO TANTO, forse troppo.
A volte mi sembra di vivere solo attraverso le vite degli altri (citando però un  bel film in questo caso), spiando le storie di persone e personaggi dal buco di una serratura scavata nella brossura dei volumi.
Altre volte mi torna in  mente una scena di quello strano film natalizio, molto  anni '80, che in Italia si chiamava stupidamente SOS Fantasmi, mentre in inglese Scrooged (e qui tutta la cultura Dickensiana del Natale emerge intatta..): il protagonista qui viene accusato da fantasma del Natale passato di aver avuto  esperienze  solo attraverso i programmi TV che vedeva da piccolo.

Ecco: sostituiamo la TV ai libri e C'est moi!
Questa furia legendi  mi spinge a scrivere (oddio, addirittura pensare) per citazioni letterarie, trovando inutile ogni forma personalissima di scrittura che non posso reputare originale, avendo nel corpo le stigmate delle letture passate, e quindi inaridendo ogni residua volontà di scrivere.

"Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto, io sono orgoglioso di quelle che ho letto"

Non l'ho detto io - again - ma Borges, quindi posso citarlo qui.

Dopo questa lunga ed inutile premessa arrivo al cuore della mia riflessione: dunque cosa e quanto ho letto?
Armato di buona volontà e di un po' di tempo, mi sono avvicinato con referenza alla mia libreria ed ho  fatto un rapido conto e controllo visivo: siamo più o meno a 60, tra piccoli e lunghi, interessanti e curiosi, saggi e romanzi, letture e riletture.

Cosa mi è piaciuto di più? Cosa avrei tranquillamente potuto evitare di comprare?
Beh, col senno di poi (ma come diceva Steve Jobs, il tizio che ha inventato la cosa su cui sto pigiando i tasti in questo momento..) "i puntini si possono collegare solo guardando al passato" quindi, osservando il mio personale percorso culturale-ricreativo del 2017, ecco alcuni titoli - in italiano  inglese e tedesco - che emergono tra gli altri, senza contare saggi letterari che leggo per lavoro ovviamente. Insomma, non una vera Top Ten (non siamo al David Letterman) ma ci va vicino:

1) Amati:
Paul Auster: 4 3 2 1
Whitehead: la ferrovia sotterranea
Chabon: Le fantastiche avventure di Kavalier and Clay
Don Winslow  TUTTO !
Bryson: Notizie da un grande paese
Steinbeck: TUTTO
Roth: il complotto contro l'America
J.S.Foer: Molto forte, incredibilmente vicino

2) Apprezzati
David Lodge: Ottimo lavoro professore
Thomas Brüssig: Sonnenallee
Dan Brown: Origin
Culicchia: essere Nanni Moretti
Raspi: Inox
Pirsig: Lo Zen e l'ate della manutenzione della motocicletta
DFW: la ragazza dai capelli strani 
Schneider: il rogo di Berlino

3) Letti per curiosità/lavoro
Arzeni: Berlino: un viaggio Letterario
Ishiguro: Il gigante sepolto
Wu Ming: L'eroe imperfetto
Masini: gli schiavi di Efesto
Augé: tra i confini

Il catalogo è questo, ma incompleto. Molti altri li ho letti per "lavoro", sia saggistica che romanzi in  alcuni casi, e poi ci sono momenti di un innamoramento assoluto per un autore che, dopo avermi stregato con un  libro, mi ha conquistato e convinto a leggere tutta la produzione (Don Winslow in questo caso), ed ancora ci sono molte riletture. 

Come si può notare io sono essenzialmente  un onnivoro, non disprezzo quasi nulla, anche se tendo - per deformazione professionale - a leggere più letteratura straniera che italiana. 

A volte ci sono state ri-letture: testi letti in gioventù, magari prestati ai tempi dell'università e mai tornati a casa  (libri del mio professore, volumi di Thomas Mann, saggistica anni 90...) e che ho ritrovato spesso on line. 

Poi c'è tutto il filone di storia (prevalentemente medievale e locale) che mi accompagna da anni e che forma  il secondo binario culturale, roba tosta, bella, libri che leggo sottolineando frasi e paragrafi, come se li stessi ancora studiando, ma è un mio vecchio vizio.

Buon 2018 e buone letture (poche e scelte, selettive o compulsive) a tutti per il nuovo anno, sempre però ricordandoci il caro, vecchio Decalogo del lettore di Pennac.

Fabio r 




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