Seriamente: voi chi scegliereste?
Il genio italico è da sempre frutto di "melanges" e contaminazioni storiche: dai "barbari" di Ravenna agli svevi in Sicilia, dalla scuola Federiciana di Palermo, alle influenze culturali arabe, dai contatti tra valli alpine al Chiantishire.
La stessa lingua italiana è il risultato di una sintesi tra varie forme di volgare, un Lombardo "risciacquato in Arno", un piemontese-sabaudo contaminato dal trasteverino-papalino, il sicilano che incontra il napoletano a Roma ecc ecc....
La ricchezza delle nostre "genti" è stata esportata, la manodopera, l'ingegno e la creatività tricolore hanno invaso la 5th Avenue, il Ku' damm e gli Champs Elysées (e i francesi che s'incazzano...).
La scuola italiana è uno specchio delle variazioni: il plurilinguismo in classe è una ricchezza, difficile da gestire, certamente, ma noi docenti possiamo (dobbiamo) avere gli strumenti giusti: la scuola non è più l'unica agenzia formativa della vita. I bambini entrano in classe dopo aver fatto il pieno di Albero Azzurro, di MTV, di Sanremo, delle voci al mercato, in strada.
Martin Lutero creò il suo tedesco ex novo: nel tradurre la Bibbia dichiarò di voler usare "..la lingua dei bambini in strada, dei venditori al mercato, delle mamme nei cortili.." e così fece.
I bambini devono esser aiutati, il carico di lavoro (spesso superfluo, credetemi, le scuole elementari sembrano sempre di più un grande magazzino delle sperimentazioni...) può e deve essere attenuato, la lingua italiana sarà veicolare, ma l'inglese, il francese, il tedesco e le seconde lingue possono sopravvivere anche senza questa mediazione.
Nei miei (pochi? tanti? ) anni di insegnamento ale medie ed alle superiori ho avuto Romeo, Artemida, Ergent, Addisu, Martens, ognuno con il proprio idioma, ognuno con una sua ricchezza, ognuno con le sue storie fatte di gommoni nel mare e di difficoltà, di povertà o di estraneità, apolidi eppure cittadini dl mondo, fieramente italiani, anche a scapito della legge.
Orgogliosi di raccontarmi queste cose in italiano, un italiano senza fronzoli, ma vivo e vivace, lontano 1000 miglia dal padano che vorrebbe imporsi al nord o dal burocratese di Motecitorio.
Oggi qualche testa...calda verde vestita ha deciso che per questi nuovi cittadini è tempo di creare classi-lager, o - se vogliamo - camere stagne, impermeabili, dove la maledizione di Babele non possa contaminare le italiche menti dure e pure...
Queste menti illuminate (spero presto anche dall'ictus...) non hanno la benchè minima nozione di didattica, della dialettica in classe, della scuola tout court.
Spesso sono semi-analfabeti, orgogliosi di sproloquiare in dialetto, vantando strane ascendenze padane senza accennare al fatto che i loro nonni forse venivano dalla Calabria....
Beh, io non ci sto!
Almeno a scuola voglio un'Italia colorata, multietnica, poliglotta, casinara e divertente, voglio ragazzi neri e gialli che giocano a scopone scentifico insieme durante una pausa, voglio belle ragazze medio orientali che ascoltano i loro Ipod con le coetanee pallide e bionde come Barbie.
Voglio un'Italia fatta di tanti, grandi, Balotelli e non di pochi, piccoli Borghezio.
E voi?
Commenti
;-)
Borghezio quella palla di lardo senza cervello, ma mandiamolo a..............o
un besito colorato!!!!!
Un saluto dal cyber caffè. Pronto saró nel mondo virtuale.
Un bacio.
Io ho una alunna cinese e una marocchina e le adoro tutte e due per il loro mondo che condividono con noi.
Quegli imbecilli dovrebbero tutti essere confinati in una brutta isola(non la mia), lontani da contaminazioni. Che liberazione....