Lacrime di un paese
In primo luogo ringrazio tutti quelli che hanno accolto il mio invito ad andare a visitare (e possibilmente pubblicizzare) il blog di Sameh: GAZA TODAY.
Ho visto con piacere che molti di voi hanno addirittura lasciato commenti sul post! Grazie!
Ho notato anch'io i problemi di connessione (o di server..) che rendono difficile iscriversi come follower, ma non importa, l'importante è cercare di stare vicino a chi come questo ragazzo prova "comunicare" la guerra attraverso le bombe.
Continuiamo così!
Ho letto con un peso nel cuore i suoi reports dei giorni precedenti, e - come già scritto in un commento al mio stesso post - i nomi, le facce, i luoghi che parlano di morte aldilà delle semplici, aride cifre sono dati VERI assolutamente tremendi, che rendono l'orrore di una guerra oltre ogni immagine...
La mia natura riflessiva e "citazionista" da buon epigono dell'amato Benjamin, mi ha spinto a rivangare altre immagini, altre terribili guerre, e così, nel ricordo, sono approdato alla Guerra dei 30 anni, un evento che nel 17° secolo sconvolse l'Europa intera, e che per crudeltà e costanza sembra avvicinarsi a questo tremendo, interminabile conflitto in quella che una volta era la Terra Santa.
La descrizione poetica della Guerra è quasi una contraddizione in termini, eppure alcuni grandi poeti hanno provato a portare sulla carta l'orrore e l'angoscia di una generazione intera che ha vissuto tutta la propria vita in guerra. Tra questi c'è Andreas Gryphius, e la poesia (che conosco bene, per frequentazioni letterarie ataviche) si chiama Tränen des Vaterlandes, ovvero Lacrime della Patria.
Beh, ho cercato di tradurla al meglio, e postarla qui, quale memento mori, segno letterario della terribile ripetitività della guerra in ogni epoca.
Se qualcuno fosse interessato questo è il testo originale (che qui vi risparmio, visto che è in tedesco del '600..).
Lacrime della patria
Siamo del tutto rovinati, anzi più che rovinati!
L’orda dei popoli superbi, i feroci i tromboni
La spada di sangue lorda , i tuonanti cannoni
han consumato il sudore e il lavoro e le provviste.
Le torri sono in fiamme, la chiesa è capovolta,
il municipio in macerie, i forti fatti a pezzi,
le vergini oltraggiate, e ovunque ci volgiamo
è fuoco, peste e morte che cuore e spirito attraversano.
Qui nella trincea ed in città scorre sempre sangue fresco.
Tre volte son passati già sei anni e la corrente dei fiumi
da cadaveri quasi ostruita lentamente scorre.
E taccio ancor di quel che peggio è della morte,
più orrendo della peste dell’incendio e carestie:
che anche del tesoro dell’anima tanti son depredati.
(traduzione a cura di Fabio Ronci)
Ho visto con piacere che molti di voi hanno addirittura lasciato commenti sul post! Grazie!
Ho notato anch'io i problemi di connessione (o di server..) che rendono difficile iscriversi come follower, ma non importa, l'importante è cercare di stare vicino a chi come questo ragazzo prova "comunicare" la guerra attraverso le bombe.
Continuiamo così!
Ho letto con un peso nel cuore i suoi reports dei giorni precedenti, e - come già scritto in un commento al mio stesso post - i nomi, le facce, i luoghi che parlano di morte aldilà delle semplici, aride cifre sono dati VERI assolutamente tremendi, che rendono l'orrore di una guerra oltre ogni immagine...
La mia natura riflessiva e "citazionista" da buon epigono dell'amato Benjamin, mi ha spinto a rivangare altre immagini, altre terribili guerre, e così, nel ricordo, sono approdato alla Guerra dei 30 anni, un evento che nel 17° secolo sconvolse l'Europa intera, e che per crudeltà e costanza sembra avvicinarsi a questo tremendo, interminabile conflitto in quella che una volta era la Terra Santa.
La descrizione poetica della Guerra è quasi una contraddizione in termini, eppure alcuni grandi poeti hanno provato a portare sulla carta l'orrore e l'angoscia di una generazione intera che ha vissuto tutta la propria vita in guerra. Tra questi c'è Andreas Gryphius, e la poesia (che conosco bene, per frequentazioni letterarie ataviche) si chiama Tränen des Vaterlandes, ovvero Lacrime della Patria.
Beh, ho cercato di tradurla al meglio, e postarla qui, quale memento mori, segno letterario della terribile ripetitività della guerra in ogni epoca.
Se qualcuno fosse interessato questo è il testo originale (che qui vi risparmio, visto che è in tedesco del '600..).
Lacrime della patria
Siamo del tutto rovinati, anzi più che rovinati!
L’orda dei popoli superbi, i feroci i tromboni
La spada di sangue lorda , i tuonanti cannoni
han consumato il sudore e il lavoro e le provviste.
Le torri sono in fiamme, la chiesa è capovolta,
il municipio in macerie, i forti fatti a pezzi,
le vergini oltraggiate, e ovunque ci volgiamo
è fuoco, peste e morte che cuore e spirito attraversano.
Qui nella trincea ed in città scorre sempre sangue fresco.
Tre volte son passati già sei anni e la corrente dei fiumi
da cadaveri quasi ostruita lentamente scorre.
E taccio ancor di quel che peggio è della morte,
più orrendo della peste dell’incendio e carestie:
che anche del tesoro dell’anima tanti son depredati.
(traduzione a cura di Fabio Ronci)
Commenti
Ho visitato il blog Gaza Today e, se benne non capisco l'inglese, le foto hanno parlato da sole. Quello fu sufficiente.
Devo dirti che mi sento l'essere più inutile come cittadina del mondo quando vedo queste cose e so che non poso fare niente, solo parlare o leggere sul tema. E questo non basta.
Un bacio hermano.
La storia dovrebbe insegnare, ma è la mente umana che non vuole imparare.
un abbraccio!!
Hasta siempre!!!!
Un abbraccio :)