Anni di piombo (del terrorismo e di altre sciagure)

Questa notte a Los Angeles, alla cerimonia degli Oscar, uno dei film in gara come miglior film straniero è il tedesco "La banda Baader Meinhof " (in originale "Der Baader Meinhof Komplex"), del regista Uli Edel, già noto per la versione cinematografica di Christiane F.

Un film che non ho ancor visto (attendo il DVD per aver l'audio anche in originale), ma di cui ho letto molto negli ultimi mesi, e che in Germania è stato accolto da pareri discordi, stimolando una serie di riflessioni pubbliche sulla revisione, l'analisi di quel periodo nero della BRD, che la letteratura (con Heinrich Böll in un'opera come L'onore perduto di Katharina Blum) ed il cinema, con Margarethe von Trotta ( film Anni di Piombo - die bleierne Zeit), avevano già analizzato retrospettivamente - ma non troppo - nel 1981.

In Italia il film non ha poi avuto molti riscontri, come invece mi aspettavo, viste le varie similitudini tra quella storia e molte storie del nostro passato recente, e nemmeno dopo il caso Battisti l'attenzione è cresciuta.

In patria il film (con ottimi attori, tra cui il famoso Moritz Bleibtreu, vera icona della Neue Deutsche Welle tedesca) è invece ancora al centro di vivaci dibattiti in TV, interessanti talkshow dove le opinioni pro e contro la lettura di quei fatti da parte del regista vengono civilmente espresse con dovizia di particolari, con pacatezza, anche da chi è stato vittima diretta delle azioni della RAF in quegli anni 70 - 80.

E' piacevole ed inusuale, per me italiano, ascoltare storici, giornalisti, testimomoni diretti discutere e prendere posizione rispetto ad uno dei periodi fondanti della moderna BRD, un'epoca che deve ancora essere del tutto "digerita" dalla storia ufficiale.
In queste trasmissioni, così come nelle analisi dei giornali, persone civili parlano e scrivono civilmente - seppure animatamente - delle tragedie familiari, della storia, e non urlano, nè si accapigliano o si buttano acqua in faccia..

Ed allora mi viene da pensare al nostro caso Battisti, o alle vicende relative agli appartenenti alle BR che qui da noi vengono trattate a suon di insulti, invettive, minacce, aut aut, nel migliore dei casi in una puntata speciale di Porta a Porta, con l'immancabile soubrette, i caciaroni rigorosamente dei 2 schieramenti alla Cencelli, il comico di turno ed un bel plastico tipo Cogne..

Ripenso al processo Sofri, ai tentativi di mettere la sordina ai timori, ai dubbi sollevati da alcuni (Dario Fo, tra gli altri) ed al sorriso sardonico del Bruno Vespa di turno che, tra un'idiozia e l'altra, fanno promozione ai loro libercoli indegni..... E capisco che l'Italia NON E' un paese normale.

In un paese normale dei film come Piazza delle Cinque Lune, o Romanzo Criminale dovrebbero spingerci a riflettere, magari a dubitare delle nostre certezze, che so'.. Persino ad incazzarci un po', chè fa sempre bene..

In questa Italia prevale invece il silenzio, o l'invettiva isterica alla "Sgarbi". I politici urlano di tutto, il termometro del consenso ormai si misura a decibel, nessuno discute, tutti pontificano.

Quindi ben vengano film, libri, articoli giornalistici che possano dare il La ad un esame più profondo di alcune ombre del nostro passato recente, anche se continuo ad essere pessimista sul risultato che queste voci potranno avere nel marasma quotidinao italico

Commenti

la signora in rosso ha detto…
l'informazione e gli approfondimenti non possono essere fatti da Vespa. Guardo sempre con molto interesse Minoli "la storia siamo noi.."
Anna Maria ha detto…
Chi ha voce potente incute terrore (complimenti per il titolo del post!) e di solito, che dica stupidaggini o frasi sensate importa poco, il risultato è il netto consenso degli altri.
Immagina una donna dalla voce sottile e stridula... appena apre la bocca di sicuro fa pensare "e questa che vuole dire?!" e secondo me non è sempre giusto questo atteggiamento.
(Possiamo cambiare il detto 'gli occhi sono lo specchio dell' anima?')

Ciao Fabio ^^
Camu ha detto…
La vera analisi storica non è un esercizio che in Italia si sa fare;siamo piuttosto inclini al revisionismo.
Un altro film denuncia che spesso finisce nell'oblio è i Cento Passi.
Aelys ha detto…
Bellissimo post, ma soprattutto grazie per avermi ricordato che stasera ci sono gli Oscar! Da quando vivo qui sono tutta contenta di non dover fare la nottata per vederli!
Barbara ha detto…
Anche io aspetto il DVD, anche perchè non ho mai approfondito questo aspetto della storia tedesca. Per quanto riguarda il nostro paese la ricerca storica è ancora difficile su questi temi, temi su cui si realizza ancora un pericoloso cortocircuito tra storia e memoria. Molti che si sono occupati del terrorismo, soprattutto rosso, sono gli stessi protagonisti di quegli anni e, anzichè offrirci il giusto distacco del ricercatore, ci regalano il sentito resoconto del testimone. Ottimo è il lavoro di Giorgio Galli, "Piombo rosso", un libro davvero interessante dove, tra l'altro, si considera l'ipotesi di "piazza delle cinque lune" una ipotesi da vagliare seriamente. Sul versante cinematografico ho davvero trovato bellissimo "Buongiorno notte" di Marco Bellocchio e lo hanno amato anche i miei studenti, ai quali l'ho fatto vedere lo scorso 9 maggio, in occasione del trentesimo anniversario della morte di Moro.
Grazie per la tua visita. Un abbraccio.
lindöz ha detto…
...
quanto mi sento ignorante.
Prisma ha detto…
La Banda Baader Meinhof l'ho perso per un soffio... Ma non ho intenzione di perdermelo.
Purtroppo temo che il livello del dibattito politico in Italia resterà sempre in bilico tra l'antiberlusconismo di facciata e demagogiche prese di posizione che riducono il tutto al trito e ritrito dividi et impera mascherato da fascismo vs. comunismo.
Siamo indietro anni luce rispetto ai Paesi Democratici... Mi chiedo come sia possibile che un paese come il nostro faccia parte dell'Unione Europea...
Marlene ha detto…
a me tante cosette sul nostro recente passato di attentati e piombo me le ha insegnate Lucarelli e il suo Blu Notte, insieme alla sua voce ipnotica e il suo modo di esporre chiaro e lineare.
anche se ormai sono della convinzione che la storia non insegni nulla. marlene
Vale ha detto…
Ma l'Italia non è un paese normale....
fabio r. ha detto…
@tutti: grazie peri commenti. certo un paese normale normale non lo siamo proprio...sono felice comunque che molti di noi l'abbiano già capito..

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