Um mondo attutito
Ora ne sto uscendo. Ne posso parlare, con discrezione, con un leggero, ironico, distacco. Vedo un po' di luce alla fine della galleria, sento - smorzate - le solite voci.
Ammetto però che un po' di fifa l'ho avuta.
Non a caso una cara amica mi chiama il "principe degli ipocondriaci".... non senza ragione.
Molti dei malanni in cui sono stato catapultato dall'inizio di questo anno vissuto un po' pericolosamente erano causati da un'infezione ai timpani (tutti e 2 ! che culo!) che si stava cronicizzando (bbbrrr...il verbo fa già paura...) e per cui ho rischiato - ed in parte rischio ancora - di restare sordo.
Sordo? MOI? Proprio io che mi reputo un melomane? E' come se a Clark Kent togliessero il mantello rosso, o come Superpippo privato delle noccioline... Una tragedia insomma.
Sento ancora i suoni come in una bottiglia, o meglio, come se fossi perennemente in piscina, sott'acqua. Non sento ancora bene nemmeno la mia voce, sembra che urli ancora un po' (me lo ricordano gli altri e l'amica gola arrossata alla sera) ma sto abbasando i decibel.
Allora mi sono fermato a riflettere, e mi è venuto in mente Beethoven, soprattutto nella bella versione cinematografica con Gary Oldman nel film L'amata immortale, e la mente è rapidamente tornata ad un libro di Kundera che lessi tanti anni fa', L'immortalità, in cui l'autore immaginava che il genio musicale si incrontrasse a Karlsbad con il divino Goethe, ma che da quest'incontro tra pesi massimi della cultura tedesca non potesse sortire nulla di positivo, visto i rispettivi caratteracci.
L'idea di questo incontro irreale - seppure verosmilie per cronologia e biografie - mi ha sempre affascinato, e spesso - invano - ho provato a descriverlo nei miei appunti deliranti, nei miei piccoli tentativi letterari...
L'immagine di Beethoven a capo chino, mani dietro la schiena, che passa quasi indifferente tra la folla è un kitsch iconico che ormai ci portiamo dietro, ma sembra che in realtà quell'atteggiamento fosse frutto proprio della sua crescente, dolorosa sordità, per cui non rispondendo ai saluti altrui appariva ai più scortese.
C'è soprattutto un'immagine nel film che mi affascina: in questa scena Beethoven prova la nuovo pianoforte la sonata al chiaro di luna, appoggiando la testa sul pianoforte, vista l'impossibilità di sentire la propria musica.
Una scena commovente, eppure forte, con un finale tipico del caratteraccio del musicista.
Il mondo attutito, i rumori fastidiosi della vita urbana che si attenuano lentamente, i pensieri che corrono più veloci delle labbra, la difficoltà nel seguire persino le proprie parole.
Sensazioni che solo oggi comprendo appieno, e che non possono che aumentare a dismisura il rispetto e l'attenzione per l'opera di un musicista sordo, inarrivabile nemesi dell'arte...
Ammetto però che un po' di fifa l'ho avuta.
Non a caso una cara amica mi chiama il "principe degli ipocondriaci".... non senza ragione.
Molti dei malanni in cui sono stato catapultato dall'inizio di questo anno vissuto un po' pericolosamente erano causati da un'infezione ai timpani (tutti e 2 ! che culo!) che si stava cronicizzando (bbbrrr...il verbo fa già paura...) e per cui ho rischiato - ed in parte rischio ancora - di restare sordo.
Sordo? MOI? Proprio io che mi reputo un melomane? E' come se a Clark Kent togliessero il mantello rosso, o come Superpippo privato delle noccioline... Una tragedia insomma.
Sento ancora i suoni come in una bottiglia, o meglio, come se fossi perennemente in piscina, sott'acqua. Non sento ancora bene nemmeno la mia voce, sembra che urli ancora un po' (me lo ricordano gli altri e l'amica gola arrossata alla sera) ma sto abbasando i decibel.
Allora mi sono fermato a riflettere, e mi è venuto in mente Beethoven, soprattutto nella bella versione cinematografica con Gary Oldman nel film L'amata immortale, e la mente è rapidamente tornata ad un libro di Kundera che lessi tanti anni fa', L'immortalità, in cui l'autore immaginava che il genio musicale si incrontrasse a Karlsbad con il divino Goethe, ma che da quest'incontro tra pesi massimi della cultura tedesca non potesse sortire nulla di positivo, visto i rispettivi caratteracci.
L'idea di questo incontro irreale - seppure verosmilie per cronologia e biografie - mi ha sempre affascinato, e spesso - invano - ho provato a descriverlo nei miei appunti deliranti, nei miei piccoli tentativi letterari...
L'immagine di Beethoven a capo chino, mani dietro la schiena, che passa quasi indifferente tra la folla è un kitsch iconico che ormai ci portiamo dietro, ma sembra che in realtà quell'atteggiamento fosse frutto proprio della sua crescente, dolorosa sordità, per cui non rispondendo ai saluti altrui appariva ai più scortese.
C'è soprattutto un'immagine nel film che mi affascina: in questa scena Beethoven prova la nuovo pianoforte la sonata al chiaro di luna, appoggiando la testa sul pianoforte, vista l'impossibilità di sentire la propria musica.
Una scena commovente, eppure forte, con un finale tipico del caratteraccio del musicista.
Il mondo attutito, i rumori fastidiosi della vita urbana che si attenuano lentamente, i pensieri che corrono più veloci delle labbra, la difficoltà nel seguire persino le proprie parole.
Sensazioni che solo oggi comprendo appieno, e che non possono che aumentare a dismisura il rispetto e l'attenzione per l'opera di un musicista sordo, inarrivabile nemesi dell'arte...
Commenti
Ciao Fabio!
CERTO CHE, CI RENDIAMO CONTO DI QUANTO LE COSE SIANO IMPORTANTI SOLO QUANDO LE PERDIAMO (O CORRIAMO IL RISCHIO).
... HO URLATO COSÌ SON SICURA CHE MI HAI SENTITO :-P
Scherzi a parte sono contenta che stai migliorando
Non sapevo ma sono contenta lo stesso, che tu stia meglio.
Hai scritto delle cose bellissime.
@Baol: sì al madison square garden..
@fabrizio: eheh... tu almeno un po' di guai veri li hai passati..
@lindöz: ti ho sentito, Grazie!
@Bastian: sì, è proprui vero. ti rendi conto di quello che hai solo quando stai per perderle..
@suysan: grazie!
@anna: la serenata è un must dei miei momenti di chill out...
@aangel: grazie a te e buona scuola!
@Aleph:hai ragione. il film non è un granchè, però è affascinante l'idea di partenza, la ricerca dela donna ecc... e poi la musica è il centro!
Ricordo di aver sostenuto un esame all'università in cui avevo le orecchie completamente ovattate e chiedevo continuamente alla prof di ripetere le domande.
Lei mi guardava in modo sospetto, del tipo: "ma è rincoglionita o vuole perdere tempo?". A un certo punto gliel'ho detto... "Scusi, sa, non è che sono scema, ho solo l'otite!".
Un abbraccione.
Io avevo un alunno non vedente e abbiamo provato bendati come era la sua vita. Aiuto, che paura.
bacini di guarigione della bua.
Siamo tutti un pò ipocondriaci...