Pezzi di cuore (un tributo) - 1
E' caldo, fa un caldo boia! D'altronde è un pomeriggio di pieno agosto. Eppure nel cielo alcune nuvole minacciose stanno prendendo posizione in mezzo al blu, e qualcuno già spera nella pioggia purificatrice, che laverebbe via il peccato, la sabbia, l'alcol e l'LSD.
La ragazza suda come in una sauna, da qualche minuto ha perso di vista gli amici con cui è arrivata in quell'enorme deserto di mani, di braccia, di gambe che si muovono.
Non è molto alta, deve alzarsi in punta di piedi per cercare di intravedere il furgoncino VW con i fiori fucsia stampati sulle fiancate. Sì, forse è laggiù, oddio ma quanto si è allontanata? Scorge addirittura qualcuno che balla sul tetto del già traballante veicolo. Le viene da sorridere, il sudore solca le guance, la T-Shirt ha perso il colore originale ormai.
Deve fare pipì. Non sa come fare, si vergogna un pò, poi però decide di seguire l'onda e si accovaccia, e fa come fanno tutte le altre attorno. La fa lì.
Vabbè, gli altri li incontrerò più tardi, magari nella notte mi sposterò un pò, così riusciranno a sentirmi. Forse. Ormai si sta facendo scuro. L'aria è un mix di erba, alcol, sudore e pioggia. Ma la pioggia ancora non arriva.
Chi c'è sul palco? Ah, sì, è l'ora di quella ragazzona con la gran voce. Bellissima vociona. non posso dire lo stesso della ragazza. Eppure sprizza tanto fascino quanto io spruzzo sudore (le viene da ridere al pensiero), e poi è una calamita.
Però non sembra mai del tutto felice, peccato.... Oddio, non che non vorrei avere la sua voce eh! Ma - non so dire come - ma....un pò mi fa pena, ecco. Sembra che soffra sempre d'amore. O forse soffre davvero d'amore.
'Sto buco di posto...com'è che si chiama? Bethel, ah sì, mi ricordavo qualcosa simile a Bethlem, insomma 'sto cavolo di immenso pascolo ora sonnecchia, ma poi la ragazzona sul palco inizia a cantare.
E' ancora una canzone triste. Ma a quest'ora va bene così. Ognuno di sera lascia un pezzo di cuore sul prato, no?
Janis - sì, si chiama così - canta, e le sue parole scuotono la sera, a Bethel, nella contea di Ulster (strano forte no?), nello stato sonnecchioso di New York.
Didn't I make you feel like you were the only man, well yeah,
An' didn't I give you nearly everything that a woman possibly can ?
Honey, you know I did!
And each time I tell myself that I, well I think I've had enough,
But I'm gonna show you, baby, that a woman can be tough.
I want you to come on, come on, come on, come on and take it,
Take another little piece of my heart now, baby,
Break another little bit of my heart now, darling, yeah.
Hey! Have another little piece of my heart now, baby, yeah.
You know you got it if it makes you feel good, Oh yes indeed.
Commenti
Daniele il Rockdichter
Baol ha ragione...
Ciao Fabio, bellissimo questo post!
Lara
(voglio il VW con i fiori fucsia sulle fiancate!!!)
Bellissimo racconto davvero!
Bel racconto, srea l'atmosfera di quel periodo.
@baol: ed è pure difficile ritrovare i pezzi di ricambio...
@modesty: Y?
@Yuky: la tua lettura è un onore geniaccio. per il VW ci organizzeremo!
@Maria: hai pienamente ragione
@desa: il piacere è solo mio, credimi!
@lindöz: per essere strano è strano, concordo.. ma con la musica va meglio
@koala: lo spero.. ma l'atmosfera di quei giorni è irripetibile