Cronache dalla Kakania
Eccoci qua, di nuovo ad Itaca, l'Ulisse turista curioso (da non confondersi con l'omonimo delfino, eh!) e pseudo-intellettuale (...Nati non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza...) approda felicemente al fresco delle pareti domestiche con un paio di certezze in più, tante domande e qualche bella immagine nel cuore e nella testa.
Tra le certezze: in Europa è caldo ovunque: dal Manzanar al Reno, da limes a limes, in Trinacria come in Pannonia direi. Se non altro l'Unione Europea è decisamente raggiunta dal punto di vista metereologico.
Un caldo bestiale da Vienna a Budapest, sulle Alpi delle Carinizia così come nelle pianure boeme... le scene di bambini ed adulti con piedi a mollo nelle fontane di ogni città, nel Danubio o sotto fontanelle improvvisate, assomigliano alle scene dei turisti nordici a Piazza di Spagna o a Napoli.
Altra certezza: l'epoca del Grand Tour è preistoria pre-industriale ormai: in tutta Europa vige il turismo di massa, ed è difficile scovare anime belle e solitarie che amano viaggiare alla "scoperta" dei luoghi, armati solo di taccuini e buona memoria. Oggi è facile individuare le diverse nazionalità dal colore della copertina delle rispettive guide!
Il viaggio (caldo a parte) è stato anche l'occasione - per me - di rinfrescare vecchie memorie universitarie e letterarie, quindi è significativo che Klagenfurt, la prima metà del percorso, sia anche la città natale di Robert Musil (a cui dobbiamo la definizione di Kakania, appunto) e Ingeborg Bachmann, poetessa amatissima dal sottosritto.
I libri hanno accompagnato idealmente il mio lento (ma costante) pellegrinare tra le stradine di Spittelberg a Vienna, o a Pressburg (Bratislava), e poi a Budapest, con i ricordi di Sandor Marai e Lukacs in testa.
Le domande invece "sorgono spontanee": riusciranno questi paesi emergenti aldilà dell'ex cortina di ferro - che si sgretolava proprio in questi giorni, 20 anni fa' - a conservare un po' delle loro identità "imperial-regie" ? oppure sarà destino che l'unica koinè europea sia la M di McDonalds nelle piazze principali?
Altra domanda: ogni luogo che ho visitato nel vecchio continente (ma per esperienza indiretta potrei dire altrettanto anche del nuovo, a maggior ragione) è riuscito a musealizzare e rendere fonte di ricchezza qualsiasi traccia benchè minima di passato, persino industriale, mentre noi, nel Belpaese per eccellenza, lasciamo andare in malora millenni di civilizzazione... come mai?
Mi piacerebbe poter fare una sintesi delle città e dei diversi stati d'animo che hanno accompagnato il mio percorso, ma l'impresa è - ancora - ardua, devo "somatizzare" il viaggio, voglio riflettere e mettere a posto gli appunti della mia Moleskine, prima di iniziare.
Provo comunque a proporre una personalissima allegoria iconica di ogni città: non ho volutamente scelto le immagini tipiche quindi, quelle "da cartolina" per capirci, di cui è piena la fotocamera e che posterò in seguito, ma vorrei proporre a voi (ed alla mia memoria futura, già labile) solo un gioco di suggestioni e ricordi.
Vienna: Secession Haus (particolare)
Klagenfurt: tetti
Graz: Insegna di un Cafè
Budapest: il mercato generale
Bratislava: Man at work
Commenti
Ora sono di corsa, ma torno presto a gustarmi il tuo resoconto di viaggio.
(Sono stata proprio fortunata, allora, a beccarmi fresco e temporali in quel di Bretagna! :D Peccato, perchè un bagno nell'Oceano Atlantico avrei voluto farmelo e invece nisba...).
A bientôt!
Non mi consola sapere che anche tu sei tra quelli che ancor non sanno.... d'altronde questa è la scuola che hanno voluto... Un bacione
Bentornato Fabio!
Lara
Bel giro eh?
Le foto sono belle e immagino sia stata bella anche la vacanza. :)
C'è qualcosa per te da me!! ;)
A presto!! :)
@signorainrosso: sono incerto eccome!
@Lara: grazie, ben ritrovata anche a te
@Andrea: passo subito!