Il terzino nella grappa
Ma un titolo come The Catcher in the Rye non evoca solo idilliche immagini agresti all'orecchio dei lettori americani, per i quali sia la parola catcher che la parola rye sodo molto familiari con un significato del tutto moderno. Catcher è chiamato uno dei giocatori della squadra di baseball, il « prenditore », cioè colui che, munito di guantone, corazza e maschera, sta dietro il batsman (battitore) per cercar di afferrare la palla lanciata dal pichter (lanciatore) se il battitore non la respinge con la sua mazza. Col nome di rye si designa comunemente il whisky-rye, il popolare tipo di whisky ottenuto dalla fermentazione della segale o di una mescolanza di segale e malto. Il titolo The Catcher in the Rye, letto come puro accostamento di parole, suona come potrebbe suonare da noi il terzino nella grappa."
Quindi un romanzo molto americano, ed una lingua viva, giovane, specchio di uno slang - forse rivisto e corretto - degli anni '50, della giovane America post bellica. Molti critici hanno addirittura attaccato questo slang, ritenendolo troppo metropolitano, basso, non degno di una letteratura "alta". Ma proprio qui sta la sua magia: Holden Caulfield è un Leopold Bloom più icastico, diretto, e meno intellettuale: il suo stream of consciousness in realtà è paura di parlare, perchè - come ha ben rilevato Alessandro Portelli - se una parola viene detta a voce alta, essa smette di esistere in testa, nell'anima, sfugge alla magia.... Le cose dette scompaiono, come le persone.
Il costante De-route linguistico, la digressione continua dei suoi discorsi, il non voler portare a termine i pensieri, è la lingua moderna, è un bisogno del controllo totale della sua vita e di quella degli altri, è (cito ancora Portelli) uno spazio associativo di probabilità.
Il lettore poco attento, magari frettoloso, passa velocemente oltre queste digressioni, forse addirittura "scocciato" dai continui cambi di registro e dal ritmo spezzato del discorso, dove abbondano i "and so on", (in italiano tradotti con "e compagnia bella"), " and all", "I mean...", dove l'interferenza dell'oralità con la scrittura può essere interpretata come un ostacolo alla fluidità del plot, (a volte penso che se Holden Caulfield fosse cresciuto oggi sarebbe Peter Griffin!) ma non lo è!
Eppure - secondo me - proprio qui sta la straordinarietà della "gioventù" di Holden, nel suo mescolarsi continuamente nella vita Newyorkese, mentre evita di vivere appieno la sua città, il fuggire dalle scuole senza grandi rimorsi, il suo porsi domande inutili (celebre è la questione delle anitre sul lago gelato del Central Park..), i suoi sprezzanti commenti sulla musica che "sucks", sui fasulli (phonies) che spuntano da ogni strada, mentre gli sfugge l'originalità della vita stessa...
Le esitazioni sul suo futuro, le disillusioni e le cattive esperienze (tra prostitute non sfruttate, sbronze, litigi ecc..) ed i tentativi di fuggire dalle responsabilità verso la famiglia, per poi ripiegare proprio nella quotidianità familiare per amore della sorella, tutte le sue scelte (e non-scelte) sono il riflesso di quell'America degli anni 50, dove il sogno di fuggire all'Ovest si scontra con la musica pop e con il jazz, dove la frontiera si sposta dalla geografia all'anima.
Tutto questo, e tanto altro ancora, mi ha fatto amare Holden Caulfield, e (forse) mi sono rispecchiato un po' nella sue incertezze, almeno durante le prime letture giovanili. Anch'io sognavo il West, ma poi mi sono ritrovato a girovagare nello zoo....
Commenti
Però MAI prestare un libro, mai!!!
Come a volte accade, l'attenzione ha rallentato un poco l'andatura e s'è soffermata su un aspetto secondario del tuo bel quadro. Vado a ritrovarlo.
"... se una parola viene detta a voce alta, essa smette di esistere in testa, nell'anima, sfugge alla magia.... Le cose dette scompaiono, come le persone. (Portelli)"
Ma tu, pensi che sia così?
Ho preso un po' di freddo portando a spasso il cane, poco fa, e ora, di nuovo al caldo, non ho voglia di mettermi a pensare, a formulare. Però quella frase mi perplime.
Forse non riesco a dir parole a proposito di quelle parole perché mi ha impaurito quel dire e non voglio che mi scompaiano le parole dicendole, scrivendole: anzi, nemmeno le penso così sto ancora più al sicuro - nessuna mia parola verrà fissata a tradimento come quell'immagine di Salinger.
Ecco, sì, più che il freddo e il ritorno al tepore di casa, deve essere qualcosa di questi paraggi timici e gnostici, che non mi permette di dire niente su quella frase: non esporrò i miei pensieri alla luce, così nessuno potrà vederli, fotografarli, la mia privacy sarà salvaguardata, ma soprattutto essi pensieri non spariranno, non moriranno - io, non morirò: sarà questo? come dire? sì, certo, tutto passa, il fiume non è mai lo stesso, ma se non ci entro, nel fiume, forse me la cavo.
:-)
Sappi che questo è l'unico post su Salinger in cui ho lasciato un commento...
@yuki: beh c'è sempre tempo per un libro, no?
@ziamaina: eheheh... sui libri poi h imparato!
@ipazia: sarebbe proprio un comportamento da libro, spuntare fuori all'improvviso!
@rom: la frase non è mia, ma di Portelli, ma mi piace.. non sono convinto dell'assunto in assoluto, ma quell'idea di una parola in fieri che poi appena nasce muore (tipo bruco - farfalla?) mi affascina! io ho preso freddo in giro da solo in piazza... ma mi piace il freddo, e poi quando parli fai le nuvolette, ed allora può darsi che le parole rimangano un po' in vita dentro quelle nuvolette, no?
@baol: ti ringrazio bro, ammetto però che c'era il trucco: ho pensato "quale titolo assurdo di un post potrebbe attrarre baol? uno che somiglia ai suoi!" eccolo qui! ha funzionato no?
p.s. mai prestare i libri e aggiungo anche i dischi che ci piacciono
Grazie.
:-)
I libri prestati? Forse chi ha la tua copia ne ha molto più bisogno di te. Questo è il gioco della vita, amare qualcosa e lasciarla andare quando è il momento. Quello che ti ha regalato queto libro, l'ho appena letto.
Un abbraccio
@suysan: mai e poi mai più !!
@amatamari: troppo buona!
@serena: grazie, gentilissima, speriamo che quella copia stia bene e coccolata allora!
;)