Ma come fanno i marinai?
Leggo sulla Repubblica on line un articolo il cui titolo basta già per darmi una scossa alla testa ed al cuore:
De Gregori e Dalla insieme trent'anni dopo Banana Republic.
Passato il primo shock emozionale, mi metto a leggere del progetto (perché secondo i soliti rumors ancora di un vago progetto si tratta...) e nelle orecchie parte automaticamente la colonna sonora che accompagna la lettura, come in un film: "laggiù nel paese dei Tropici, dove il sole è più sole che qua..." .
A volte do' per scontate alcune informazioni e/o sensazioni, confidando che ormai queste facciano un po' parte della storia comune italiana (la Storia siamo noi, riecheggiando proprio De Gregori), e non mi rendo conto che - invece - il concetto di storia e quello di passato (comune) sono estremamente sopravvalutati da quelli della mia generazione.
E dire che ho prove tangibili di questa diacronia ogni giorno, a scuola, nella vita comune: ogni volta che cito - di passaggio - un fatto storico, o di semplice costume, che fa da "cornice" ad un altro (che reputo magari più importante e sui cui vorrei soffermarmi..) vedo facce interrogative e dubbiose, manco parlassi di fisica nucleare. Allora sorge spontanea la domanda: "ma voi ne avete sentito parlare, vero?" e la tremenda risposta monosillabica: "No!"
Vivendo in un mondo Windows, in cui apriamo tante finestre di comunicazione contemporaneamente, non abbiamo tempo (né voglia) di approfondire, e puntiamo all'immediatezza del fatto, alla velocità del riscontro, no alla sua spiegazione "storica".
Ecco quindi che milioni di ragazzi vivono in un eterno presente, ed il passato prossimo (gli anni 80) viene sovrapposto e confuso col Medioevo, piuttosto che con gli anni della guerra, creando così un effetto paradossale di miopia storica che fa la felicità di molti politici attuali, i quali puntano apertamente sull'oblio generalizzato per - dico a caso - riabilitare ladri e malfattori e porli sullo scranno degli eroi... tanto tutti confidano nell'amnesia (e nell'amnistia direi) del popolo bue!
Vabbè, ma - dirà qualcuno - tutto questo pistolotto da storiografo acido, che c'azzecca con Banana Republic? C'entra, a modo suo. Mentre leggevo l'articolo sopracitato, mi chiedevo, infatti, come avrei potuto spiegare a chi non c'era in quel 1980, cosa rappresentò per la società, per la musica, per i sogni di una generazione quella tournée e quell'indimenticabile album?
Come trasmettere l'emozione di un pischello (quale io ero allora) che si nutriva di cantautori e chitarra, di poesia musicale e sensazioni da proto-teenager ai giovani d'oggi?
La risposta non ce l'ho, sia ben chiaro, quello che ho è invece un gomitolo di emozioni, una Soundtrack spirituale che lega Santa Lucia a Come fanno i marinai, Bufalo Bill (una mia passione eterna) a Piazza grande, le note alla memoria, il cuore agli occhi, l'utopia giovanile al disincanto dell presente, l'America sognata all'Italia desiderata.
Non amo particolarmente le operazione "furbette" di riconciliazione musicale, le reunions forzate dei gruppi storici a distanza di anni, ho paura di rimanere deluso, perché la voce e le facce dei miei ricordi raramente combaciano con quelle attuali, ma ammetto che conservo la speranza di poter rivivere, almeno per un paio d'ore, quelle atmosfere magiche.
Commenti
So' ottimista, oggi, ammàppa! :)
:)
Allora per quest'anno più serendipità per tutti!
a presto.Pat
un bacio e buon 2010!
sogno tutte le notti e ogni giorno e vivo la diacronia di cui parli costantemente perchè il mio eterno presente suona colla musica che ad 8 anni registrai dallo zio pazzo di turno: The wall, i Pink Floyd, e il resto che vien da sè......
e il problema non è la musica che suona ma gli occhi che incroci.
Un giorno dirò: ponomen. e gli occhi di chi ho di fronte si illumineranno; oppure insieme ascolteremo le catenelle che si spezzano in un secondo e lo stesso diverso brivido ci invaderà le membra.
Non sarà cambiato nulla ma entrambi avremo guadagnato un pezzo di eterno.
Qualcuno non lo saprà mai, non importa.
Noi lo sapremo.
Ciao
Alessandro
mi puzza di "commerciale" questa reunion ma non è importante.
E' vero quello che dici. Mi da ancora più fastidio la cultura nozionistica da "parole crociate".
Preferisco una mente aperta che riesce a fare collegamenti, così come fai tu.
Preferisco anche mettere su un vinile (già, il vinile, non un cd) invitare dei buoni amici e godere del suono graffiato della musica.
@giulia: grazie!
@stella: quella c'è, ci credo!
@suysan: ti comprendo, credimi..
@baol: non me ne parlare mago, li adoravo (e mi piacciono ancora..)
@ornella: un po' di commerciale ci sarà sempre..
@englishrobbery: anche a te!
@mariarosaria: forse hai ragione, ma vorrei sperare un po'.
@bartocchia: ma dai? ti sei fatto pure un account per commentare? troppa grazia! Grazie! bellissime parole e speranze grande Ale!
@angel: il vinile è una passione cara, hai pienamente ragione!
non ci conosciamo Fabio, realmente non ci conosciamo; ma ci stupiamo ogni giorno di trovare dentro le parole di altri noi stessi e i nostri più reconditi sentimenti.
Forse è solo lì che giace la speranza: nel constatare che non si è soli mai; forse siamo cannibali che da ogni corpo o cervello prendiamo solo un brano: quello che ci serve e che riusciamo a strappare coi denti. ma soli soli non si è mai, a meno che non ci si voglia stare, confortably numb.
e allora ricordiamo pure le parole, inutile non sarà, qualcuno raccoglierà il piccolo sasso, non tutta la montagna, ma l'eterno è fatto di piccoli momenti proprio come questo di ora, adesso, qui!
Scusa il papiello ma da quarantenne conclamata gli anni 80 sono una tentazione irresistibile!:)
Ciao
Ciao
Daniele il Rockdichter