Robin Hood - la storia (le storie) dietro la leggenda

In questi giorni il film dedicato a Robin Hood è uscito anche nelle nostre sale, e sta riscuotendo un buon successo.

Se qualcuno fosse interessato ad avere più notizie riguardo alla figura storica ed a quella letteraria dell'eroe di Sherwood, ecco un piccolo estratto di un testo più lungo che ho pubblicato tempo fa in un sito di cose medievali (e che nella sua lunghezza potrete trovare qui). Buona lettura.




Il ”miglior arciere d’Inghilterra”, la personificazione della giustizia e della lotta contro le angherie e le soverchie dei Normanni nelle antiche terre Sassoni, il protagonista di ben trentotto ballate popolari giunte fino a noi attraverso i secoli, nonché il personaggio principale ritratto dal mondo della celluloide in oltre sessanta anni di storie hollywoodiane.


Qual è il motivo di tanto successo, e – soprattutto – chi si cela dietro il cappuccio ed il velo della leggenda britannica? E’ mai esistito il

vero Robin Hood, oppure ci troviamo solo di fronte all’ennesimo parto della fantasia popolare, alla ricerca di eroi da emulare, con cui giustificare, a posteriori, le proprie azioni ?


Le storie pongono Robin e le sue gesta in luoghi e tempi reali, ben rintracciabili ancora oggi: il Nottinghamshire, al centro dell’Inghilterra, a sud della vecchia capitale York.



Chi fu in realtà Robin Hood?

La leggenda lo vuole attivo attorno al 1190, durante il regno di Riccardo Cuor di Leone, ma le testimonianze letterarie sono molto più recenti, al massimo risalgono al XIV secolo.

Alcune testimonianze ci portano ad affermare ciò: al 1261 risale infatti un documento redatto nel Berkshire (centro dell’Inghilterra), in cui
un tale William, figlio di Robert il fabbro, viene accusato di furto. Nell’atto di ratifica delle accuse un ufficiale copia il nome del presunto ladro modificandolo in William Robinhood, avvalorando così la tesi che quel nome è ormai divenuto sinonimo di ladro alla metà del XIII secolo !


Uno dei possibili candidati a ricoprire tale fama può essere stato un tenente dell’arcivescovo di York, il quale venne accusato di diverse malefatte e dovette fuggire nel 1225, allora fu registrato nei documenti del 1227 come “Robin Hod fugitive”.

Non si può però provare che questo Robin Hod fosse proprio quello delle leggende, anche perché il suo stato di fuorilegge, ed il supposto periodo della sua attività non coinciderebbero con quello delle leggende.

Ecco un’altra ipotesi: poiché la leggenda di Robin è diffusa sin dal 1266, anno in cui il suo nome, e quello dei suoi compari, è citato da Walter Bower quale esempio di famoso fuorilegge, si può affermare che a questa data il nome è già noto alle cronache.

Andando a ritroso nel tempo però possiamo richiamare i celebri versi di
William Langland, autore che scrive il suo “Piers Plowman” nel XIV

secolo, ed all’interno del quale uno dei personaggi, accusato di non essere un buon cristiano, risponde con le testuali parole: “I do not know my Paternoster perfectly as the priest sings it. But I know the rhymes of Robin Hood and Ranulf Earl of Chester” ("Non conosco il paternoster così bene come lo recita il prete, ma conosco le canzoni di Robin Hood e del duca di Chester").


E’ noto dai documenti ufficiali che tale duca Ranulf muore nell’anno 1153, e visto che Robin viene associato alla sua persona, ecco che il quadro si fa più chiaro…

Robin viene poi spesso citato nei racconti come Duca di Huntingdon, e quindi può essere vissuto in un periodo in cui tale ducato aveva ancora legami con la stirpe dei Loxley (che è l’altro nome con cui è noto Robin). La storia testimonia della fine di tale ducato nel 1069, a seguito del quale i Normanni fanno decapitare Sir Waltheof nell’anno 1076.


Infine il nome di Robin viene inoltre sempre associato a quello dello sceriffo di Nottingham, secondo la tradizione William Peveril, che fu anche capo guardia della foresta di Sherwood proprio all’epoca della conquista normanna, quindi attorno al 1066 !

Un’altra questione collegata all’esistenza di Robin è quella inerente alla permanenza del suo gruppo nella foresta di Sherwood: perché tali uomini furono costretti a rifugiarsi lì, lontano dalla città di Nottingham, per divenire fuorilegge ? In questo caso ci viene di nuovo incontro la storia: dopo la conquista normanna del 1066 molti nobili sassoni furono uccisi ad Hastings, chi rimase in vita fu privato dei propri possedimenti e costretto a vivere in tenda, ai margini della città.

Molte di queste persone furono chiamate Tilvatid (chi vive in una tenda), ed i Normanni li chiamarono con disprezzo Silvatici. Ciò potrebbe chiarire anche perché Robin è associato (come i sassoni ribelli) alla vita nella foresta.


Il Robin della leggenda sembra quindi coincidere con
Robin duca di Huntigdon, imparentato con i Loxley, vissuto all’epoca della conquista normanna, morto prima del 1100, sulla cui tomba (o supposta tale) a Kirklees è incisa la seguente iscrizione:


Robert earl of Huntington

Lies under this little stone.
No archer was like him so good;
His wildness named him Robin Hood
For thirteen years, and something more,
These northern parts he vexed sore.
Such outlaws as he and his men

May England never know again.


(Robert Duca di Huntingdon Giace sotto questa pietra Nessun arciere fu pari a lui Per la sua natura fu detto ROBIN HOOD. Per tredici anni e più Queste terre del nord egli rese aride. Fuorillege come lui ed I suoi uomini Possa l’Inghilterra non vederne più)


La leggenda ci consegna l’immagine di un fuorilegge, divenuto tale perché accusato di molti crimini dal perfido Sceriffo di Nottingham, tra cui rapine ai danni di viaggiatori inermi e l’uccisione di diversi cervi reali.

Collegata a questo crimine è la sua fama di essere il miglior arciere d’Inghilterra, e l’episodio in sé è indicatore anche di un altro aspetto della vita medievale nel Nottinghamshire durante i Medioevo: l’importanza della foresta e degli animali che la abitano.

Perché Robin viene sempre ricordato come arciere e non, come succede ad altre figure, come cavaliere? L’arco in questione è il cosiddetto Long Bow, o arco lungo, vanto e delizia di tutti i nobili inglesi che lo usano per andare a caccia, o per fare la guerra, come è ancora ben visibile sul famoso arazzo di Bayeux risalente al XII – XIII secolo.

Ecco quindi che Robin, grazie alla sua maestria con l’arco,
rappresenta in pieno il carattere e le virtù inglesi, o forse dovremmo dire sassoni, in opposizione ai Normanni, contro cui userà spesso la sua arma, a mo’ di stendardo di liberazione.

Esistono trentotto ballate tradizionali nate attorno alle gesta ed alla figura di Robin. Molte di esse però furono scritte solo tra il XVII ed il XVIII secolo, altre invece risalgono almeno al XV secolo, e si suppone che siano state scritte almeno un secolo prima.


Le figure che attorniano di volta in volta Robin sono altrettanto note, e spesso hanno anch’esse legami con la storia ufficiale: Guy di Gisborne, il Frate (a volte Tac, a volte con altri nomi), vari monaci dei Monasteri attorno a Nottingham, e Lady Marian chiaramente…

L’ultima storia, che ricalca la vita di Robin, ci narra proprio della sua morte, ed è la cupa

descrizione della fine dell’eroe tra le braccia dell’amico di sempre Little John.


La foresta di Sherwood assume un carattere fondamentale anche nella storia personale di Robin, così come nelle vicende che lo hanno portato ad essere un fuorilegge.
Storicamente Sherwood era una foresta reale, soggetta alle leggi del Re, ed esclusivo
spazio di caccia della corte.

Ciò in quanto la caccia è sempre stata passione reale, ed il fatto di aver deliberatamente ucciso dei cervi “reali” in quel luogo rappresenta un’esplicita violazione della legge, e quindi la messa al bando di Robin e dei suoi uomini, i quali però – con sprezzo del pericolo e delle convenzioni – torneranno a vivere di nascosto proprio là.

Robin Hood, oggi è soprattutto business: il mondo di ieri, la leggenda ci guarda e ci accoglie al “
World of Robin Hood“, una sorta di Disneyland medievale, piena zeppa di facce di cera, un baraccone turistico per ingannarci ed alimentare il mito (e l’economia locale...), ed i bravi turisti si lasciano trasportare dal kitsch più becero, salendo sulla giostra per attraversare una foresta di Sherwood reinventata per gli americani.



Tra tiri all’arco, berlina con foto e puzza interattiva, si può compiere un viaggio indietro nel tempo, ma l’impressione resta ahimè quella di essere piombati all’interno di uno dei tanti libri a fumetti dell’infanzia, ed il vero Robin è duro a scovarsi, da buon fuorilegge sfugge a questo Luna Park, forse per abitudine, o per vergogna.

Commenti

marge ha detto…
Preferisco ricordarlo come nel cartone della Disney con tutte le sue belle canzoncine...
Gianna ha detto…
In che stato...!
la signora in rosso ha detto…
insieme a Zorro, Robin Hood è stato il mio eroe romantico nell'infanzia... buon we
La poeta ha detto…
Ma Robin Hood non era quello che rubava ai ricchi per dare ai poveri? ahah :)
elena ha detto…
pensa prorpio ieri mi chiedevo chi fosse robin hood e se fosse davvero esisitito e, mentre mi ponevo queste domande a cui tu ora hai dato risposta :) mi sono ricordata di quanto mi piaceva il cartone animato... una sera l'ho visto 4 volte di fila ininterrottamente! ciao
fabio r. ha detto…
@suysan: io adoro la versione Disney! ci mancherebbe altro!
@stella: già..
@sir: noi bambini da piccoli ci vestivamo in alternanza da robin o zorro!
@lapoeta: tutta falsa stampa baby!
@elena: fan sfegatata eh?
Moky in AZ ha detto…
Io da bambina ho letto e riletto e riletto uno dei libri su Robin Hood, secondo cui lui era il figlio illegittimo di un duca, etc. Mi piaceva, ovviamente, tantissimo.

Certo che io non avrei scelto Russell Crowe per interpretarlo... mi da sempre un'impressione da viscido, certo non quella di un eroe o una leggenda...

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