Quando Fabius andò in prigione

L'invito è arrivato a Luglio: telefonata da parte della segreteria della facoltà (dove sono un semplice, sottopagato, semi-docente a contratto non dimentichiamolo mai..), la segretaria chiede: "allora Fabio, tu e Claudia dovrete andare in galera. Ok? Mi date una data possibile?" - Io trasecolo un attimo ed in un nanosecondo già mi vedo deportato nelle patrie galere innocente, come il povero Enzo Tortora, poi però rifletto al volo: "un momento! mi mandano in galera e vogliono sapere se sono libero? ma cos'è? un reality?".

Il dubbio lo chiarisce la segretaria: "Siccome c'è uno studente iscritto alla facoltà, che ha il diritto di sostenere l'esame anche in carcere, la commissione - ergo voi 2 - deve andare da lui!"
Mi asciugo le perline di sudore, sorrido (forse un po' istericamente, ma più rilassato) e concordo con la collega il giorno dell'esame!

Ieri - Giovedì 14 - partiamo in auto, anche leggermente "scazzati", visto che sia io che la collega siamo nella massa dei contrattisti dell'università, ergo pagati per ore di didattica, e questo esame (compresa la trasferta) non ci verrà pagato. Ci dirigiamo al famoso carcere di Spoleto, dove dimorano allegramente una ventina di detenuti del 41bis, molti ergastolani, alcuni delinquenti comuni, per un totale di 700 detenuti, una piccola città fuori città.
E "fuori città" in questo caso significa veramente "fuori città". La struttura è in aperta campagna, pochi alberi, molti campi arati (che se uno scappa lo prendono al volo, altro che..) e poi da lontano le torrette, e l'edificio grigio.


Prime difficoltà di approccio: dobbiamo lasciare l'auto lungo la strada, visto che il mini parcheggio per ospiti è pieno e non ci lasciano parcheggiare vicino al recinto (pensano che ci sia una bomba dentro? boh..).
Poi il primo cancello, i documenti registrati, il badge d'ordinanza.
Un piantone (penso si chiamino così, non ho fatto il militare io, sono un obiettore della prima ora..) ci accompagna al secondo check point e -come nella migliore tradizione della commedia all'italiana - mi dal del Voi..

Al controllo altri cancelli che si aprono e si richiudono (io provo a spingere ma sono automatici, gaffe..), alla fine ne conteremo 15; qui lasciamo borse e cellulari ed entriamo nel vero edificio.
Ci attendono altre guardie, molto affabili, poi il tutor dello studente ed addirittura una ragazza che sta facendo un tirocinio in carcere per poi laurearsi in studi sociali, e che ha avuto il permesso di assistere.
Veniamo condotti in un comodo ufficio, appena prima delle celle, mentre dalle sbarre già si vedono altri detenuti, ma noi non entriamo nei reparti.
Arriva lo studente: è cinese! Aria affabile, un cocco del suo tutor che ne tesse le lodi di informatico e gran lavoratore/ studente, e spera che la sua abilità informatica possa essere sfruttata anche all'esterno.
Iniziamo l'esame in un clima molto rilassato, quasi conviviale, e mentre lo studente scrive noi parliamo a bassa voce ed il tutor/tenente ci spiega che in quel carcere a tutt'oggi ci sono ben 30 studenti universitari (iscritti a varie facoltà) e moltissimi studenti degli istituti superiori - tra cui il figlio del boss dei boss - che sono anche in regime di 41bis.

Ci spiega con dovizia di particolari cosa significhi il 41bis, e come sia praticamente impossibile avere rapporti diretti con quei detenuti (e quindi ci rilassiamo un po' riguardo le condizioni del nostro simpatico ed affabile cinese, che non appartiene sicuramente a questa condizione..) e di come tutti cercano comunque di avere una prospettiva futura, anche con 3 ergastoli sul groppone!

Il test finisce, il candidato passa l'esame, molto felice ringrazia e parla distrattamente anche della moglie imprenditrice che lui vorrebbe iniziare alla lingua inglese per favorirne il lavoro!
Usciamo (ammetto che riprendo un po' fiato, dentro ero quasi in una continua apnea..) e dopo aver ripreso la nostra identità (borse e documenti) ci fermiamo un po' a chiacchierare con simpatico tenente: un uomo (un ragazzo a dire il vero) che crede fortemente nel recupero, che si fa in 4 (anche a scapito dei suoi compiti originari) per assistere gli studenti nei loro esami, e quindi tra una cosa e l'altra parliamo anche del candidato appena promosso.

Lui dentro si sta riabilitando del tutto, è tranquillo, tra i più "amati" ecc ecc.. ma la domanda sorge spontanea: per cosa è dentro? e per quanto tempo sarà ospite a Spoleto?
Beh, il ragazzo ha sulle spalle un'accusa di complicità in duplice omicidio nei confronti di due connazionali, che intralciavano il lavoro delle triadi in Italia, volto a fa entrare clandestini. E' stato condannato a 27 anni, ne ha scontati 7, quindi bene che vada (permessi e riduzioni generiche) potrà uscire tra 15 anni! Insomma, abbiamo esaminato un vero Boss della mafia cinese! Wow!
Rimaniamo un attimo a bocca aperta. Salutiamo e ci avviamo all'ultimo cancello. Rispondo all'arrivederci del tenente con un sorriso, e penso "sempre da questa parte, però!".

Questo è stato il giorno in cui fabius andò in galera.

Commenti

Lesandro ha detto…
questo fu il giorno in cui Lesandro invidiò un pochino Fabius,,,
Gianna ha detto…
Che tristezza lì dentro...
marge ha detto…
Capisco il tuo stato di costante apnea...l'avrei avuta anche io!
dioniso ha detto…
Molto interessante come esperienza. Anch'io sono obiettore e avrei voluto fare il servizio a Rebibbia. Ma poi alla fine sono finito nella casa per "senza fissa dimora" della Caritas. Bella esperienza comunque.
Ma vi manderanno anche per altri esami?
palbi ha detto…
e vi siete ben guardati dal bocciarlo il boss della mafia cinese, looool

No scherzo, dai, invece, mi fa piacere sentire questa cosa dei carcerati che studiano
E, alla fine, cmq, e' stata una bella esperienza, no?
tiziana ha detto…
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
tiziana ha detto…
A Milano negli anni novanta ho lavorato in un reparto di Malattie Infettive ed i pazienti detenuti proveninti dal Carcere di Opera o di San Vittore avevano altri problemi: quando stavano per morire ricevevano gli arresti domiciliari e per quanto suonasse come una beffa erano felici di passare gli ultimi giorni insieme ai propri cari. Alucuni però non avevano parenti così pietosi ed erano costretti a morire in reparto.L'unica differenza era che i secondini scomparivano all'improvviso e gli infermieri diventavano i loro ultimi "compagni" di vita. Ne ricordo uno in particolare, milanese purosangue che parlava in dialetto con infermieri di origine pugliese o siciliana, l'ironia della sorte voleva che perfino nella comunicazione ci fossero dei problemi. Gli italiani però con il linguaggio dei segni se la cavano sempre e così accadeva che con le mani e le espressioni del viso si superasse ogni difficoltà. Poco prima di morire mi capitò di cambiargli il camice, era sudato, non parlava più, solo gli occhi riusciva a muovere e pesando capì che io e la mia collega eravamo in difficoltà. Alzò le braccia con uno sforzo immane per infilarle nelle maniche e ci aiutò come poteva. Era il suo modo di ringraziarci per averlo fatto morire pulito, dignitisamente avvolto nella biancheria priva di sudore o di altri odori e soprattutto non solo come una cane abbandonato, quale lui era! Dopo una notte del genere capivi quanto fosse speciale essere vivi, in salute, fuori da un qualsiasi carcere, liberi di scegliere con chi morire qualora si presentasse la morte sotto forma di malattia. Loro erano costretti a sperare, pregare di non essere soli di fronte ad un momento che fa parte dell'esperienza umana, mitizzato, glorificato con l'ironia o la poesia, ma sempre morte è. In reparto c'era una biblioteca regalata dalla parente di una paziente. Chiedevamo anche a loro se volessero leggere un romanzo ed immancabilmente rispondevano che erano troppo occupati ad osservare la vita che li circondava e non ad immaginarla, stanchi di leggere le parole ma non di ascoltarle! Il carcere e la malattia cambia sempre le persone e spesso in meglio. Non è una regola matematica ma può capitare che ritrovino interessi ed occupazioni altrimenti declinate da altre priorità. Il nome di quel detenuto mi è rimasto nella memoria come le sue braccia sollevate e lo sguardo di chi ha paura ma non chiude gli occhi neppure di fronte a quel viaggio così faticoso.
mod ha detto…
non si sa qual'è una punizione giusta. nessuno in coscienza può dire cosa è giusto "per tutti". quindi in galera stanno quelli veramente cattivi ma che escono dopo poco e poi ci sono quelli sfortunati in tutto che magari ci stanno tutta la vita. penso che stare "dentro" o "fuori" alla fin fine non fa tanta differenza - sempre sopravivere devi se sei un comune mortale - se sei uno "importante" non fai fatica.

ho trovato particolarmente bello il commento di Tiziana.

love, mod
Bastian Cuntrari ha detto…
"... lui dentro si sta riabilitando del tutto, è tranquillo, tra i più amati..."

OK, tutto molto bello e "buonista": ma è complice di un duplice omicidio, cavolo di un cavolo! È un affiliato alla mafia cinese, una delle più sanguinarie associazioni a delinquere del mondo! Chissà se gli stessi commenti teneri e pieni di comprensione li avrei letti se avessi fatto sostenere l'esame, Prof., a un qualsiasi Salvatore Calò, affiliato alla 'ndrangheta o alla mafia nostrana...
Ornella ha detto…
Tanto per sdrammatizzare un po', dopo gli ultimissi validi commenti, ecco una battuta a proposito della mafia cinese che opera anche qui da noi: " Stavam' scarsi a fetient'!" che è una espressione ironica che si usa da queste parti per dire che già per conto nostro siamo messi male e che di certo non abbiamo bisogno di altra fetenzia!
LAURA ha detto…
Non sono mai stata in un carcere, ma penso che, anche solo come visitatore e per poche ore, non deve essere una esperienza così facile. Il tuo stato di apnea credo che descriva bene la sensazione...
Baol ha detto…
Beh, capisco perfettamente l'apnea!

Fabio? Fabio? Ci sei?

...


Fabio?!


...


Sicuri di averlo promosso?


Fabioooooooooooo?




(lo so, sono scemo :D )
Curly ha detto…
Ammazza oh! Ci credo che eri in continua apnea! Cavolo che curriculum che ha il signore! La moglie è "imprenditrice"? Mmmmmm :-D
Però scherzi a parte, dev'essere stata un'esperienza molto stimolante e interessante! :-)
Lady Cocca ha detto…
Ma la moglie imprenditrice, per caso, gestisce uno di quei "centri massaggi" che stanno spuntando come funghi? ;D
elena71 ha detto…
Ho lavorato come infermiera in un carcere ( maschile-femminile-e 41bis) per quasi due anni.

E' stata un'esperienza profonda e istruttiva.

Ho capito qual'è la differenza tra me persona e me professionista.

Sono riuscita a scindere quelli che erano i miei sentimenti, da quello che era il mio dovere.

Rispetto e professionalità sempre e comunque.

Era tenero passare per quelle celle e vedere che alcuni dei detenuti di lisciavano e profumavano: perché "passa l'infermiera!!!!", oppure vederli disperati per un telegramma che non arriva ( non ci sono cellulari,nè mail, nè altri mezzi di comunicazione..)e allora chiedere al secondino di portare il detenuto a fare la puntura in infermeria e con questa scusa dargli la possibilità di uscire di cella e venire a sfogarsi...

Storie di vita dolorosa, neonati in cella, figli che non vedi da una vita, parenti in fila per i colloqui, aids, malattia psichiatrica, suicidio, tossicodipendenza...

Vivere in un micromondo fatto di sigarette, ora d'aria, permessi, domandine, perquisizioni.

"A infermiè ho visto la macchina tua quanno esco te buco le rote!!!"
"Io so quando esci, t'aspetto fori e t'arroto!". :)

" A infermiè, mo spacco tutto e poi me tajo!"
" Vabbè, famme sapé quando hai finito che te vengo a ricucì"
" Vabbè infermiè, ma mica se fa così...!" :)

" A infermiè, se nun me fai la puntura m'ammazzo!"
" Vabbè, ma dopo magnato,è? Adesso c'ho da fa!"

Devo dire che spesso, con una battuta, ho trovato la soluzione a situazioni estreme e questo nella vita mi è servito moltissimo.
Simo ha detto…
Che esperienza...particolare! Deve essere stato interessante, anche se in queste situazioni è difficile rimanere in equilibrio tra la compassione e il senso di giustizia...

Non c'entra un tubo, ma ti volevo dire che ho iniziato da due venerdì ad insegnare alla VHS!! Sono contenta, sembra divertente :)

A proposito, ho invece un'amica che si vuole informare per diventare guida turistica italiana...mi ricordo che mi avevi detto di averla fatta: come si fa per diventarlo? Bisogna fare un corso prima? Da chi ci si può informare?
Grasssssie!!
Elisen ha detto…
conosco molto bene l'ambiente perché ho fatto la tesi 'in carcere' e sono sicura che l'esperienza ti abbia ripagato di per sé.
fabio r. ha detto…
@Lesandro: vorresti provare? di qua o di là?
@stella e suysan: triste ma molto istruttivo, e la sensazione di apnea mi ha seguito per un po'...
@dioniso: ci avrei scommesso che pure tu eri uno sporco disfattista come me! e la caritas è una bella esperienza! per il momento mi basta questo di esame ma chissà?
@palbi: a ripensarci a freddo un po' di brividi ce li ho :-) però bello, dai!
dioniso ha detto…
Tra sovversivi ci si capisce ;-)
fabio r. ha detto…
@tiziana: che altro aggiungere? hai centrato in pieno tutta la situazione, nel bene e nel male! e penso che a lungo andare la cosa ti entri un po' dentro..grazie!
@mod: d'accordissimo con te e tiziana!
@BC: ma infatti la cosa mi ha colpito assai! ma mi fido pure di chi lo conosce da anni e me ne ha parlato in quei termini. cmq il male è banale a vederlo in faccia, credimi!
@ornella, hai voglia a fetenzia!
@laura: confermo l'apnea! strana sensazione, davvero!
@baol: eheheh.. ci sono, ci sono... ancora per un po' almeno, finchè non avrò sistemato chi dico io!
@daisy: confermo l'interessante!
@ladycocca: no, ma da quel che trapela è un'imprenditrice della sartoria a Prato e ce credo!
@elena71: beh, pure tu sei bella e vaccinata allora! complimenti per il tuo lavoro altrochè!
@simo: complimenti per la VHS, ci ho fatto un corso pure io, a Salisburgo anni fa, e mi sono divertito! per la tua amica: deve andare a guardare i siti della regione che le interessa, il patentino è regionale e le domande passano attraverso la regione scelta, lì di solito c'è materiale per iscrizioni e date esami, può anche chiamare gli uffici info
della regione se vuole.
@elisen: lì con noi c'era appunto una ragazza che faceva una tesi anche lei sul sistema carcerario, e le fanno visitare ogni reparto!
Simo ha detto…
Grazie mille per le info!
Moky in AZ ha detto…
Io credo nella riabilitazione, e quello che hai fatto, aggratis, speak for itself! :)
Uno stralcio di vita vissuta di grande spessore ed interesse. La realtà del carcere vista da chi l'ha potuta visitare e vivere sia pure per poco tempo e come esterno. Una realtà dura e spesso anche tragica e colma di contraddizioni e tantissime storie.

Daniele il Rockdichter

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