Gregor Samsa nel baule
La notizia era trapelata già a giugno di quest'anno: a Tel Aviv sono stati ritrovati ben 10 bauli (DIECI BAULI, fa impressione solo a scriverlo..) pieni zeppi di carte appartenenti a Franz Kafka.
Quando ho letto la notizia - come ogni buon appassionato germanista e kafkiano nell'anima - ammetto che ho avuto i brividi, come se mi avessero comunicato la scoperta di un nuovo tesoro egizio e - che so - la prova dell'esistenza degli UFO.
Sono molto sensibile alla storia letteraria io. Spesso mi identifico con le biografie dei critici, oltre che con quelle degli scrittori, e dopo aver assorbito Kafka, le sue parole, le sue immagini, i suoi luoghi (Praga sta a me come la Mecca ad un mussulmano) durante i lunghi anni di studio, beh, la "scoperta" del secolo non mi lascia indifferente. Affatto!
Oggi leggo che finalmente la guerra tra gli eredi (una storia piuttosto complicata, triste e meschina, come in tutti i casi di lasciti così importanti) sembra terminata e quindi c'è il nulla osta all'analisi di quelle carte.
Alcuni fortunati studiosi hanno già intravisto inediti, schizzi, abbozzi ed altro materiale che farebbe la felicità di almeno 100 università nel mondo.
Noi - comuni mortali - dovremmo forse aspettare anni, prima di uno straccio di edizione critica, ma mai come in questo caso, l'attesa sarà il giusto prezzo da pagare.
Non saprei bene come spiegare questo mio entusiasmo un po' fanciullesco: solo chi ama Kafka (lui, le sue opere, la sua vita triste) può capimi e non pretendo certo che questa passione sia condivisa da tutti, ci mancherebbe altro!
Quando leggo, studio, cerco di spiegare Kafka ai miei neofiti (studenti o amici) mi trovo sovente di fronte a spesse mura di incomprensione, di sfiducia, o - nella migliore ipotesi- mi imbatto nella sfiducia e/o insoddisfazione del lettore che si aspetta la verità assoluta, la risposta definitiva dal testo.
Kafka no dà mai risposte. Ecco perchè molti lettori rimangono delusi dalle sue opere. Le sue ultime parole non rappresentano mai il confortevole happy end delle favole; le sue trame intricate non si disfano mai.
Quando si ha l'impressione di aver superato l'ultimo muro che frena la nostra corsa verso la conoscenza, ci accorgiamo che quello è solo un muro che sta attorno alla città, ma poi ci saranno altre città, circondate da altre mura, ed oltre le città il mondo, con altri paesi ed altre mura da superare, e così via, all'infinito, così che il messaggio che l'Imperatore (proprio lui!) ci vuole recapitare non arriverà mai.
Ma non per questo noi rinunceremo all'attesa messianica, ed alla sera, saremo lì. alla finestra, ad attendere il messaggero con la sua lucente corazza, ed il simbolo del sole sul petto...
Ecco perchè io aspetterò con pazienza.
Commenti
condivido con te la passione per Franky Kafka e allo stesso tempo capisco la reazione degli studenti. Per me il bello di Kafka è dato dalla tensione fra la sua scrittura secca, le sue storie assurde e complicate e i suoi temi così brutalmente reali. Anch'io all'università ho sofferto Kafka e devo dire che ho cominciato ad amarlo e a capirlo solo dopo essere stato a Praga. Ecco, forse se vuoi avvicinare i tuoi studenti al nostro Franchino, dovresti trovare il modo di portarli là, non prima, però, di avergli fatto digerire ben bene la "Praga magica" di Ripellino :-)
@Ipazia: già...!
@MR: allora ti inviterò quando dovrò parlarne al Liceo, ok? poi vediamo l'effetto che fa!
@Vincenzo: io cmq sono un onnivoro, leggo di tutto (o quasi, Moccia no..)ma ho le mie "sacche di lettura" preferite, e Kafka sa lì, in una bella nicchia!
@Gianluca: grazie a te per il commento: in effetti simo molto curiosi noi bevitori di letteratura!
@Tiziana: come dicevo sopra io sono un quasi onnivoro letterario, amo anche Scott Turow, Stephen King, poi ho una passione per Culicchia, Aldo Nove, e passo con facilità da Pavese ad Agatha Christie, e non mi faccio problemi di snobismo.. alcune volte lascio il libro lì, a metà (ma lo diceva anche Pennac no? se un libro non ti piace lascialo!) anche se di solito leggiucchio un po' di tutto.
Poi ci sono le passioni intellettuali, e lì c'è posto solo per i felici pochi che leggo e rileggo!