Stanco...
Visto che oggi, dopo un burrascoso ritorno alla normalità (ma esiste la vita "normale"? Non siamo tutti forse attori di una pièce teatrale, ognuno con le proprie maschere deformi?), mi sentirei un po' "stanchino" (cfr. Forest Gump), ed allora ho pensato di servirmi delle parole di un altro, per manifestare questo torpore...
Sono addirittura troppo stanco per partorire mie riflessioni, quindi le rubo agli altri:
"Diversamente che nell'amicizia, nell'amore - o come chiamare quel sentimento di pienezza e totalità? - con lo scatenarsi della stanchezza, all'improvviso era in gioco tutto. Disincanto; di colpo svanivano le linee dall'immagine dell'altro; lui, lei, nel volgere di un attimo terribile, non davano più immagine alcuna; l'immagine dell'attimo prima era soltanto un miraggio: così, da un momento all'altro, poteva essere finita tra due esseri umani, e la cosa più terrificante era che con questo sembrava essere finita anche con sé stessi; ci si sentiva altrettanto orrendi - o meglio: nulli - quanto l'altro, con il quale fino a un istante addietro si era dato corpo tangibilmente a una certa maniera di vivere (un corpo e un'anima); non meno del maledetto antagonista, si voleva essere cancellati o spazzati via subito personalmente..."
Peter Handke, Saggio sulla stanchezza (1989)
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ogni tanto mi sento un diesel, devo ancora scldarmi.
Ciao