La sindrome di Salieri

La musica è - da sempre - una delle mie passioni (e questo si era capito anche dal post precedente..), e come molti altri amici "ieri giovani" mi sono spesso cimentato con la chitarra, sin dai primi vagiti musicali.

Nei gloriosi anni adolescenziali posso dire - senza falsa modestia - di aver avuto i miei giorni di gloria: con gli amici di sempre ci dilettavamo a fare le cover (ma allora non le chiamavamo nemmeno così, noi suonavamo e basta) dei nostri gruppi preferiti, che spaziavano dagli Eagles a CSN&Y, dagli immancabili Led Zeppelin (Stairway to heaven era l'ordalia di tutti i chitarristi ambiziosi, me incluso) agli evergreen Beatles.

Poi le distanze tra noi crebbero e per esigenze lavorative la band (le bands? boh, forse eravamo inclini alle jam sessions anche noi) si sciolse, e Jack -Fabio - Frusciante è uscito dal gruppo, con maliconia, per mancanza di tempo e poca voglia di applicarsi nelle prove.

Eppure all'epoca ero un virtuoso (analfabeta del pentagramma, ma pur sempre virtuoso) delle 6 corde, spesso chiamato all'ardua funzione di "solista" della band, ovvero quello che sotto pressione era tenuto a prolungare la jam session con interminabili assoli spacca dita, ma sentivo che il limite stava pericolosamente avvicinandosi.

Con gli anni ho maturato una pasione culturale per le vicende dei geni, incompiuti e non: Mozart è stato a lungo un faro illuminante nella mia strada. Poi peròmi sono interessato alle figure parallele, alle seconde linee ai margini della genialità: Il Soccombente (di Thomas Bernhard) è tutt'oggi uno dei miei romanzi preferiti; non dico di aver parteggiato apertamente per Salieri, ma lo capisco.

Accade a volte di imbattersi nella genialità e se il talento che osserviamo è lontano dalle nostre corde, la cosa non può che farci piacere, in questo caso saremo felice parte di un pubblico estasiato.

Quando però ci rendiamo conto che quegli stessi semi di un talento immenso, che ora stiamo osservando fioriti e rigogliosi nell'arte, stentavano a germogliare nel nostro arido giardino d'infanzia, allora ci assale una sensazione strana, un misto di rassegnazione ed invidia, dove però la rassegnazione è sicuramente prevalente.

Ecco perchè i mancati scrittori (tu quoque Fabie, fili mi?) si aggrappano alle citazioni dotte, consapevoli di non poter raggiungere la pienezza espressiva di quelle parole già dette e scritte da altri.
Ma con la musica il problema è diverso: cosa si fa? si canticchia? Si strimpella? Sì.
E' un buon metodo antistress, ci placa gli animi. E' Ars gratia Artis, non lo nego. E' comunque un bel modo di passare il tempo, ed allora - sempre più raramente, lo ammetto - riprendo in mano la vecchia Durlindana e strimpello. Magari le nocche delle dita fanno un po' male all'inizio, le giunture non sono più quelle di una volta, però per una mezz'oretta il tempo sembra fermarsi, e riavvolgersi con in un vecchio VHS, ritrasmettendoci le immagini di un film mai dimenticato del tutto, la cui trama però ci sfugge.

Molti si saranno imbattuti in internet in questo video: beh, non posso dire che LUI si il motivo per cui IO abbia smesso di suonare allora (per motivi puramente cronologici, alla faccia di Einstein), però QUESTO è il genio a cui mi riferisco.

Guardate e ditemi se un po' di impressione non la fa anche a voi...

Lui si chiama McKee ed è stato cliccato in rete più di 30 milioni di volte.


Commenti

L. ha detto…
eccomi! ricambio la visita e mi prendo del tempo per leggere un po' di te..saluti e a presto!
Andrea ha detto…
...fiii questo qui è un mago!
Grande, trovane altri di quesi!
marge ha detto…
Io mi innamoravo sempre di quello che nel gruppo suonava la chitarra.............
DRESSEL ha detto…
in passato sono stata la mozart della gioia di vivere, ma, nel mio caso, salieri ha vinto
Prisma ha detto…
Meraviglioso...

Conosci Rodrigo Y Gabriela? Sono fratello e sorella messicani, giovanissimi, due maghi della sei corde. Ho avuto la fortuna di vederli dal vivo e... bè, sono rimasta senza parole... Che groove, che anima, che passione!

Leggendoti non ho potuto non pensare a quando le mie dita correvano veloci sulla tastiera del mio pianoforte, che ora langue, sommerso dalla polvere e del rimpianto. Non ho nemmeno il coraggio di riavvicinarmi a lui. È troppo grande la paura di non esserne più all'altezza. Mi accontento della tastiera del mio computer... Per dare sfogo a un altro tipo di emozioni...
60gandalf ha detto…
e pensare alle dita grassocce che si ritrova!!!
fabio r. ha detto…
@tutti: grazie per le vostre cortesi visite e per l'apprezzamento mostrato verso questo geniale panzone con la chitarra...
io vedendolo ho deciso di limitare la mia pratica al classico giro di DO, con qualche fugace fuga in avanti verso il giro di SOL...
@Suysan:Io ero quello con la chitarra in spiaggia, mentre tutti limonavano selvaggiamente ero una sorta di juke box asessuato... che giovinezza d'inferno!
...anch'io trovo molto bravo il "panzone con la chitarra"... e che dire di Salieri, l'ho scoperto da piccola, per una strana coincidenza: mi chiedevo a chi fosse dedicata la via in cui abito!
Un bacione e ... buon lunedi!
Maurizio ha detto…
Questo video me lo fece vedere un mio collega qualche mese fa... Bellissimo!

Una delle cose che mi mancano di più nella vita è proprio la capacità di suonare uno strumento. E' una cosa a cui vorrei presto porre rimedio... amo la musica sin da quando ero bambino e non capisco perchè non mi sono mai voluto accostare alla gioia di suonare...

Non è mai troppo tardi, comunque! :)

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