Libri ed idee
Prendo spunto da un post del blogger Gianluca, che - a tradimento - posta un paio di estratti da Moccia (sic!) e così mi (ci) costringe a leggere frasi sconfusionate, che stanno alla letteratura italiana più o meno come Mastella sta alla coerenza politica....
Il primo pensiero è quello del falò ritorsivo salvifico, poi però penso a tutti quegli scrittori le cui opere sono state realmente bruciate nel passato, le cui voci di dissenso sono state messe a tacere dalle varie tirannie, ed allora rifletto: tutta la letteratura ha il diritto di trovare i propri lettori.
L'uomo gode del libero arbitrio anche in campo letterario, ed è libero di leggere oppure no, di scegliere secondo i propri gusti.
Allora si legga ciò che si vuole, sperando che si rispettino i diritti del lettore (come ci insegna Pennac), ed augurandoci solo che la nostra intelligenza ci sia da faro nella notte dell'abisso (sperando che non succeda ciò pronosticato da Nietzsche: se troppo a lungo guardi l'abisso, l'abisso guarderà te...).
Voglio ricordare qui una bella frase di Heinrich Heine:
„Das war ein Vorspiel nur, dort wo man Bücher verbrennt, verbrennt man auch am Ende Menschen.”
(è stato solo il prologo, dove si bruciano i libri alla fine si bruciano anche le persone).
Il rogo dei libri
Quando il regime ordinò che in pubblico fossero arsi
i libri di contenuto malefico e per ogni dove
furono i buoi costretti a trascinare
ai roghi carri di libri, un poeta scoprì
- uno di quelli al bando, uno dei meglio - l'elenco
studiando degli inceneriti, sgomento, che i suoi
libri erano stati dimenticati. Corse
al suo scrittoio, alato d'ira
e scrisse ai potenti una lettera.
Bruciatemi!, scrisse di volo, bruciatemi!
Questo torto non fatemelo! Non lasciatemi fuori! Che forse
la verità non l'ho sempre, nei libri miei, dichiarata? E ora voi
mi trattate come fossi un mentitore! Vi comando:
bruciatemi!
Il primo pensiero è quello del falò ritorsivo salvifico, poi però penso a tutti quegli scrittori le cui opere sono state realmente bruciate nel passato, le cui voci di dissenso sono state messe a tacere dalle varie tirannie, ed allora rifletto: tutta la letteratura ha il diritto di trovare i propri lettori.
L'uomo gode del libero arbitrio anche in campo letterario, ed è libero di leggere oppure no, di scegliere secondo i propri gusti.
Allora si legga ciò che si vuole, sperando che si rispettino i diritti del lettore (come ci insegna Pennac), ed augurandoci solo che la nostra intelligenza ci sia da faro nella notte dell'abisso (sperando che non succeda ciò pronosticato da Nietzsche: se troppo a lungo guardi l'abisso, l'abisso guarderà te...).
Voglio ricordare qui una bella frase di Heinrich Heine:
„Das war ein Vorspiel nur, dort wo man Bücher verbrennt, verbrennt man auch am Ende Menschen.”
(è stato solo il prologo, dove si bruciano i libri alla fine si bruciano anche le persone).
Questa invece l'opinione - sarcastica come sempre - di Brecht:
Die Bücherverbrennung
Als das Regime befahl, Bücher mit schädlichem wissen
Öffentlich zu verbrennen, und allenthalben
Ochsen gezwungen wurden, Karren mit Büchern
Zu den Scheiterhaufen zu ziehen, entdeckte
Ein verjagter Dichter, einer der besten, die Liste der
Verbrannten studierend, entsetzt, daß seine
Büchen vergessen waren. Er eilte zum Schreibtisch
Zornbeflügelt, und schrieb einen Brief an die Machthaber.
Verbrennt mich! schrieb er mit fliegender Feder, verbrennt mich!
Tut mir das nicht an! Laßt micht nicht übrig! Habe ich nicht
Immer die Wahrheit berichtet in meinen Büchern? Und jetzt
Werd ich von euch wie ein Lügner behandelt! Ich befehle euch:
Verbrennt mich!
Als das Regime befahl, Bücher mit schädlichem wissen
Öffentlich zu verbrennen, und allenthalben
Ochsen gezwungen wurden, Karren mit Büchern
Zu den Scheiterhaufen zu ziehen, entdeckte
Ein verjagter Dichter, einer der besten, die Liste der
Verbrannten studierend, entsetzt, daß seine
Büchen vergessen waren. Er eilte zum Schreibtisch
Zornbeflügelt, und schrieb einen Brief an die Machthaber.
Verbrennt mich! schrieb er mit fliegender Feder, verbrennt mich!
Tut mir das nicht an! Laßt micht nicht übrig! Habe ich nicht
Immer die Wahrheit berichtet in meinen Büchern? Und jetzt
Werd ich von euch wie ein Lügner behandelt! Ich befehle euch:
Verbrennt mich!
Il rogo dei libri
Quando il regime ordinò che in pubblico fossero arsi
i libri di contenuto malefico e per ogni dove
furono i buoi costretti a trascinare
ai roghi carri di libri, un poeta scoprì
- uno di quelli al bando, uno dei meglio - l'elenco
studiando degli inceneriti, sgomento, che i suoi
libri erano stati dimenticati. Corse
al suo scrittoio, alato d'ira
e scrisse ai potenti una lettera.
Bruciatemi!, scrisse di volo, bruciatemi!
Questo torto non fatemelo! Non lasciatemi fuori! Che forse
la verità non l'ho sempre, nei libri miei, dichiarata? E ora voi
mi trattate come fossi un mentitore! Vi comando:
bruciatemi!
Commenti
bruciare i libri è disumano, l'inizio del regime.
buona domenica Fabio!
io ho invece il problema che una volta iniziato un libro, anche se non mi piace, mi sento obbligata a finirlo....