Il 25 Aprile del Sig. Keuner
Mi prendo una pausa (a malincuore..) dall'amata Berlino, visto che rischio di diventare monotono, ed approfitto per assolvere ad un dovere "civico" a lungo procrastinato .
Accolgo ora - come hanno già fatto tanti amici bloggers d'altronde - l'invito che Valeria ci ha fatto tempo fa' ed aderisco al progetto "Mondine: 25 Aprile - 250 Bloggers".
Il tema mi è particolarmente caro, e non solo per questioni contingenti (ci mancherebbe altro! e sarebbe riduttivo collegare la ricorrenza al periodo che stiamo vivendo. La Resistenza è stata una cosa molto più seria dei nostri attuali moti di insofferenza politica!) bensì per radici familiari.
La mia famiglia la Resistenza (con la R maiuscola) l'ha fatta davvero: mia nonna fu medaglia d'argento e membro di una brigata antifascista, mio padre staffetta partigiana, da parte materna ho zii ebrei che a Roma collaborarono con la Resistenza romana, ed alcuni morirono nel Lager...
Ho vissuto la mia infanzia dorata lasciandomi coccolare al suono di Bella Ciao cantata a bassa voce da nonna Santuzza per farmi addormentare, ho ascoltato le storie dei vecchi partigiani amici di famiglia davanti al fuoco.
La mia storia personale (ed in parte quella culturale, come è giusto che sia) è stata forgiata nel rispetto dei valori democratici figli di questa Repubblica.
Sono stato educato al rispetto democratico per ogni pensiero, mi sento profondamente illuminista, nello spirito della tolleranza di Voltaire, ho amici di fazioni ed idee diverse, e ne sono fiero.
Non mi sognerei mai di essere intollerante o astioso con chi non la pensa come me.
Certo, oggi sono un po' più pessimista, ma credo che le radici di questa democrazia siano più forti di ogni spinta plebiscitaria...
Malgrado questa lunga premessa però ho scelto di non abiurare alla mia passione letteraria, nè alla natura stessa "citazionista" del mio blog, ed allora voglio celebrare questa data con le parole di altri, che - come spesso mi capita - dicono mille volte meglio ciò che io, povero illuso semi analfabeta - non saprei esprimere.
Buon 25 Aprile a tutti allora, a tutto l'arco costituzionale del blog, praticamente da Gianluca a Gandalf :-)
Nella casa del signor Egge, che aveva imparato a dire di no, giunse un giorno nell´epoca dell´illegalità un agente. Costui mostrò un documento rilasciato per conto degli occupanti della città, sul quale c´era scritto che ogni abitazione in cui lui metteva piede sarebbe diventata sua; allo stesso modo diventava suo anche il mangiare di cui aveva bisogno e ogni uomo che lo incontrava doveva servirlo.
L´agente si accomodò su una sedia, chiese da mangiare, si lavò, si mise a letto e domandò all´ospite prima di addormentarsi, senza guardarlo negli occhi: «Vuoi servirmi?»
Il signor Egge lo coprì con una coperta, cacciò le mosche, vegliò sul suo sonno e come quel giorno ubbidì all´estraneo per sette anni.
Ma pur prodigandosi, una cosa si guardò bene dal fare, e cioè rispondere a quella prima domanda. Passati i sette anni l´agente, diventato grasso dal troppo mangiare, dal troppo dormire e comandare, morì.
Il signor Egge lo avvolse nel lenzuolo consunto, lo trascinò fuori casa, lavò la stanza, tinteggiò le pareti, prese un bel respiro e rispose:
«No».
(Bertold Brecht: le storie del Sig. Keuner)
Commenti
Un abbraccio, a presto! :-)
un abbraccio
Il bello della democrazia sta proprio nella possibilità che ci è data di credere in alcuni valori e celebrarne dei momenti.
Sarebbe triste non poterlo fare.. nelle dittature (quelle vere, di qualunque colore) ciò non è possibile. qui ancora sì.
@Gandalf: una precisazione. io - personalmente - non esalto nulla, da appassionato storico (come spero di essere...) vedo tutto con distacco laico, lungi da me l'esaltazione aprioristica... ribadisco i torti e le tragedie che sono figlie di ogni guerra civile!
Non sono però d'accordo con te quando parli di dittatura post 25 aprile in Italia. Dammi retta compaesano: le ditatture (comuniste o fasciste, senza distinzione) sono molto più serie! La nostra repubblica non naviga certo nella calma serafinica ma di qui a parlare di dittatura ce ne passa. A noi la libertà di parola o dipensiero non l'hanno mai tolta. Non penso che tu (ma nemmeno io) sia stato purgato o picchiato da chi ti voleva incarcerare.. Oddio se l'hoanno fatto me ne dispiace (un poì...), Mio nonno fu picchiato e rinchiuso per le sue idee dai fascisti. A mio padre è stata negata una possibile carriera militare (che io aborro ma che a lui sarebe piaciuta.. degustibus!) solo perchè figlio di comunisti, e questo nei "pacifici" anni 50!! Mantre i figli dei gerarchi in paese sono direttori di banca (ed oggi i loro nipoti..).
E te lo dico ora che ho ri-visto da vicino le conseguenze di quella dittatura da sinistra della DDR. believe me! la nostra - seppure imperfetta - è ancora democrazia!!
Un abbraccio al grifo ed agli altri!