Growing up, going nowhere....
Un paio di cose mi hanno colpito oggi, in un'ennesima giornata afosa qui, al centro dello stivale (praticamente sullo stinco..), mentre mi muovo con difficoltà tra i punti lontani di un percorso mentale, costellato da strade di campagna e colline coperte di girasoli.
Tornando dalla facoltà, dopo aver "brillantemente" promosso i miei studenti di inglese (alcuni ai limiti del Totò-e-Peppino-slang..), mi sono chiesto se questi ragazzotti avranno mai la consapevolezza del privilegio di essere 20enni in questo scorcio di midsummer, con gli esami alle spalle e solo il cielo davanti...
...ed ho ripensato con nostalgia alle mie estati da studente, ed al privilegio dell'assenza (assenza di doveri, di pensieri, di peso fisico e mentale) che difficilmente tornerà.
Questo stesso pensiero mi ha sfiorato al termine degli esami di stato, quando ho cercato di convincere i ragazzi a prendersi una pausa e fare un viaggetto "on the road", senza una meta precisa, certo non citando Kerouac ( forse lontano da loro per spirito e tempo), ma - confidando nella cinefilia di alcuni - ho rispolverato una frase tratta da uno dei film che ho amato di più, e che amo ancora rivedere, dopo più di 20 anni dall'uscita: Fandango.
La frase è questa:
"There’s nothin’ wrong with goin’ nowhere, it’s the privilege of youth."
La vita che avrei desiderato, forse, dopo il diploma, o dopo la laurea, assomiglia molto a Fandango: avrei voluto avere la forza delle due amiche US, avrei voluto togliere le ancore per sempre..forse...
Ma poi le radici sono più forti di tutto. Ed allora la fuga si concentra nel viaggio, l'esilio si converte in turismo, Xanadu si rivela essere un villaggio per vacanzieri..
Ma il sogno della frontiera, del viaggio è ancora lì, come un piccolo folletto dispettoso che ogni tanto si riaffaccia alla porta della coscienza: io lo lascio entrare, per un po', lo ascolto, poi gli do' dei biscotti, ed un po' di birra, e lo ricaccio via.
E allora torno dentro, a rivedere Fandango, e sogno (IO, praticamente un invalido sulla dance floor!) un ballo come questo....
Tornando dalla facoltà, dopo aver "brillantemente" promosso i miei studenti di inglese (alcuni ai limiti del Totò-e-Peppino-slang..), mi sono chiesto se questi ragazzotti avranno mai la consapevolezza del privilegio di essere 20enni in questo scorcio di midsummer, con gli esami alle spalle e solo il cielo davanti...
...ed ho ripensato con nostalgia alle mie estati da studente, ed al privilegio dell'assenza (assenza di doveri, di pensieri, di peso fisico e mentale) che difficilmente tornerà.
Questo stesso pensiero mi ha sfiorato al termine degli esami di stato, quando ho cercato di convincere i ragazzi a prendersi una pausa e fare un viaggetto "on the road", senza una meta precisa, certo non citando Kerouac ( forse lontano da loro per spirito e tempo), ma - confidando nella cinefilia di alcuni - ho rispolverato una frase tratta da uno dei film che ho amato di più, e che amo ancora rivedere, dopo più di 20 anni dall'uscita: Fandango.
La frase è questa:
"There’s nothin’ wrong with goin’ nowhere, it’s the privilege of youth."
La dice un giovane Kevin Costner prima di imbarcarsi in quel lungo road movie attraverso il deserto, alla ricerca di DOM (solo chi ha visto il film può coglierne la poesia..chi non l'ha ancora visto - vergogna! - vada subito in videoteca o si affidi ad Emule!), alla fine di un percorso che ha visto gli amici vivere in simbiosi, prima che il futuro (in quel caso il Vietnam) venga a bussarci alle spalle..
Poi in serata ho letto 2 post estremamente interessanti, quasi poetici, di Nonsisamai e Moky, due anime pellegrine negli USA, che invidio (per il loro coraggio) e che ho imparato ad apprezzare via schermo piatto. Lì parlano di viaggi e di appartenenza, di terra e di aria, e si fanno domande molto importanti, a cui non posso che provare a rispondere con l'unica arma che mi resta: l'ironia. Ma non basta. Ve li consiglio caldamente...La vita che avrei desiderato, forse, dopo il diploma, o dopo la laurea, assomiglia molto a Fandango: avrei voluto avere la forza delle due amiche US, avrei voluto togliere le ancore per sempre..forse...
Ma poi le radici sono più forti di tutto. Ed allora la fuga si concentra nel viaggio, l'esilio si converte in turismo, Xanadu si rivela essere un villaggio per vacanzieri..
Ma il sogno della frontiera, del viaggio è ancora lì, come un piccolo folletto dispettoso che ogni tanto si riaffaccia alla porta della coscienza: io lo lascio entrare, per un po', lo ascolto, poi gli do' dei biscotti, ed un po' di birra, e lo ricaccio via.
E allora torno dentro, a rivedere Fandango, e sogno (IO, praticamente un invalido sulla dance floor!) un ballo come questo....
Commenti
Mi segno il film! A presto
Sai, credo che tutti abbiamo desiderio di scappare, mollare tutto alle spalle e ricominciare altrove... ahhh, sarebbe bello poterlo fare con la medesima nonchalance degli eroi del cinema! Ma nella realtà, beh, si fa più fatica a mollare tutto... Però, nonostante tu l'abbia desiderato senza averlo realizzato... MAI DIRE MAI!!!! Finchè ne sentirai il desiderio... sarai in tempo per realizzarlo: anche fra quaranta anni!!!!
;-))
PS: io non l'ho visto il film... mi devo vergognare??? Però mi sa che non ero nata quando è uscito...
quasi quasi appena posso mi rivedo Fandango!!
almeno credo!
ora devo fare memoria e cercare di ricordarmi con chi ho parlato!
vuoi venire anche tu?