L'amor Cortese

La settimana di San Valentino continua imperterrita (oggi alla Coop a momenti sbatto contro una montagna enorme di baci Perugina in agguato dietro uno scaffale...) e qui urge raddolcire gli animi, onde lavare via la bile cresciuta a suon di urla nella TV degli ultimi giorni.
Il tema "Amore" mi interessa poco ultimamente (in sendo moooolto lato, un ultimamente che si protrae ormai da lustri...), almeno dal punto di vista affettivo e neurologico, ma ammetto che tra le mie passioni letterarie - musicali (sane? insane?) annovero un interesse sfacciato per la Poesia Troubadorica e quindi per il vicino Minnesang tedesco ed il Dolce stil novo italico.




La scuola Palermitana, la corte di Federico II poi è uno zenith della mia (scarsa) formazione medievistica/letteraria ed allora ho pensato di allineare in una sola paginetta (da buon prof che centellina le dispene autoprodotte e sintetizzate..) 2 momenti di questa poesia, 2 esempi che mi sembra possano ben legarsi al periodo valentiniano:
Una lirica di Giacomo da Lentini ed una (tradotta, non in originale alto tedesco, molto bello per carità, ma poco "postabile") di Walter von der Vogelweide, dal Tirolo, così copro l'amore dalle Alpi alla Sicilia!

Amor è uno desio che ven da core
per abondanza di gran piacimento;
e li occhi in prima generan l'amore
e lo core li dà nutricamento.
Ben è alcuna fiata om amatore
senza vedere so 'namoramento,
ma quell'amor che stringe con furore
da la vista de li occhi ha nascimento:
ché gli occhi rapresentan a lo core
d'onni cosa che veden bono e rio,
com'è formata naturalemente;
e lo cor, che di zo è concepitore,
imagina, e li piace quel desio:
e questo amore regna fra la gente.
(Giacomo da Lentini)





Se ti sia indifferente non lo so. T'amo; e questo m'è grave
che il tuo sguardo mi passi accanto e sopra questo devi evitare.
Non può un simile amore tollerarlo senza averne gran danno.
Aiutami a portarlo: è troppo grave il peso caricato.
O forse è solamente per prudenza che il tuo occhio mi fissa sì di rado?
Se me lo fai con buon intendimento non voglio allor per questo biasimarti,
e d'evitare pur ti sia concesso la vista del mio capo
e un abbassar degli occhi giù ai miei piedi sia questo il tuo saluto.
Seppur tutte le guardo quelle che per buoni motivi mi dovrebber piacere,
tu sola resti la mia donna.
E dirlo posso senza vanteria:
nobili e ricche sono quelle in parte ed hanno gioia e son forse migliori,
ma tu sei buona. Donna ripensa a questo se per qualche ragione a me riguardi.
Non vale amore di un amico quando non v'è anche l'altro,
e a nulla giova amor solo da un lato ma comune deve essere,
tanto da passare per due cuori soltanto e poi nessun altro.
(Walter von der Vogelweide)



Commenti

Camu ha detto…
La seconda è più nelle mie corde, è più tormentata.Praticamente evidenzia che l'amore è una faticaccia o per il troppo amore o per il rifiuto...e come dargli torto!!!
Camu ha detto…
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Donna Cannone ha detto…
Ciao Fabio! Io che non sono una romantica e non lego con la poesia, mi godo molto queste bellissime immagini che ci hai offerto!
Elisa ha detto…
Rieccomi dopo una lunga assenza! La seconda mi piace molto...
Tschuess! Bis bald!
Soni ouù figlio del mi tempo quindi novecento.

Ciao!
Daniele il Rockdichter
Moky in AZ ha detto…
A me piacciono tutte e due... then again, in questo momento Valentino o non Valentino, sono in vena di tormenti e analisi introspettive...

Ma tutto questo romanticismo, che fai? Lo dedichi ai tuoi amici pelosi? A bit of a waste... :)
NADIA ha detto…
hola fabio romanticone, tra le 2 preferisco la seconda, è un pochino più sofferta.
Ma un pò d'allegria nooo!!!!
Un abbraccio!!!
Elisen ha detto…
sicuramente in alto tedesco suonerebbe benissimo ma ti ringrazio per la traduzione.
evviva le donne né nobili né ricche!

per il Lentini anche il poeta delle mie parti ebbe da spendere parole (purgatorio canto XXIV):

«O frate, issa vegg'io», diss'elli, «il nodo
che 'l Notaro e Guittone e me ritenne
di qua dal dolce stil novo ch'i' odo!
Io veggio ben come le vostre penne
di retro al dittator sen vanno strette,
che de le nostre certo non avvenne;
e qual più a gradire oltre si mette,
non vede più da l'uno a l'altro stilo»;
e, quasi contentato, si tacette.

Il 'Notaro' è proprio il Lentini, riportato come maggiore esponente della Suola siciliana.
fabio r. ha detto…
@tutti: grazie per i gentili commenti! Beh, da povero medievista mancato amo il perdiodo Troubadorico ed i poeti dell'epoca, e mi spiace privarvi della versione althochdeutsch della seconda poesia, è VERAMENTE molto musicale (d'altronde le poesie dei trovatori erano canatate!) ma non vorrei passare per catechizzatore :-D
@Moky: io festeggio - come da un po' di anni ormai - San Faustino, patrono degli zitelli (single..) e l'amore lo riverso sui gattoni che se lo meritano a prescindere dal santo!!
la signora in rosso ha detto…
il San valentino dei baci perugina non mi piace, ma leggere il tuo post mi fa riconciliare con il santo....(per san Faustino non hai poesie?!!!) Ciao

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