Caro Diario

Ebbene sì, lo confesso: per qualche anno ho tenuto regolarmente un diario. In realtà uno all'anno, utilizzando le comode agende fornite dalla Banca, e ne seguivo scrupolosamente la cronologia quotidiana.

Mi imponevo una riflessione scritta alla sera, in qualunque condizione e/o luogo fossi, registravo pezzi di vita (spesso molto banali) come un bravo notaio del mio destino, uno sforzo - a pensarci bene - abbastanza inutile, eppure allora sentito quasi come un obbligo morale verso la mia memoria.

Se ricordo bene furono 4/5 anni fitti fitti di note, parole, sensazioni, accenni e frammenti, anni da adolescente un po' eccentrico, in cui portavo Freud al mare, e leggevo Rilke sotto l'ombrellone... Ero strano forte allora.....

Poi improvvisamente, un primo Gennaio di molti anni fa', decisi di bruciare tutto, senza una vera ragione, un gesto istintivo, forse (a pensarci bene, oggi, col senno di poi) dettato dalla convinzione di essere ad un bivio, uno dei tanti falsi sentieri che mi si paravano di fronte nell'adolescenza, con la sicumera di aver finalmente preso la MIA strada, ed il dovere di far quindi piazza pulita del passato.

Li bruciai, così come leggevo avrebbe voluto fare Kafka dei suoi diari, di tutti gli appunti che invece l'amico Brod conservò.. Andai in campagna, a casa di un cugino, accesi un piccolo falò nel camino e via. L'autodafè della memoria.

Oggi questo è (stupidamente?) uno dei miei più grandi rimpianti. Ho perso la memoria del mio quotidiano, di un'epoca che non tornerà più...

Allora scrivevo sotto l'influsso dei miei autori preferiti, spesso inconsapevolmente, ed allora mi paragonavo a Thomas Mann, che scriveva diari con la convinzione che poi sarebbero stati pubblicati, o come Rilke, che invece li vedeva alla stregua di una memoria privata, frammentaria...

Forse avevo velleità pubblicistiche anch'io, ma poi si smorzarono nel tempo, e rimase la voglia di monologare con la carta, con l'altro me stesso.

In momenti diversi ho poi ripreso a scrivere pagine diaristiche, ma con meno convinzione, e senza lo scrupolo documentaristico di allora.. Le tante agende che si sono accumulate da allora hanno diverse grafie, finalità differenti, ed una certa frammentarietà, la stessa incompletezza di pensiero che - d'altronde - caratterizza questo umile blog, a suo modo un'estensione "pubblica " di uno spazio privato, evoluzione narcisistica della pagina dell'agenda.

Le uniche agende che contuinuo a frequentare sono le care Moleskine da viaggio, che porto sempre con me, e che registrano tuti i miei spostamenti in Europa (i cui frammenti si possono trovare in parte anche qui, copiati nel blog sotto la voce "viaggi"), loro sono ancora utilie presenti.

Poi ci sono alcune agende "di contrabando", comprate in anni successivi con la velleità mai sopita di riprendere il filo della memoria, ma che oggi ospitano frammenti dell'IO esplosi, come schegge nel tempo e nello spazio.

Oggi, sistemando alcuni libri, ne ho ritrovata una, comprata 15 anni fa', un libricino verdognolo, dalla copertina simil Liberty e la pagine quadrettate gialline, in stile finto antico. E' datato esattamente a 15 anni fa' ed ha persino un titolo (Tagebuch eines Entsagenders, ovvero Diario di un rinunciante, sotto l'evidente influenza di Goethe) ed una dedica: Diventare ciò che si è (Nietzsche).
Un equilibrio perfetto che testimonia ancora una volta la mia latente ipertrofia dell'ego....



E' strano vedere la propria calligrafia trasformata in pensieri antichi, eppure ancora presenti nella sfera subcoscente (forse in quella parte del cervello che la Levi Motalcini associa all'irrazionale, alla corteccia insomma...) sebbene di acqua ne sia passata tanta sotto i ponti e tra le mani.

La memoria ha bisogno di piccole iniezioni di fiducia ogni tanto, ed allora ben vengano le pagine di un vecchio diario ingiallito.....

P.S. per la cronaca: la terza pagina ospita ben 4 citazioni (il vizio, come si vede, continua..) letterarie quasi programmatiche, che mi sembrano degne di essere trascritte anche qui, se non altro per strapparle all'oblio.

  • L'amore in ciò consiste: due solitudini si proteggono, si toccano, si salutano (R.M.Rilke)
  • Whe who were living, are now dying, with a little patience (T.S.Eliot)
  • Das Ewigweibliche zieht uns hinan (Goethe)
  • Ho bevuto un unico sorso di vita/ti dirò quanto l'ho pagato/ esattamente un'esistenza /il prezzo di mercato, m'hanno detto. (Emily Dickinson)

Commenti

enne ha detto…
Io, invece, i miei diari non li ho bruciati mai. Quando vado a rileggerli mi chiedo, a volte, se a scriverli sia stata proprio io.
Magari avrei dovuto bruciarli.
Back in the USA ha detto…
Ecco un'altra cosa che ci accomuna. Anche io scrivevo su agende di banca i miei pensieri giornalieri adolescenziali, poi un giorno brumoso ho bruciato tutto e mi son pentita.
Chissà se avrei riso delle mie scemenze con mia figlia.
Spero che sia guarito finalmente.
bacini
Lara ha detto…
A me dispiace che tu abbia bruciato i diari che avevi scritto con tanta costanza.
Non escludo per niente che tu possa diventare un celebre scrittore e chi vorrà sapere qualcosa di te, avrà meno materiale a cui attingere :(
Tra Moleskine e blog, forse si ricaverà ugualmente qualcosa?

Un abbraccio triste,
Lara
Camu ha detto…
Un vero peccato l'atto di bruciare tutto , in quel momento hai avuto forse una forte scarica di egocentrismo!!!!!Sicuramente rimangono tanti ricordi vista la tua mente "allenata".
la signora in rosso ha detto…
che peccato bruciare tutto! ricordo d'aver cominciato un centinaio di volte a scrivere un diario, ma non ho mai avuto la costanza di continuare.
Buona serata
AndreA ha detto…
Qualche anno fa, per qualche anno, ho tenuto anche io un diario con la cronaca delle giornate; anche io mettevo nero su bianco alla sera, ovunque fossi.

Non ho bruciato nulla. Quando mi capita di rileggere quelle pagine, rivivo esattamente ogni singolo momento, l'umore e lesensazioni di quelle giornate, da quanto il racconto è particolarizzato.

A presto! :-)
María ha detto…
Ciao hermano!! Come stai?
Anch'io ho bruciato qualche volta foglie con miei pensieri. Ma non mi sono pentita per niente. Maria adolescente non aveva niente interessante.

Un abbraccio.
Gianna ha detto…
Ricordi com'ero entusiasta dei tuoi scritti? Ebbene, lo sono ancora.
In un attimo d'impulsività si compiono gesti di cui ci si pente successivamente.Penso che oggi, rileggendolo, avresti percepito meglio il percorso della tua vita con le varie fasi di cambiamento, anche come scrittore...
Io non tengo diari, ma avevo custodito una lettera con amore e la strappai così, per non aver più quel ricordo.Oggi mi manca molto.
Da alcuni anni mi manca e mi rendo conto di aver sbagliato.
amatamari© ha detto…
Assai raramente leggo le poche agende sopravvissute al mio raptus di rinnovamento simile al tuo.
E ti dirò che sfogliarle mi mette un pò di malinconia.
Dunque hai fatto benissimo, anno nuovo vita nuova e girarsi a guardare indietro fa venire il torcicollo!
:-)
marge ha detto…
Anche io ho tenuto dei diari al tempo della scuola con foto e pensieri come solo un adolescente sa fare.... poi li ho semplicemente buttati in un cassonetto e ogni tanto ci ripenso e mi pento!
Concordo con LA Signora in Rosso. Io non ho mai tenuto diari ma l'avessi fatto non li avrei mai buttati via sono cmq ricordi del proprio passato.

Cmq almeno queste citazioni si sono salvate :-)))

Ciao!
Daniele il Rockdichter
dioniso ha detto…
Io ho cominciato a scrivere diari solo pochi anni fa.
L'ho fatto solo nei momenti topici della mia vita e durante i viaggi.
Li custodisco tutti gelosamente.
Anch'io sono un frequentatore delle Moleskine da viaggio

... pi c'è il blogdiario..

Saluti
Elisen ha detto…
vero, la memoria ha bisogno di iniezioni di fiducia ed è per questo che non rileggo i miei diari! avrei paura di contaminarla!
fabio r. ha detto…
@tutti: grazie per le testimonianze, vedo che l'idea dei diari non è un unicum... beh, in fondo in blog è un diario etereo no? quindi mi accontento...
mi dispiace solo per alcune pagine della memoria che ora mi terrebbero caldo (o fresco, dipende dal periodo) nei giorni di bisogno.
Prisma ha detto…
Che peccato che tu abbia bruciato quei diari... Sacrilegio! Vabbè, si vede che in quel momento sentivi di doverlo fare. Che te pòssino!

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