Aspettando Godot (ovvero: non si uccidono così anche i cavalli?)
Si parla molto di scuola in questi giorni, d'altronde lo diceva già D'Annunzio, no? "Settembre, è tempo di studiare.." più o meno. Molti giornali (un po' meno i TG, impegnati dalle cronache mondane dei due simpatici caudillos) se ne occupano ed alcuni riportano anche qualche voce dall'interno, quelle dei precari che stanno affrontando l'inizio dell'odissea scolastica, come ogni anno..
Bene, il sottoscritto può fornire un piccolo quadro edificante di una realtà provinciale del centro, sicuramente migliore rispetto ai drammi della Sicilia o di altre regioni italiane, eppure tragica nella sua dimensione.
La mattina inizia per tutti alle 9,00: convocazione multipla, alla faccia della tanto sbandierata efficienza Brunettiana! Mandrie di precari di ogni materia cominciano ad affollarsi ovunque, tra stretti corridoi e salette piene di scartoffie decennali, polvere e migliaia di opuscoli stampati con soldi pubblici e mai consegnati.
La logica vorrebbe infatti che la convocazione avvenga a scaglioni orari, cioè - per esempio - dalle 9 alle 10 la classe di concorso X, dalle 10 alle 11 la classe Y ecc..., visto che con tanta foga digitale i Bonzi del Provveditorato (ops, scusate, Ufficio scolastico provinciale, nella pomposa Neolingua owellian-gelminiana) hanno predisposto tutto per via informatica, un altro piccolo sforzo si poteva fare, no?
Ma questo è chiedere troppo alla burocrazia italica! Allora dai, tutti insieme appassionatamente! Come dei Manzi nel recinto prima del macello! Oop, via!
L'impatto del precario storico è desolante: ci si rincontra qui, dopo essersi già visti a giugno all'ufficio collocamento, in fila per la disoccupazione (400 euro mensili...), e si ricomincia la fila.
La prima cosa che salta all'occhio è la prevalenza assoluta di donne di ogni fascia di età: dalle speranzose neo abilitate alle colleghe coetanee fino alle disperate ultra sessantenni, sempre in fila, con nipotini al seguito. Poi i passeggini con i bimbi, poveri, innocenti testimoni in fasce del caos scolastico, prima ancora di poter capire cos'è una scuola!
Io sono praticamente l'unico maschietto, ed allora le colleghe di tedesco mi sfottono: "Ecco l'insegnante più bravo della provincia! - e certo, sono pure l'unico!"
Passano i minuti, e le ore mentre la situazione si fa più caotica, una segretaria con la vocina piccola piccola cerca di farsi sentire nel marasma di voci e comincia a chiamare nomi e numeri, sembra di stare ad una riffa napoletana (la Smorfia), ed allora si interpretano numeri e nomi con la stele di rosetta universale: il foglio delle graduatorie, ultimo baluardo di un mondo ottocentesco altrove scomparso, fatto di sigle, anni, molte x (è la privacy, baby..) e strane abbreviazioni cabalistiche.
Si guarda in giro, chi c'è, chi non c'è più - perchè passato di ruolo (ha trovato il Santo Graal) oppure perchè ha giustamente cambiato mestiere - e chi magari non trova più le sue ore "storiche" ed a 55 anni è costretto a viaggiare per 100 Kilometri per arrivare in luoghi reconditi in cima a montagne fiabesche solo per coprire 6 ore settimanali a 500 ero al mese..
Eppure dopo 3 ore di caos, persino le 6 ore in una scuola media a Rocca Cannuccia di Sotto, vicino a Borgo disperato di Sopra, sembrano un miraggio.
Ad ogni classe di concorso che passa, torna la vocina che si affaccia dalla porta (oltre la quale tu ti immagini eserciti di piccoli scrivani con timbri e maniche staccabili come nei libri di Dickens, tutti che lavorano per te) che proferisce le parole proibite "graduatoria chiusa"!
Il tormento per noi, peones di lingua, va avanti fino alla fine, siamo quasi gli ultimi a lasciare il campo di battaglia, dopo di noi solo gli ectoplasmi delle materie tecniche specifiche, quelle che non iniziano per A ma per C ! Una lettera ai più ostica, arcana, come un testo ermetico, e che richiama alla memoria piccoli aiutanti tecnici e di laboratorio che nell'immaginario collettivo poco si discostano dai folletti di babbo Natale..
Lo sguardo preventivo alle nuove graduatorie ed una semplice comparazione: ore = numero insegnati è già rivelatore del risultato infruttuoso per te, eppure si rimane, per complimentarsi a denti stretti con i colleghi che hanno in mano il sacro foglio con l'incarico annuale e fare i conti con i "resti" insieme agli altri colleghi di sventura, ovvero si studiano le ore residue che poi saranno assegnate dai presidi in persona (entità metafisiche, lontane eppure presenti nei pensieri) ma più in là, a scuola iniziata, con il solito ritardo che si ripercuoterà sugli studenti.
Da qualche anno a questa parte poi c'è un nuovo pericolo: le ore residue, vera ancora di salvezza per molti precari, vengono sempre di più attribuite dai presidi agli insegnanti interni, non tanto per un risparmio economico, ma per evitare altra burocrazia. Così sfumano però piccoli posti di lavoro (tra cui il mio..) ed un po' di sicurezza economica, mentre si obbligano gli insegnanti a sovraccaricarsi di ore, spesso a scapito dell'attenzione per gli studenti, sempre di più oggetti della didattica, pezzi di un sistema economico che deve produrre numeri, e sempre di meno soggetti della scuola, alla faccia della continuità e dei tanti bei paroloni del Ministero.
Così si spezza anche il rapporto di fiducia tra studenti ed insegnanti, faticosamente costruito negli anni, ed un nuovo insegnante, un nuovo corpo "estraneo" si inserisce nella dialettica di classe, e così si perde tempo ed abilità...
Sono ormai le 13.15, si va via a scaglioni, facce tristi e facce allegre da "scampato pericolo", si ributtano in strada ed accendono i cellulari con nervosismo (ah, dimenticavo: nell'antro degli studi spesso i cellulari sono muti..) per comunicare a casa l' habemus papam, oppure no.
Un'altra mattina di un giorno da precari si è consumata, l'agognata supplenza non è arrivata, arriveranno un grappolo di ore, ma più in là, e magari sarà pure difficile farle combaciare tra scuola e scuola, visto che spesso si opera su tre sedi ed in città diverse, si diventa (come nel mio caso) dei nomadi dell'istruzione, con i libri perennemente in auto e l'occhio sempre all'agendina, con orari, incroci, tappe e viaggi...
Una piccola riflessione finale: in un paese che continua ad avere l'8% di disoccupati (ma i dati reali non comprendono chi ha rinunciato del tutto a cercare lavoro), dove le fabbriche non assumono ed i contrasti tra FIAT e sindacati sono nell'occhio del ciclone, proprio in questa situazione è triste vedere un altra fetta dell'Italia che lentamente scompare, e che è costretta a fare lo sciopero della fame per farsi sentire per un paio di giorni, almeno fino all'inizio della scuola, quando poi i genitori se la prenderanno con gli insegnanti per gli insuccessi dei figli, ed i professori saranno sempre di meno, sempre più vecchi e meno reattivi.
Commenti
tutto condivisibile, tristemente peraltro, ma non il paragrafo finale. no. non ci sto. la scuola, per avere successo, deve godere della piena interazione "docenti-genitori", cosa che avviene sempre meno e non solo per colpa delle mamme e dei papà. non si può difendere in toto una categoria, perché non si può fare (passami il luogo comune) "di tutta l'erba un fascio".
la verità che insegnare è una missione, la scuola un'istituzione. per molti docenti la scuola è un mestiere noioso e la scuola un istituto. non sono tutti come te, prof, non sono tutti come te...
Da giovane, nel Paleolitico, mi sarebbe piaciuto insegnare, e magari oggi sarei stata più fortunata di te, solo per ragioni anagrafiche, purtroppo. Ma è certo che il carro bestiame che hai dipinto a tinte fortissime, è davvero devastante e umiliante. Devi amarla proprio tanto, la tua professione, per sottoporti ogni anno, a questa lotteria.
Che t'aggia 'a di'??
In bocca al lupo, Fabio...
Per il resto, temo che l'unico rimedio contro la malinconia sia esercitare il bispensiero, ripetendo sempre: "ignorance is strenght" :-((
Insegni tedesco? Ma vieniiiiiiii!!! Che bello!
Purtroppo non ne so molto su questo tema quindi lascio il commento fuori tema! ;-)
intanto il colonello gheddafi insegna il corano alle ragazze del domani......
povera, povera, povera italia
Se ti va di scambiarci i link a me farebbe piacere.
Mi puoi leggere qua:
http://kookaburradovesei.blogspot.com/
Ah! Prof, per favore non mi correggere gli errori! Tra il mio povero italiano e l'inglese tormentato.. spesso scrivo orrendi orrori!
:)
Io ho una laurea in architettura e non lavoro, per di più abito lontanissimo da una grande città, dove qlc cosa ogni tanto si muove.
Dovrei trasferirmi certo, ma quando ti fanno un "contratto" per 10 mesi a 500 euro, mi dici come si fa a pagare un affitto che ne costa almeno 700??E poi finiti i 10 mesi tornare a casa trionfante?
Ma anche dall'altra parte fare 100 km al giorno o 5 ore di viaggio per 500 euro non ha senso...
Poi ci venissero a parlare di futuro...
@BC: sarebbe meglio dire che l'amavo questo mestiere, ora me lo fanno odiare..
@Brunhilde. io ho lavorato per un po' in Germania e conosco bene la differenza, e mi vergogno sempre!
@daisy: letta la tua recensione, forse lo leggerò! thanks
@neverland: pomodori non ne ho mai raccolti, ma in compenso ho fatto la vendemmia (da laureato) ed anche la raccolta delle olive (da insegnante part time)
@mod: io fortunatamente mi tengo in piedi grazie a lavori extra, se non fosse per quelli sarei alla canna del gas! e non il gas libico!
@amatamari: grazie!
@F: benvenuto! allora sei circondato da precari eh? scambio link effettuato, grazie
@tintarella: benvenuto anche a te. io ho vagato e vago da scuola a scuola e macino kilometri con la mia povera Ypsilon.. conosco la situazione..
Io il 24 settembre inizio il corso preparatorio della Volkshochschule per poi (se ci sarà posto..) insegnare italiano agli stranieri, dura fino all'inizio di dicembre, speriamo bene!
Sono poi marito di una ultra-precaria di terza fascia... 15-20 giorni d'insegnamento ogni anno (o giù di lì) tra contrattempi, assegnazioni ritrattate, equivoci e niente soldi...
E questa dovrebbe essere la formazione per le giovani leve? Ma per forza, poi, la massima aspirazione di un ragazzo non può che essere quella di fare il tronista o la velina.... :(
p.s. in bocca al lupo per il posto, prof. e... sempre avanti arancioviola!!!
Non posso che essere d'accordo con tutto quello che hai scritto, ma la cosa non ti è di nessuna consolazione. E concordo con chi ha scritto nei commenti precedenti che "insegnare è una missione": ci sono lavori, come quello di insegnante o medico, che meritano davvero rispetto (da parte degli altri) e che richiedono una vocazione (personale) per poter essere svolti in modo degno.
Volevo dirti che ho saputo oggi che comincio una collaborazione in una scuola elementare per fare da intermediaria per un bimbo tedesco che entra in una quarta elementare! Non si tratta di "insegnamento" vero e proprio o di "sostegno", ma è comunque un primo passo (breve e transitorio) in questo mondo sconosciuto. :)
Spero di non finire come mia zia che ha deciso di dimezzare il suo numero di ore (e l'importo dello stipendio) come insegnante di inglese alle superiori...
Un grosso bacio di in bocca al lupo, good luck e Hals und Beine broch, tschuess! :*
@admin: grande Fausto! allora sai bene di cosa parlo.. purtroppo la situazione non migliora affatto, e mi dispiace pure x la tua signora, che mi sa tanto dovrà andare avanti a pezzi e bocconi ancora per un po'(poco spero)..come tutti. sigh!
sempre forza Santa
@pennylane: Hals- und Beinbruch pure a te allora! mi raccomando, intermedia bene col pupo che i tedeschi sono un po' complicati!!