Ce n'est qu'un debut...
In questi giorni grigi (non solo per motivi metereologici...) qualcuno ha iniziato - un po' in anticipo in realtà, rispetto allo storico Maggio - le celebrazioni del '68.
Per motivi anagrafici sono lontano dall'anno che "sconvolse" il mondo, ricordo più da vicino (purtroppo?) la brutta copia del decennio successivo, il '77, ma il ricordo è ancora una volta un po' sfocato, vissuto di riflesso, nutrito dalle parole dei grandi.
La mia generazione (Generation X secondo la felice definizione di Douglas Coupland) non ha avuto la possibilità di partecipare alle grandi lotte. Gli anni di piombo ci hanno sorpreso dal tubo catodico, mentre ci godevamo Woobinda, lo shock emozionale della morte di Berlinguer e di Moro si è sciolto nelle nebbie di Vega attaccata da Goldrake....
Il '68 passa quindi nella memoria filmica e nella letteratura, nelle canzoni, nella musica che poi - da grandicelli - abbiamo riascoltato con un senso di "Sehnsucht" una strana nostalgia per qualcosa che non abbiamo vissuto direttamente, ma forse solo subito..
In questi giorni di parole e celebrazioni, di caos politico e di riflusso antipolitico, mi sovvengono Proustianamente 2 voci, distanti eppure efficaci e molto presenti nel mio onirico personale: Guccini (anche se ultimamente sembra anche lui essersi allontanato dal significato dato alle parole della sua canzone) e Pasolini.
Eskimo
Questa domenica in Settembre non sarebbe pesata così,
l' estate finiva più "nature" vent' anni fa o giù di lì...
Con l' incoscienza dentro al basso ventre e alcuni audaci, in tasca "l'Unità",
la paghi tutta, e a prezzi d' inflazione, quella che chiaman la maturità (...)
Ma avevo la rivolta fra le dita, dei soldi in tasca niente e tu lo sai
e mi pagavi il cinema stupita e non ti era toccato farlo mai!
Perchè mi amavi non l' ho mai capito così diverso da quei tuoi cliché,
perchè fra i tanti, bella, che hai colpito ti sei gettata addosso proprio a me (...)
Infatti i fiori della prima volta non c' erano già più nel sessantotto,
scoppiava finalmente la rivolta oppure in qualche modo mi ero rotto,
tu li aspettavi ancora, ma io già urlavo che Dio era morto, a monte, ma però
contro il sistema anch' io mi ribellavo cioè, sognando Dylan e i provos...
Questa domenica in Settembre non sarebbe pesata così,
l' estate finiva più "nature" vent' anni fa o giù di lì...
Con l' incoscienza dentro al basso ventre e alcuni audaci, in tasca "l'Unità",
la paghi tutta, e a prezzi d' inflazione, quella che chiaman la maturità (...)
Ma avevo la rivolta fra le dita, dei soldi in tasca niente e tu lo sai
e mi pagavi il cinema stupita e non ti era toccato farlo mai!
Perchè mi amavi non l' ho mai capito così diverso da quei tuoi cliché,
perchè fra i tanti, bella, che hai colpito ti sei gettata addosso proprio a me (...)
Infatti i fiori della prima volta non c' erano già più nel sessantotto,
scoppiava finalmente la rivolta oppure in qualche modo mi ero rotto,
tu li aspettavi ancora, ma io già urlavo che Dio era morto, a monte, ma però
contro il sistema anch' io mi ribellavo cioè, sognando Dylan e i provos...
"Pagine corsare" Il Pci ai giovani!!, di Pier Paolo Pasolini
(...) siete in ritardo, figli. E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati... Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle Università) il culo. Io no, amici. Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccoloborghesi, amici.
(...) siete in ritardo, figli. E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati... Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle Università) il culo. Io no, amici. Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono da periferie, contadine o urbane che siano. Quanto a me, conosco assai bene il loro modo di esser stati bambini e ragazzi, le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui, a causa della miseria, che non dà autorità. La madre incallita come un facchino, o tenera, per qualche malattia, come un uccellino; i tanti fratelli, la casupola tra gli orti con la salvia rossa (in terreni altrui, lottizzati); i bassi sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi caseggiati popolari, ecc. ecc....
Commenti
Quale '68? quello italiano e tedesco, strumentallizzato dalla politica e origine del terrorismo con le br, o quello originale dei campus americani e della sorbonne parigina, nato dall'esigenza dei giovani di diventare parte attiva della società, di svecchiarla, di rivoluzionarla (ma sempre e solo con metodi pacifici). Pensi davvero sia il caso di celebrare i 40 anni del '68? Il 6 politico nei licei, il 18 politico e gi esami di gruppo(!) nelle università, la demonizzazione della meritocrazia, il livellamento verso il basso, e soprattutto il decennio del terrorismo. L'Italia di oggi è frutto di quegli anni che molti hanno vissuto scioperando mentalmente.
ma su questo tema concordo un po'con lui. Ma li avete visti che fine hanno fatto i sessantottini? Stanno tutti molto, ma molto meglio di noi, almeno di me. Forse allora ci credevano, ma poi.... Anch'io sono per la meritocrazia, che tra l'altro non c'è neanche oggi.
Ripeto, magari le intenzioni erano buone,ma alla fine..
bellissimo il pezzo di Pasolini.
@simona: sulla meritocrazia (come direbbe Guzzanti) sopravvoliamo :-)
Supponevo che Paolini toccasse anche le tue corde!
(venditti, compagno di scuola)
la simo che è un "pò" d'accordo con me??? oddio, sta' a vedè che cade il governo!!
Stando a questo post (il primo che leggo), io sono pienamente..assolutissimamente d'accordo con 60Gandalf:
le rivoluzioni se non portano a delle evoluzioni per me non hanno senso. Il 68, per come la vedo io avendolo studiato dai libri e dai documentari, ha portato nel nostro Paese una regressione mentale e sociale oltre che un estremismo politico che ha diviso le masse. Festeggiare tutto il 68 no, per le stesse ragioni elencate da Gandalf e perchè oggi, l'Italia che è, è esattamente il risultato di tutte quelle ideologie sbalzate concepite in quell'anno lì..
Di quel 68, festeggerò solo il 40ennale dell'uscita del WHITE ALBUM dei Beatles, il vero capolavoro musicale di tutta la storia della musica!! ;)
"You say you want a revolution
Well, you know
We all want to change the world
You tell me that it's evolution
We all want to change the world ..."
John Lennon
ps: scambio volentierissimo i link!!..piacere di averti tra i miei amici!! :)
dio solo sa quanto ci manca oggi una persona come lui.
Mauri
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