Cuncurrunt universi, gaudentes populi...
Due delle mie allieve del Liceo - ho saputo ieri - sono andate "con il Papa" in pellegrinaggio a Gerusalemme, in Terra Santa (ed io mi sono detto: meglio col Papa a Geruslamme che con il papi a Casoria, almeno...no?), seguendo gruppi organizzati.
Sono molto curioso di poterle incontrare, lunedi, ma sono anche sicuro che quest'esperienza sarà stata assolutamente bella, se non altro per la crescita "culturale" di due ragazze 17enni che poco hanno visto del mondo, fino a questo momento..
La notizia del Pellegrinaggio papale in Palestina è stata al centro dei commenti più svariati, negli ultimi giorni: parole, immagini, polemiche, e riflessioni "dotte" e dottrinali hanno riempito i giornali di inchiostro: il bello della laicità è anche questo d'altronde, le idee ed i pareri sono come le palle, ognuno ha le sue (anche se a volte di ha la leggerissima impressione di venir castrato..) e quindi non aggiungerò altro ossigeno all'aria densa di parole molto più importanti delle mie (ok, ministro Sacconi?).
Il fatto in se' stesso ha invece risvegliato il mio spirito storicista, e visto che in questi giorni sono in full immersion medievistica (nelle mie letture) ho riflettuto sul valore del viaggio, o meglio del pellegrinaggio dal Medioevo (e ti pareva, diranno i miei piccoli lettori...) all'età moderna.
Una premessa "etimologica" (così facciamo contento Andrea ed i suoi FNTSC...): il termine italiano Viaggio deriva direttamente da Via, ovvero strada, e si collega chiaramente al percorso da coprire lungo le vie, le strade, creando - al contempo - una serie di altri termini affini, tra cui il Viatico, ovvero la provvista che il pellegrino faceva per affrontare il viaggio.
Curiosamente il termine (che svilppa il francese vojage) in inglese diventa Travel, e qui la differenza culturale si fa sensibile: il termine infatti si riconnette alla stessa radice di travail, ovvero travaglio, (in spagnolo trabajo), lavoro duro, un termine che proviene addirittura da tripalium, uno strumento di tortura medievale!
Il viaggio insomma è inteso soprattutto come fatica, pericolo, addirittura una tortura, soprattutto nell'alto medioevo, prima dell'anno 1000, quando le vecchie vie consolari romane sono quasi invisibili, ed ogni viaggio è un'impresa che potrebbe anche portare alla morte!
Il termine pellegrino invece può avere due diverse accezioni: colui che viaggia temporaneamente (si pensi all'inglese Journey, sinonimo di travel, che indica un viaggio limitato nel tempo, ad un giorno addirittura) per poi tornare a casa, e quello specifico di Peregrinus, che in latino è sinonimo di straniero, collegandosi quindi all'idea che un pellegrino si può perdere, non ritrovando più la strada di casa!
Il pellegrinaggio ai luoghi santi dell'Europa medievale comprende alcune tappe fisse: Gerusalemme (Yerosilem, Al Quds, città santa per gli arabi), talmente importante per la cristianità che ogni carta geografica medievale la mette al centro del mondo conosciuto, costruendovi attorno una sorta di percorso circolare con una T che divide l'Europa in 3 parti, appunto, con la città santa all'intersecazione delle due linee.
I pellegrini che vogliono vedere Gerusalemme, soprattutto prima della riconquista araba, attraversano l'Europa, senza avere chiara la dimensione del loro spazio: nota è (anche grazie al cinema, chi non ricorda la crociata di Brancaleone con i pellgrini che arrivati al lago di Bracciano gridano: "Lo mare!!" ?) l'incertezza riguardo alla lunghezza del viaggio, l'incoscienza - abbondantemente condita dalla fede - circa i pericoli umani e naturali che dovranno affrontare.
Le prime cronache dei pellegrini in Terra santa ci testimoniano di viaggi infruttuosi, di insuccessi, di pochi eroici viaggiatori che - giunti a Gerusalemme - possono finalmente forgiarsi del titolo di Palmiere, ovvero pellegrino in terrasanta; la prova del loro passaggio è appunto una palma, un ramo che riportano fieri a casa.
Dopo la caduta di Gerusalemme (1187) i pellegrinaggi cercano altre mete in Europa; Santiago de Compostela con la tomba di San Giacomo, poi Roma (i Romei, che vanno a pregare sulla tomba di Pietro e Paolo) addirittura l'Inghilterra con Canterbury (Chaucer ne trae uno splendido racconto) e poi Monte Sant'Angelo o Loreto ecc....
Una curiosità: il pellegrinaggio nel medioevo, da quello che si è detto, non è un'impresa per tutti: servono tempo, soldi, forza e volontà, e non tutti i ceti (soprattutto i più bassi) possono permettersi di partire dall'oggi al domani per andare in Galizia e tornare con l'amata conchiglia sul berretto; così la chiesa si organizza.
La ricerca della fede, il percorso reale, si trasforma quindi in simbolico, ed il labirinto simboleggia al meglio questo percorso. In molte chiese italiane si creano quindi labirinti intarsiati, il pavimento stesso è labirinto, ed il cristiano osservante si reca in chiesa e percorre il suo pellegrinaggio simbolico, senza andare fuori dalle mura sacre.
Commenti
Affascinante la parte che riguarda l'etimologia della parola viaggio.
IL labirinto simboleggiava quindi la porta spirituale per accedere all'eternità e aveva anch'esso l'ingresso - uno solo - posto a ovest per poter così raggiungere - ad est - la Luce, il Sole, la Vita...
Adoro quanto hai scritto sul labirinto, simbolo molto suggestivo...
Grazie,
Lara
Tornando al discorso del viaggio del papa e delle tue allieve, sono convinta anch'io che sarà per loro un'esperienza unica...Buona serata
:-)
Giacche' she walks anche tu come un pellegrino vai, e noi lettori ti seguiamo. Ed annotiamo.
E per non perdermi nel labirinto rammento i mandala tibetani, il loro essere rappresentazione ed essenza di un viaggio spirituale, le porte disposte nelle quattro direzioni ed il guardiano irato che le presiede.
E' un bell'andare questo blog.
Grazie.
:-)
Ciao
Daniele il Rockdicther
;-)
PS: grazie per il consiglio del libro! E' proprio il mio genere di letture (ho letto la trama) e l'ho inserito nella mia lista dei desideri!!!! Tra l'altro di quell'autore ho letto un libro pubblicato da un piccolo editore "Viaggio attraverso la Scozia"! Thank you!!!
;-)
@vale: grazie!
@Lara: grazie a te per la visita...
@signorainrosso: ora sono curioso di sentirle!
@amatamari:urca! basta ti prego! mi fai arrossire.. grazie a te per la cortesia
@Daniele: grazie a te per le visite dichter. è un piacere.
@Silvia: ok, sono felice per il suggerimento