Adesso t'inparo a legggere

Visto che oggi è un giorno festivo, e mi voglio rovinare la giornata, vorrei lanciare da questa povera paginetta un paio di riflessioni personali nate dalla lettura dei recenti articoli giornalistici che hanno affrontato il tema spinoso dell'ignoranza crescente tra ai giovani italici.

Oggi leggo infatti sul sito online di Repubblica: Italiano questo sconosciuto. "Studenti quasi analfabeti".

Beh, visto l'argomento mi ritengo autorizzato ad esprimere qualche opinione personale in merito, sia come lettore onnivoro e recidivo (dalla tenerissima età), che come parte in causa del problema "scuola".

Parto però da un assunto ovvio, eppure indispensabile: le mie riflessioni non riguardano in alcun modo il corpo docente, per un semplice motivo, ovvero perché so bene che la maggior parte dei problemi didattici partono da qui.
Da precario storico in scuole di ogni livello capisco bene che l'inadeguatezza di buona parte del corpo insegnante è la base del problema, ok? La scuola è una gerontocrazia, dove l'insegnante di storia di mio padre insegnò anche a me!!! Ha la veneranda età di 82 anni ed è da poco in pensione! E' chiaro che molti fossili cattedratici della scuola pubblica non sono più all'altezza, non dico di insegnare, ma di capire i ragazzi, che parlano altre lingue, che hanno altri riferimenti culturali, che sanno usare il PC mentre io ho dovuto insegnarne l'uso a decine di colleghi nelle varie scuole, colleghi che mi guardavano come si guarderebbe Bill Gates, senza sapere che al massimo sono un word addicted e stop...

E' chiaro che il ricambio generazionale della scuola è il problema numero UNO, e che ci si lamenta dell'età media degli insegnanti, ed io aggiungo; ma perché molti non vogliono andare in pensione? IO la bramo, la desidero, so che no l'avrò mai e quelli continuano a dormicchiare in cattedra senza lasciare il posto, come molluschi sugli scogli.. ma PERCHE'?
Chiarito questo punto (spero si comprenda da che parte sto, ok?) passo ad altre considerazioni.

I famigerati test di ammissione universitaria, finalmente adottati anche in Italia, con colpevole ritardo sul resto del mondo (escluse - penso - alcune facoltà delle università nella fascia sub sahariana, che non li adottano ancora...) hanno rivelato l'ovvio, la classica "scoperta dell'acqua calda" insomma: i nostri giovani iper-tecnologici, digitalizzati fino alla radice dei capelli, stanno perdendo l'abitudine a leggere, comprendere semplici testi, e di conseguenza a scrivere.

Ci tengo inoltre a precisare che test simili sono la base certificativa internazionale in molti paesi da anni ormai. Tali test "semichiusi" o "chiusi", quindi a risposta multipla, se da un lato risultano indubbiamente frustranti e spesso non soddisfacenti per intelligenze più vivaci e dotate, dall'altro garantiscono una certa oggettività ed un più facile riconoscimento internazionale dei livelli standard di entrata ed uscita dal sistema scolastico.
Il ramo linguistico in Europa li adotta da anni, ecco perché io, nel mio specifico, mi ritengo abbastanza soddisfatto da questo sistema, mentre alcune discipline umanistiche non hanno sicuramente lo stesso amore per queste prove.

La cultura a risposta multipla è purtroppo un frutto marcio dei questi ultimi decenni: il modello "culturale" dei mass media, a partire da quello televisivo, si basa essenzialmente su questo sistema! Se vi capita di andare a rivedere alcune puntate (magari su youtube) dei vecchi quiz di Mike Bongiorno degli anni '70 (e non vado più indietro) troverete che la difficoltà delle domande, e di conseguenza il livello culturale e la preparazione dei concorrenti oggi sembra di un altro pianeta!
Il quiz multiple choice oggi invece ha irrimediabilmente ammorbato anche il sistema d'istruzione: invece di garantire un semplice "step" intermedio nel corso della verifica delle competenze (le famose prove formative intermedie), prima di verificare e misurare tutte le abilità con sistemi diversi ed integrati, questo sistema ha - di fatto - sostituito in toto la valutazione complessa degli studenti !

Capisco che il discorso che faccio possa apparire autoreferenziale a chi non vive il sistema scolastico, e mi scuso di questa digressione tecnicistica, ed allora torno all'argomento del'articolo.

Nel mio vissuto quotidiano, muovendomi come un rabdomante ubriaco tra scuole di ogni grado, università, corsi specialistici ecc, mi capita spesso di confrontarmi con questa (ahimè) ovvietà, eppure rimango sempre un po' stupito dall'evidenza catastrofica...

Nell'articolo di Repubblica si dice, tra l'altro: "I ragazzi non conoscono il significato di espressioni lessicali banalissime" ed ancora: "Le lacune nascono da lontano. Inoltre, l'uso esclusivo di telefoni cellulari e computer come strumenti di comunicazione non aiuta la nostra lingua: l'italiano sta regredendo quasi a dialetto".

Poi una riflessione che non posso che condividere: "Una delle cause può essere l'abbandono della grammatica e della fatica della sintassi: già alle medie non si studiano quasi più, figurarsi al liceo. Nella scuola superiore, ormai pochissimi insegnanti si sobbarcano la correzione di trenta temi pieni di bestialità, una fatica tremenda e scoraggiante. E guai se non si promuove chiunque: scatterà la reazione anche violenta delle famiglie (sempre più spesso si rivolgono all'avvocato per rintracciare vizi di forma nei registri, anche dopo la più sacrosanta delle bocciature dei loro pargoli)".

Pur lavorando prevalentemente con le lingue straniere (o forse proprio grazie a questo, alla doppia visione linguistica che ormai mi appartiene) noto che i primi scogli che appaiono all'orizzonte nella scuola elementare possono risultare montagne se non superati subito.

Ammetto che ho poca (quasi zero) esperienza in questo delicato settore della vita educativa dei ragazzi, ma ciò che ho visto fin'ora non mi piace. Questa breve esperienza mi ha però dato la possibilità di capire perchè alcuni studenti che poi ritrovo alle medie, al liceo o persino all'università mi arrivino con quelle lacune! La riforma della scuola elementare del 1990 ha puntato molto sulle competenze comuni, sul "saper fare" a scapito del "sapere", ha quindi tralasciato alcune conoscenze, o le ha - per così dire - aggregate, togliendo ore e spazi, per privilegiare il lavoro di gruppo, l'interdisciplinarità, le competenze trasversali ecc...

Belle parole, certo, edificanti, ma il risultato ultimo di questo sistema (e tremo all'idea della prospettiva riforma Gelmini, già, quel ministro che vuole introdurre alle elementari l'educazione fisica, senza sapere che c'è già...) è un abbassamento dei saperi essenziali ed un rafforzamento dei progetti, dei lavori di gruppo e compagnia bella.

In parole povere: i bambini delle elementari producono bellissimi poster (o in casi più rari addirittura presentazioni power point coadiuvati dall'insegnante di informatica) dell'Europa con tanto di disegni e descrizioni (spessissimo opera dei genitori che scaricano tutto dal web) delle tradizioni locali, ma non sanno trovare Londra o Roma sulla carta geografica. E vi assicuro che non è qualunquismo, è capitato A ME !

Un ritardo dell'apprendimento in questa fase della scuola NON può certo portare automaticamente all'insuccesso formativo (come piace dire ai pedagoghi) del bambino, ma nei casi in cui ci sia la reale necessità di fermare questo percorso per un anno, e decidere a malincuore di far ripetere la classe al bambino in modo da dargli più tempo, ciò NON PUO' AVVENIRE.
Forse molti non lo sanno, ma la bocciatura alla scuola elementare è - de facto - vietata, a meno che non si accompagnata da una valutazione "clinica", psicologica, frutto della collaborazione tra scuola ed ASL, in cui si dimostri che quelle carenze non potranno essere colmate. Legalmente quindi si potrebbe bocciare, ma nella pratica NESSUN BAMBINO PUO' ESSERE FERMATO.

Non voglio parlare poi dei milioni di casi di dislessia/disgrafia in Italia! Faccio un semplice esempio: in una classe elementare di 13 alunni ho 4 certificazioni ufficiali di disgrafia, 2 i cui genitori lo dichiarano (pur non avendo certificati ASL), 2 casi di ADHD e 2 bambini stranieri con qualche difficoltà di lettura..... Fatevi il conto!
La situazione non migliora, anzi peggiora alle Medie (dove la media di bocciature in Italia è già del 50% !) e di conseguenza alle superiori ed all'Università.

Ci sono dei casi pratici in cui mi rendo conto del problema crescente, eccone un paio:
A volte mostro DVD (cartoni animati o piccoli film) in lingua straniera, ed attivo i sottotitoli italiani per far capire ciò che altrimenti resta di difficile comprensione. Bene, sempre più spesso (in modo trasversale, dalle elementari alle superiori) noto che i ragazzi non riescono a leggere i sottotitoli! La giustificazione comune è che "vanno troppo veloci"! Devo dire che in principio pensavo che il problema affliggesse solo pochi ragazzi più "scarsi" nella lettura, ed invece mi sono dovuto ricredere. Il problema è diffusissimo!

Altro esempio: parlando (in italiano, si noti) dei fatti di politica e/o costume nelle pause tra le lezioni noto che molti ragazzi non leggono né vedono altri programmi in TV che non siano Maria De Filippi, qualche cartoon e simili, quindi non capiscono di cosa parli. La massima soddisfazione ce l'ho quando mostro un film, un classico oppure un cult in classe e loro finalmente lo apprezzano, eppure, anche in questo caso, spesso non capiscono alcune semplici parole, avverbi, aggettivi....

Il tasto dolente delle famiglie poi è un altro problema: ai miei tempi (e non parlo del pleistocene, ma degli anni 70-80...) la famiglia era un contraltare perfetto alla nostra poca voglia di studiare, il secondo pilastro della scuola. I genitori "mettevano il carico" alle reprimende della scuola e dopo la bocciatura (o la materia da ripetere in estate) seguiva automaticamente la repressione famigliare, ovvero niente vacanze, scapaccioni, niente motorino ecc...
Oggi la situazione è ribaltata: i genitori vengono sempre più spesso accompagnati dagli avvocati all'uscita dei quadri a giugno, ogni avvertimento didattico che vorrebbe l'attenzione della famiglia rispetto ad assenze, ritardi, atti di bullismo ed altro viene sentito come un'offesa alla famiglia in stile mafioso. Ci manca poco che alcuni zelanti genitori lascino teste di cavallo di fronte alla segreteria!

Il bullismo è solo la punta dell'iceberg del disagio scolastico, assenze irrefrenabili, ritardi abissali, danneggiamenti alle strutture sono il sale della vita in classe.
Le note disciplinari e persino le sospensioni sono all'ordine del giorno, ma senza risultati evidenti; spesso le famiglie non VOGLIONO essere coinvolte, la risposta strafottente di alcuni genitori è:
"Allora la scuola che ci sta a fare? Noi lavoriamo, e non vogliamo/possiamo avere problemi"

Mi rendo conto che il quadro non è idilliaco, e non so cosa dire. Sono di natura un pessimista cosmico, me ne rendo conto, ma credo che il nostro paese è destinato ancora per anni ad avere la maglia nera in Europa, ed il fatto che la scuola sia il campo di battaglia preferito di ogni governo (scuola e sanità, si taglia sempre qui, c'avete fatto caso?) non mi rassicura.


Commenti

Prisma ha detto…
Ahimé, sono tristemente d'accordo con te. Concordo soprattutto sul quadro fosco rappresentato da genitori che delegano in toto la funzione educativa alla scuola, che non tollerano che i loro pargoli vengano "puniti" con bocciature o brutti voti.
Non si rendono conto che stanno allevando una generazione di debosciati, che un domani avranno enormi difficoltà nell'affrontare le sconfitte del mondo reale, disabituati come sono ad incassarle nella vita scolastica.

Ringrazio ancora oggi i miei genitori per le punizioni e la severità con cui mi hanno sempre inculcato il senso del dovere. È anche questo che mi ha resa più forte, senza per questo farmi perdere l'empatia e la sensibilità.

Immagino la tua frustrazione nell'aver a che fare con un panorama così desolante... E ti stimo ancora di più per questo.

Un abbraccio solidale!
Baol ha detto…
Checche ne dica tu io mi ho imbarato bene il tagliano!


Il tuo posto era meravigliosamente serio, un cretino aiuta in occasioni del genere
AD Blues ha detto…
Ohi ohi ohi...
ADHD?
Ora sì che si riverseranno sul tuo povero blog le ire degli scientology travestiti da paladini dei fanciulli!


Boutade a parte hai ragione al 100%

Una cosa tristissima.
E pensare che stiamo buttando nel pozzo nero il nostro futuro.

---Alex
AndreA ha detto…
"i genitori vengono sempre più spesso accompagnati dagli avvocati all'uscita dei quadri a giugno"

...e non succede solo nei confronti della scuola o dei professori!!!

Che tristezza!

Bellissimo post che condivido prof. e mi ritengo fortunato di aver frequentato "quell'altra" scuola, al posto di quella moderna!!

Non ho capito cosa ho letto ne cosa ho scritto, ma credo che vada bene tutto!!! XDDD

Ciaoooooooooooooooooooooooooooo
amatamari© ha detto…
Se andiamo avanti di questo passo i bambini non sapranno più leggere nemmeno i numeri...
Ecco, su questa tematica hai trovato una più pessimista di te.
:-)
Bastian Cuntrari ha detto…
D'accordissimo su tutto, prof., anche se dell'ignoranza dei ragazzi ho solo indizi "indiretti". Ma trovo - ed è sicuramente una mia incomprensione - una sorta di contraddizione nel post. Dici che la scuola è una gerontocrazia: e ti credo sulla parola. I vecchi insegnanti - dici tra l'altro - sono distanti anni luce dai ragazzi "...che sanno usare il PC mentre io ho dovuto insegnarne l'uso a decine di colleghi nelle varie scuole...". Ma forse (dico forse perché non lo so) i Matusalemme dietro la cattedra che non sanno usare il PC si affidano ancora ai vecchi e obsoleti libri di testo, sui quali studiare, dai quali leggere e poi fare "il riassunto", piuttosto che la "ricerca" con l'amico Google che la fa per te. Oppure utilizzano ancora quell'arma formidabile che era "il dettato", con il quale credo si potesse avere - quale cartina di tornasole - la capacità di "comprendere" dei bambini. Non so in che modo, con il PC, il vecchio dettato o il riassunto, possano essere sostituiti.
Gran bel post, Fabio!
giulia ha detto…
E' vero, le cose stanno cambiando rapidamente. Ed è un peccato perché io, che mi sono salvata per un pelo, posso dire che la scuola italiana è davvero migliore della media europea. Qui a Londra c'è una ragazza che ha studiato nelle migliori università inglesi e si è diplomata negli USA e l'altro giorno mi ha chiesto cosa "epicureo" volesse dire, solo che ha detto "equatoriale" e qualche giorno dopo, leggendo "episcopale" ha detto: ah, quella parola che usi tu. No way.

ps Una cosa che c'entra pocho: cosa ne pensi del cosiddetto deficit d'attenzione. Secondo te è vero che gli psicologi spesso esagerano?
Tutti hanno colpe e questo degrado culturale lo vedo nche in rete purtroppo con fb che la fa da padrona.
Vincenzo Cucinotta ha detto…
Secondo me, bisognerebbe concentrare l'impegno dei ragazzi su pochi argomenti, poche materie ed anche all'interno delle materie una selezione delle cose da includere nei programmi. Bisognerebbe cominciare soltanto da italiano e matematica, e magari dalla terza elementare inserire l'inglese e qualcosa di informatica forse. Progressivamente, inserirei poi geografia, successivamente la storiaed anche l'educazione civica o come altrimenti la si voglia chiamare, perchè penso che ce ne sia un disperato bisogno. Per le scienze sperimentali non avrei proprio fretta, e l'insegnamento che non so se ancora si chiama osservazioni scientifiche andrebbe completamente eliminata. Ho visto qualche testo e, nella fretta di renderli comprensibili, gli argomenti vengono distorti, per cui penso che sia addirttura una materia diseducativa.
Scusami l'O.T., ma concordo con te sulle deficienze nella preparazione dei ragazzi, mentre tu me ne dai un quadro impietoso dall'interno, su cui certo non potrei dire meglio di te.
Esse ha detto…
Concordo, su tutto.

Il sistema scolastico che io vivo qui ad esempio, è ancora peggio.
L'australiano è di una ignoranza incredibile.
Non solo ha carenze e lacune scolastiche mostruose ( a parte le materie scientifiche) ma non si preoccupa minimamente di colmarle.

Si da spazio al gioco, che mai i bimbi debbano stressarsi o fare dei compiti a casa.
Io inorridisco, ogni volta che provo a portare il discorso su un campo "leggermente" intellettuale con gli aussie.
Non conoscono nulla e no s'incuriosiscono di nulla.
E'osceno, visto che a parer mio tutto parte da un animo curioso.
Il discorso sarebbe molto più lungo e capisco la tua critica e la tua impotenza. Ma non siamo neanche messi così male in Italia.
Anche se forse negli ultimi anni si sta clamorosamente degenerando.
marge ha detto…
Il cambiamento del sistema scolastico l'ho vissuto come genitore, io ascoltavo le maestre di mio figlio parlare di progetti interculturali, di POF e di altre cavolate mentre mi accorgevo che mio figlio non sapeva neanche i capoluoghi di provincia delle regioni italiane...anche io come te rimpiangevo i vecchi metodi di insegnamento...forse con troppe nozioni ma certamente meno dispersivi

Adesso mio figlio è diplomato ma non oso chiedergli se ha imparato i capoluoghi di regione!!!
Ornella ha detto…
Riguardo alla prima parte del post, proprio perchè come te anch'io penso che arrivati ad una certa età gli insegnanti non hanno più la capacità psico-fisica di "lottare" con i ragazzi, all'età di 57 anni me ne sono andata felicemente in pensione!
Il resto del post descive una realtà amara ma assolutamente veritiera per cui, caro Fabio, non ti invidio proprio!
LEA ha detto…
Hai perfettamente ragione: l'insegnamento viene per ultimo, dopo le feste e le decorazioni natalizie, dopo i futili progetti volti unicamente a finanziare le scuole, dopo una pseudo intercultura, dopo il progettone identificativo di ogni scuola che produce una mega mostra finale....e non c'è più tempo di far scrivere come si deve ....nè di chiacchierare, semplicemente parlare coi bambini....siamo così oberate dall'inutilità che per insegnare quelle 4 cose mi tengo l'orologio sulla cattedra!!! Horribilis. Nelle scuola elementare non si può lavorare in questo modo eppure tutte le riforme e riformette vengono sempre a scombinare questo importantissimo grado di scuola!
rom ha detto…
Caro Fabio,
i me dimand
a vita
a vita
cussa l'è
ch'import
n'a vita?
qual'è il vero sapere? vero: per dire che sia, valga, serva, nervo sotterraneo capace
prevengo: la risposta è: tutt'e due
uno: saper indicare sulla carta geografica dove sta Roma o Berlino
due: saper indicare in classe chi è violento e fa male al di là dei modi apparenti
uno: saper leggere e dire
due: saper amare e lottare
ma
ma
se non fossero tutt'e due le cose
quale delle due vale davvero?
e allora
allora
difesa ad oltranza della capacità di vivere (amare e lottare, saper sentire, sapersi difendere, scegliere con determinazione la vita piuttosto che la malattia e la morte)
questo lo si può fare sempre
guardare con affetto chi è vivo e mantiene in sé umanità bella e difesa nonostante tutto
guardare con rifiuto netto chi è violento falso seduttore di nulla anche se sa dove sta Honolulu
visto come stanno le cose
almeno questo, sempre
lo si può fare
credo.
fabio r. ha detto…
wow! In primis grazie per i sagaci commenti, e penso che il mio punto di vista sia abbastanza chiaro. almeno spero. Il problema - come vedo - non assilla solo me, che ci devo convivere per scelta "occupazionale" (almeno finchè durerà...) ma, noto, anche molte menti di gran lunga più illuminate della mia povera pelata.. bene, oddio, bene...diciamo che una consapevolezza ampia del problema è già un passo avanti, no?...NO??
@BC: non hai torto sul problema PC, ma io intendo che sono gli insegnanti che dovrebbero conoscerlo, (conosci il tuo nemico..) e certamente non come succedaneo del libro! Già Umberto Eco ha parlato di questo tema ed io sono d'accordo con lui, il libro non morirà!
@vincenzo: caro prof, d'accordo anche con le tue tesi, mi piace l'idea di una segmentazione cronologica dei saperi, purtroppo però la realtà è più cruda e selvaggia!
@tutti: sistemi scolastici di paesi diversi effettivamente peggiori non mi rassicurano cmq sull'eccellenza del mio... sigh!
Penny Lane ha detto…
Accidenti! Sono sicura che, se faccio leggere a mia zia questo post, ti sposa sull'istante! Lei è un'insegnante di inglese alle superiori ed è attualmente alle prese con un ricorso, che ovviamente si poggia sul niente. Una ragazza bocciata, due genitori belligeranti, i registri da fotocopiare per cercare eventuali mancanze o cavilli cui aggrapparsi. Gli ingredienti per questo feuilleton ci sono tutti; solo che mia zia non è una cretina e, dopo aver provato a far ragionare i genitori, dicendo che anche la stessa ragazza ammette che per lei è più indicato ripetere un anno, sta tranquilla. "I registri sono lì, li prenda chi vuole e ne faccia fotocopie" - ribatte lei. E ride di fronte all'ultima trovata dei due accusatori: verificare se per caso lei ha interrogato la figlia nei giorni in cui era assente.
MA SI PUò??? :O
Io ho passato un anno in Austria a dannarmi, la maggior parte del tempo, per l'apatia e l'ignoranza dei miei allievi (roba che non sapevano neanche che la P viene dopo la L, quindi non riuscivano a cercare le parole sul vocabolario: loro sanno SOLO digitare su internet! E prendere per buono - SEMPRE - il primo significato!). Conoscendo il loro esame di maturità (3 materie allo scritto, vale a dire 3 verifiche preparate dai loro stessi docenti, non 3 prove di livello nazionale o scolastico! L'orale è sempre su 3 materie, su argomenti pre-concordati con gli insegnanti - di nuovo! - ed è possibile recuperare anche lo scritto all'orale), avendo collaborato alla preparazione delle prove d'esame, in alcuni casi, e avendole corrette in altri....
posso affermare con sicurezza che stanno tanto ma tanto più indietro di noi! Il loro sistema non attesta un tubo, perché il docente lo modella sulle capacità (scarse) della classe.
Mia madre insegna alle elementari. Questo serve a dirti tutto! Non è di sicuro una docente tecnologicamente emancipata, nonostante un corso di computer, ma 1) è un'ottima maestra (e non lo dico per motivi di discendenza!); 2) è ancora tra le poche che perdano il loro tempo a cercare di formare i bambini a livello conoscitivo e a livello umano (genitori che ringraziano per svolte insperate nel comportamento dei figli, ci mancano solo gli ex-voto!); 3) insegna italiano e lavora affinché i "suoi" bambini, stranieri, italiani, dislessici, con ritardi dell'attenzione (perché sono capitati anche a lei i genitori finto-tonti, che si rifiutavano di ammettere le problematiche dei loro figli, come se fossero motivi di vergogna), tutti acquisiscano un livello almeno sufficiente in questa disciplina.
Perciò, Fabietto, da tutte le donne della mia famiglia, un caloroso applauso per le tue parole e un grande abbraccio! :D
Daje, prof!

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