Ashes to ashes


IL 27 Gennaio è il giorno della memoria. In questi giorni ho parlato spesso della Shoah ai miei alunni, in diverse scuole, da un lato per sensibilizzarli al tema della memoria, dall'altro perchè - da germanista - soffro anch'io un po' del "senso di colpa" collettivo che provano ancora oggi molti amici tedeschi, sebbene la mia storia personale, la mia cultura e le mie origini siano lontane 1000 miglia da questa tragedia...

La becera equazione: lingua tedesca=nazismo è qualcosa che oltre ad offendermi profondamente, mi colpisce come un pugno, e che mi spinge (sempre di più) a parlare con i miei alunni della cultura e dell'arte tedesca antifascista, di autori e compositori morti nei Lager, di chi - anche in quelle ore - ebbe il coraggio (spesso pagato con la vita) di dire NO.



Ho scoperto - tardi lo ammetto - una bellissima poesia di Stephan Hermlin, scrittore della ex DDR, morto nel 1997, autore "politico" e grande lirico del nostro '900.

Il titolo originale è "Die Asche von Birkenau", dove Birkenau (che paradossalmente in tedesco significa più o meno "prato delle betulle"!) è l'altro nome di Auschwitz, il luogo-simbolo della shoah, legato alla poesia per contrasto se non altro, visto che Theodor W. Adorno disse che dopo Auschwitz non avrebbe potuto esserci più poesia...



Ho tradotto il testo (forse per la prima volta in italiano...boh?) e voglio farlo conoscere anche a voi lettori di queste paginette "mes semblables, mes frères...".



La cenere di Birkenau

Leggero come un vento tardivo, come l’aria fresca,
come la scia delle rondini, prima della pioggia,
come nuvole dopo un’ afa umida,
come il polline dei soffioni,
leggero come la neve che si posa sulle palpebre dei morti,
come un’antica filastrocca,
come il peso di una farfalla sulla rossa
bocca del garofano, leggera come
il pasto, che mangiano i malati,
quando stanno per morire,
così leggero è l’oblio
come l’aria fresca, ed il vento tardivo….

Lì dove il giorno si intreccia con la notte,
la ruggine si mangia il binario.
È la cenere dei giusti, senza giustizia
Issata sull’albero dei venti.
Birkenau, prato di betulle senza betulle
[1]
Di sera resta solo
E i cardi sembrano
Segni sopra la pietra.
Quando sui campi polacchi
Il cardo mattutino impallidì
Disse la terra sotto i miei piedi
Ricordati…

Pesante come il ferro sui monti
Come il silenzio prima della decisione,
come l’albero che cade nel campo nebbioso,
come sulle nostre labbra la fuliggine
di quelli che hanno bruciato,
pesante come l’ultimo addio,
che ci si scambiava nel gas,
erano pieni di vita,
amavano il tramonto, l’amore,
il verso del tordo, erano giovani;
pesante come le nuvole prima del temporale
è il ricordo.

Ma quelli che ricordano
Ci sono, sono tanti, sempre di più,
nessun assassino sfuggirà,
nessuna nebbia calerà su di lui,
lì dove attacca l’uomo,
sarà arrestato.
Germogli di un sole di ferro,
vola la cenere sopra il mondo
tutti, vecchi e giovani
colpirà la cenere
pesante come i ricordi,
e leggera come l’oblio.

Quelli che dicono Pace
Milioni di volte,
Cacceranno via i signori,
Daranno scacco alla morte,
Quelli che credono nella speranza,
vedranno le betulle verdi,
quando le ombre delle colombe
fuggiranno oltre la cenere;
canto di morte, smorzato,
che d’improvviso somiglia alla vita:
pesante come i ricordi,
come l’oblio leggero.

Auschwitz-Birkenau, Estate 1949

[1] Birkenau: letteralmente “Prato delle betulle”

Commenti

Baol ha detto…
Ritornando al discorso fatto sul mio blog, delle parole degli altri:
"Se questo è in uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate,tornando a sera,
cibo caldo e visi amici.
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando questa parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa,andando per via,
coricandovi,alzandovi,
ripetetele ai vostri figli
o vi si sfascia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi"

Primo Levi
60gandalf ha detto…
ciao Fabio, quando puoi passare c'è un pensierino per te...
60gandalf ha detto…
quello che leggi, che ascolti, che hai visto in tv o al cinema, è niente rispetto a trovarti dentro a quelle baracche, al locale delle docce, davanti ai forni... 60 anni fa?... tuttora esistono nel mondo tali posti dove uomini vi uccidono altri uomini...
La ferita non può riemarginarsi in alcun modo: a nulla vale il senso di colpa, a nulla vale il rancore. Che quanto accaduto serva per evitare che episodi drammatici come questo si ripetano: che il sacrificio di tante vite non sia vano. La sensibilizzazione è, sicuramente, uno dei primi passi (forse il più importante) da compiere: essa è il presupposto di base del convivere civilmente.
Mamma Simona ha detto…
"pesante come i ricordi,
e leggera come l’oblio"
bellissimo, perché ricordare, ahimè, è molto più pesante...dimenticare molto più facile. buona domenica.
María ha detto…
E una poesia che cala nel profondo della memoria. Adesso ricordo che ci sono alcuni che dicono che la Shoah non esisté, che fu una bugia della comunità giudia. Dio mio!! Qui in Argentina habbiamo un 'epoca della che non si parla molto: il periodo nel qualle il governo aveva relazioni con il nazismo (1930 1950)lasciando entrare al paese ai criminali di guerra e proteggendogli. Di quello non si parla nei libri di studio per adolescenti. Incredibile!! E la risposa di miei alunni quando lo ascoltano.
Mi presti la poesia?

Baci.
fabio r. ha detto…
@baol: ripensavo ad altre parole di Levi stamattina, dopo che un alunno mi ha chiesto se una cosa simile oggi potesse succedere ancora, lui rispose così: "è successo una volta, quindi può succedere ancora..."
@Gandalf: sono stato a Dachau un paio di volte e devo concordare che la sola visita in quei luoghi è un monito assoluto contro ogni tirannia, eppure dall'ex Jugoslavia di ieri al Darfour oggi queste idee continuanoi ad avere proseliti..
@Maria Rita: quello che nel mio piccolo cerco di fare ogni giorno, soprattutto in presenza di giovani menti spesso troppo succubi di ideologie "tutto compreso", è proprio cercare di riattivare la memoria, anche se pesante. L'oblio è leggero ma a volte dobbiano costringerci a caricare fardelli pesanti per sopravvivere.
@Simona: mi è subito piaciuto il contrasto memoria / oblio. penso che la radice di tutti i nostri mali sia proprio qui. Una contraddizione apparentemente insolubile, purtroppo..
@Maria: la poesia è un bene universale, fanne ciò che vuoi. Io l'ho solo trovata e l'ho tradotta. E' vero che molto nazisti trovarono rifugio in Sud America, ma anche negli USA la CIA ne utilizzò qualcuno, non ti preoccupare. I boia hanno sempre fatto comodo alla storia..

Ciao a tutti e grazie delle vostre parole.
60gandalf ha detto…
io ho visitato Mathausen e ripartiti, per un pò delle ore successive, non siamo riusciti ad aprire bocca ...
Maurizio ha detto…
Davvero un bel post. Straordinaria poesia.

Grazie fabio

Cheers,
Mauri
--
cugina anziana ha detto…
stavolta sono d'accordo con GANDALF
bisogna ricordare perchè tutta quella sofferenza e violenza a volte sembrano fantasia per quanto sono state grandi ma bisognerebbe far rumore adesso per tutti i genocidi moderni che sono tanti in tutto il mondo ma non se ne parla quasi mai...ci siamo forse assuefatti a tutto questo orrore? uqwmcrtz

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