L' otto marzo tra storia e leggenda
La Giornata internazionale delle Donne, le mimose, l'8 Marzo insomma.
Molto si è detto, narrato, favoleggiato circa la nascita di questa giornata. La data in questione è la prova lampante di come la storia, la verità, possano essere manipolate, usate ad uso e consumo dei vari momenti e dei potenti....
Le varie leggende urbane nate attorno a questo giorno ci mostrano come ancora oggi, tra il 20° ed il 21° secolo, sia facile creare leggende orali.
La verità è - come sempre - un'altra:
La Giornata internazionale della donna.
Nel nostro paese la Giornata internazionale della donna si è celebrata regolarmente soltanto dal 1945 per iniziativa dell’'Unione donne italiane di ispirazione comunista e socialista che l' 8 di marzo 1945 si riunirono nella sala grande del liceo Visconti, a Roma, insieme con le cattoliche del Centro italiano femminile, con vedove di caduti, partigiane, sindacaliste.
Nel nostro paese la Giornata internazionale della donna si è celebrata regolarmente soltanto dal 1945 per iniziativa dell’'Unione donne italiane di ispirazione comunista e socialista che l' 8 di marzo 1945 si riunirono nella sala grande del liceo Visconti, a Roma, insieme con le cattoliche del Centro italiano femminile, con vedove di caduti, partigiane, sindacaliste.
Tutte insieme approvarono un ordine del giorno inviato a Londra, dove le rappresentanze di venti nazioni, riunite alla Albert Hall per celebrare la Giornata internazionale delle donne, approvarono una Carta della Donna in cui si chiedeva il diritto al lavoro in tutte le industrie, la parità salariale, la possibilità di accedere a posti direttivi e di partecipare alla vita nazionale e internazionale.
Ma soltanto nel 1946, conclusa la guerra anche nel Nord, l'8 marzo fu celebrato in tutta l'Italia. In una riunione preparatoria a Roma nacque l'idea di mettere all'occhiello un fiore che potesse caratterizzare la giornata, come il garofano rosso al 1° maggio. «Ci voleva dunque un fiore reperibile agli inizi di marzo» ha narrato Marisa Rodano «poiché all'epoca le serre erano poche e non arrivavano fiori in aereo, da ogni parte del mondo in tutte le stagioni, come arrivano ora. A noi giovani romane vennero in mente gli alberi coperti di fiori gialli, quando ancora le altre piante erano spoglie, che crescevano rigogliosi in tanti giardini di Roma e dei Castelli.»
La proposta ebbe successo: la mimosa venne offerta dai bimbi alle mamme, dai fidanzati alle fidanzate, dai mariti alle mogli, dai ministri alle impiegate. E la scelta casuale fu felice anche simbolicamente perché la mimosa simboleggia tradizionalmente il passaggio dalla morte a uno stato di luce nella Luce: emblema dunque di rinascita, di vittoria.
La proposta ebbe successo: la mimosa venne offerta dai bimbi alle mamme, dai fidanzati alle fidanzate, dai mariti alle mogli, dai ministri alle impiegate. E la scelta casuale fu felice anche simbolicamente perché la mimosa simboleggia tradizionalmente il passaggio dalla morte a uno stato di luce nella Luce: emblema dunque di rinascita, di vittoria.
Negli Stati Uniti invece il primo Woman's Day risale a un raduno delle donne socialiste americane il 3 maggio 1908 al Garrick Theater di Chicago dove il partito socialista organizzava ogni domenica una conferenza. Quella domenica sarebbe mancato per impegni improrogabili il conferenziere; e le donne ne approfittarono per organizzare la prima Giornata della donna che ebbe un'eco insperata se alla fine del 1908 l'esecutivo del partito dichiarò ufficialmente: «Raccomandiamo a tutte le sezioni locali del partito socialista di riservare l'ultima domenica del febbraio 1909 per l'organizzazione di una manifestazione del diritto di voto femminile». Così l'anno dopo nacque formalmente lo Woman's Day.
Furono poi la guerra mondiale e la rivoluzione bolscevica a imporre l'8 marzo. Il 23 febbraio 1917 a Pietroburgo, in occasione della Giornata internazionale della donna, operaie e mogli di soldati manifestarono per le vie chiedendo pane per i loro figli e il ritorno dei mariti dalle trincee. Alcuni anni dopo, il 14 giugno 1921, la II Conferenza internazionale delle donne comuniste, riunite a Mosca, adottò l’8 marzo come Giornata internazionale dell'operaia in ricordo del «giorno della prima manifestazione delle operaie di Pietroburgo contro lo zarismo».
Ma - si domanderà il lettore - non era stato il 23 febbraio il giorno della manifestazione? La contraddizione è soltanto apparente perché nella Russia zarista vigeva ancora il calendario giuliano, sfasato rispetto a quello occidentale - il gregoriano - di tredici giorni: sicché il 23 febbraio corrispondeva in Occidente all'8 marzo, data che venne poi adottata universalmente.
Questa è la vera storia dell'8 marzo, mentre è completamente falsa la leggenda che la Giornata internazionale della donna sia stata fissata in ricordo di 129 operaie che in quel giorno del 1908 sarebbero morte bruciate in un incendio di una fabbrica americana; così come è infondata un'altra leggenda, diffusa in molti paesi europei, secondo la quale la data avrebbe ricordato uno sciopero di lavoratrici tessili avvenuto a New York l'8 marzo 1857 e represso brutalmente dalla polizia.
Questa è la vera storia dell'8 marzo, mentre è completamente falsa la leggenda che la Giornata internazionale della donna sia stata fissata in ricordo di 129 operaie che in quel giorno del 1908 sarebbero morte bruciate in un incendio di una fabbrica americana; così come è infondata un'altra leggenda, diffusa in molti paesi europei, secondo la quale la data avrebbe ricordato uno sciopero di lavoratrici tessili avvenuto a New York l'8 marzo 1857 e represso brutalmente dalla polizia.
Probabilmente, come osservano Tilde Capomassa e Marisa Ombra, agli inizi degli anni Cinquanta in diversi paesi si avvertì l'esigenza di scindere l'8 marzo dalla storia sovietica: «Per quanto riguarda l'Italia» scrivono «l'ipotesi ci risulta abbastanza convincente... Corrisponde allo sforzo dell'Udi di superare i limiti dei propri riferimenti culturali. Agli inizi degli anni Cinquanta la celebrazione della Giornata della donna (anche la semplice diffusione della mimosa) era, fuori dell'area comunista e socialista, largamente vissuta come un fatto eversivo. Associare l'8 marzo al martirio delle operaie americane significava ampliare gli orizzonti della celebrazione a un Mondo più grande (e non a caso si attinse al repertorio della lotta in America, e darle un senso di “sacralità”.
(estratto e ridotto da Alfredo Cattabiani: Calendario)
(estratto e ridotto da Alfredo Cattabiani: Calendario)
Commenti
;-)
Sì, effettivamente, di versioni della storia della nascita della Festa della donna ne esistono di numerose, più o meno fondate, più o meno fantasiose! Bisogna fare attenzione a non far confusione sennò si rischia di perdere di vista la cosa più importante: il senso, la ragione, il perché di questa Giornata. Sai, non è tanto essenziale sapere esattamente la circostanza che ha dato avvio a tutto questo, quanto tenere a mente BENE la ragione e la finalità. Finalità che peraltro non sono ancora minimamente venute meno, ahimé: giacchè di discriminazioni e violenze da debellare ce ne sono ancora a frotte. Va tenuta a mente la lezione che ne possiamo trarre e che questa riflessione ci spinga ad andare avanti per compiere tutti quei passi necessari al raggiungimento del Rispetto delle donne. Nessuno ha mai detto che la battaglia fosse finita! C'è ancora molto, troppo da fare, da migliorare; quindi che tale ricorrenza serva a questo, per prima cosa!
Bel post, davvero bello, bravooo!!!
;-)
Io voglio invece un bel regalo: che la smettano di parlare di innalzare l'età pensionabile perchè io già non ce la faccio più adesso a combattere questi ragazzini figuriamoci tra 15 anni...
O.k. per un maggior numero di donne in politica, ma ... MENO CarfagnE però!! ;-)
A presto! :-)
Amici russi e russofili mi avevano già detto che nella URSS la festa della donna era considerata importantissima ed era ovviamente un giorno festivo. Mi dicono che ancora attualmente in Russia e in molti dei paesi ex URSS considerata importante.
Saluti
Questo è un altro discorso.
La cosa che mi affascina di queste tradizioni (anche rececentissime) è il tratto - diciamo - di antropologia sociale, ovvero di come sia ancora molto facile manipolare la memoria.. La "fluidità" della memoria insomma non riguarda solo il passato (dall'evangelizzazione all'agiografia passando per Babbo Natale insomma..) ma funziona ancora oggi, coattamente, oppure (peggio)usata per fini politici.
Curioso no?
Questa
Ergo io avrei riportato una castroneria... Può essere, certo.
Così come può essere che si siano volute prendere le distanze dalla storia sovietica.
Da donna di destra, non posso che comprendere.
Buona domenica.
Alcune cose non sapevo. Grazie.
Un abbraccio.
ciao
solo un inciso. Qui in America la giornata della donna praticamente non esiste. Nel senso che probabilmente qualcuno l'avra' anche festeggiata ma non esiste la liturgia degli auguri ne' la mimosa.
Per quello che vedo in questa societa' la parita' e' un fatto assodato e non richiede celebrazioni.
Un caro saluto!:-)
Sorry!!!