Running on empty
L'autunno, quello vero, con aria fresca che sa di pioggia, con le foglie gialle che si accovacciano a terra, ai bordi della strada, l'autunno atteso da tempo sta arrivando.
Gli ultimi giorni sono stati insopportabilmente caldi, come in un eccentrico luglio, umidi di sudore sotto la camicia, costellati da repentini cambi di giacca, camicia, maniche corte, poi lunghe, questi giorni monsonici forse stanno lasciando il passo alla stagionalità.
L'odore del mosto e delle castagne poco si adatta al sole ed al caldo, e la mia confusa razionalità non accetta questi squilibri. Il corpo ne paga già il fio (si dirà ancora fio?..) ed il naso si ribella all'instabilità, colando come una bottiglia mal tappata.
Ho ricominciato a viaggiare, a percorrere le stradine curve ed ombrose delle colline umbre, quei paesaggi incerti che guardano alla Sabina, al Lazio, ma che restano pudicamente provincia, paeselli di montagna, dove l'auto rallenta dietro al trattore, dove dietro una curva può spuntare una gallina, e non un SUV...
Salgo verso la montagna e l'aria mattutina è fresca, c'è persino un po' di nebbia, ed a volte ho l'impressione di viaggiare sopra le nuvole, un lieve senso di vuoto, che aumenta se guardo a destra, verso un piccolo abisso (e Nietzsche mi rimprovera, e mi richiama all'ordine..) ed allora mi rilasso un po', prima delle Termopili che dovrò affrontare in classe, ed accendo la radio.
La musica va e viene, le curve, gli alberi, tutto trama contro la stabilità, eppure - come da un fruscio di un vecchio grammofono - improvvisamente si fa strada una melodia nota, un pezzo del mio personale kitsch onirico-musicale. Inascoltata da tempo, e - colpevole - mi ritrovo a rimproverarmi per averla abbandonata al vinile, questa piccola epifania musicale.
Rallento un po', è ancora presto, mi godo il verde delle foglie che combatte contro il giallo, apro un po' il finestrino; l'aria è umida. Nella notte è piovuto. La strada è un po' viscida con le prime piogge, una ragione in più per rallentare allora.
Ed allora mi sembra quasi di vederla lì, Rosie, mentre aspetta un passaggio. Ma questa non è l'America, ed io non sto per salire sul palco per un concerto a cui invitarla, quindi vado avanti, per qualche "miglio" ancora, la saluto nella mia testa, ma me la porterò nelle orecchie, e nel cuore per tutta la giornata.
She was standing at the load-in
When the trucks rolled up
She was sniffing all around
Like a half grown female pup
She wasn't hard to talk to
Looked like she had nowhere to go
So I gave her my pass
So she could get in and see the show
When the trucks rolled up
She was sniffing all around
Like a half grown female pup
She wasn't hard to talk to
Looked like she had nowhere to go
So I gave her my pass
So she could get in and see the show
Commenti
---Alex
Se torneremo mai nel bel paese, ci dovrai per forza fare da cicerone. E noi ricambieremo nel caso tu facessi un viaggio qui, per incontrare Rosie, viaggiare con il serbatoio vuoto e startene li' sull'angolo di Winslow, Arizona... :)
:)
p.s. Adoro J.Browne
Guarda, oggi ti abbraccio pure va! ;))
bacio
Ciao Fabio!
Daniele il Rockdichter