Del tempo e di altre incertezze
La mia hermana argentina Maria ha postato un bellissimo aforisma Shakespeariano sul tempo (cronologico) e sulla percezione umana del cambiamento, un concetto molto Bergsoniano, in anticipo sui tempi della filosofia, e quindi illuminante come ogni opera di Shakespeare.
Leggendo quei versi ho riflettuto su come, ultimamente, il mio rapporto con il tempo si stia modificando, alternando momenti di "veloce consumo della vita" a lunghe, infuttuose fasi di "attesa messianica" che - inevitabimente - mi spingono verso una sorta di "schizofrenia cronologica" difficile da gestire...
In giorni di "attesa messianica" come questi, mi è tornato in mente un breve racconto (quasi una psicografia) di Kafka, che (sottolinerei purtroppo) rispecchia bene il mio stato d'animo presente.
Rinuncia!
Era di mattina molto presto, le strade pulite e deserte, andavo alla stazione. Confrontando il mio orologio con l'orologio della torre vidi che era già molto più tardi di quanto avessi creduto, dovevo affrettarmi, l'ansia per quella scoperta mi fece incerto della strada, non conoscevo molto bene quella città, per fortuna lì vicino c'era una guardia, corsi da lui e senza fiato gli domandai la strada. Egli sorrise e rispose: "Da me vuoi sapere la via?". "Sì", dissi, "perché non riesco a trovarla da me". "Rinuncia, rinuncia", disse e si girò bruscamente, come quelle persone che vogliono stare sole con la loro risata.
Gibs auf!
Leggendo quei versi ho riflettuto su come, ultimamente, il mio rapporto con il tempo si stia modificando, alternando momenti di "veloce consumo della vita" a lunghe, infuttuose fasi di "attesa messianica" che - inevitabimente - mi spingono verso una sorta di "schizofrenia cronologica" difficile da gestire...
In giorni di "attesa messianica" come questi, mi è tornato in mente un breve racconto (quasi una psicografia) di Kafka, che (sottolinerei purtroppo) rispecchia bene il mio stato d'animo presente.
Rinuncia!
Era di mattina molto presto, le strade pulite e deserte, andavo alla stazione. Confrontando il mio orologio con l'orologio della torre vidi che era già molto più tardi di quanto avessi creduto, dovevo affrettarmi, l'ansia per quella scoperta mi fece incerto della strada, non conoscevo molto bene quella città, per fortuna lì vicino c'era una guardia, corsi da lui e senza fiato gli domandai la strada. Egli sorrise e rispose: "Da me vuoi sapere la via?". "Sì", dissi, "perché non riesco a trovarla da me". "Rinuncia, rinuncia", disse e si girò bruscamente, come quelle persone che vogliono stare sole con la loro risata.
Gibs auf!
Es war sehr früh am Morgen, die Straßen rein und leer, ich ging zum Bahnhof. Als ich eine Turmuhr mit meiner Uhr verglich, sah ich, dass es schon viel später war, als ich geglaubt hatte, ich musste mich sehr beeilen, der Schrecken über diese Entdeckung ließ mich im Weg unsicher werden, ich kannte mich in dieser Stadt noch nicht sehr gut aus, glücklicherweise war ein Schutzmann in der Nähe, ich lief zu ihm und fragte ihn atemlos nach dem Weg. Er lächelte und sagte: "Von mir willst du den Weg erfahren?" "Ja", sagte ich, "da ich ihn selbst nicht finden kann." "Gibs auf, gibs auf", sagte er und wandte sich mit einem großen Schwunge ab, so wie Leute, die mit ihrem Lachen allein sein wollen.
Commenti
Bisognerebbe imparare a 'spalmare' le cose -come dice la gelmini, che lei però spalma le materie-
Che secondo me è un po' come la marmellata, che se non la spalmi bene, ti trovo dei pezzi di pane dove non c'è niente e dei pezzi invece dove ci son dei monti che ti stuccano il palato poi.
ed è facile che xsone che ricevono una risata disorientare nn trovino la via che cercavano ma un'altra!
un bacio
emi
:)
Stammi benone!
Mauri
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Un abbraccio.