Lyrisches Intermezzo
Dopo il famoso e stramaledetto system crash del PC (di cui avevo parlato qui) continuo ad avere vuoti di memoria (e-memory?) del mio passato, ovvero molti files non sono più recuperabili ed allora cerco in giro, tra vecchi floppy, memory pen, pc di amici, e-mails spedite ecc...
Sto ricontruendomi - per così dire - una memoria virtuale, ed ogni tanto ho delle sorprese: ritrovo brani, frammenti, pezzi di esistenza virtuale e scritti giovanili che avevo dimenticato da tempo...
Tra la cianfrusaglia emersa dal baule virtuale nella soffitta elettronica ho persino ritrovato alcuni tentativi poetici d'antan.
Ed allora è con un po' di nostalgia, e tanta vergogna, che ne posto 2 qui, in questa nuova memoria virtuale della rete, così sono sicuro che sopravviveranno a me ed al mio PC.
Sono io, ero io, sono le mie parole, erano i miei sentimenti. E' strano che oggi ricordi a stento la persona a cui le dedicai, mentre il pensiero della scrittura è tuttto lì. Ancora.
Come di gatto,
verdi di terra irlandese, occhi:
Lame improvvise nel cielo sereno
non più di amabile estate
e temperata.
Musa smeraldo,
tripla regina di sole e di tenebre.
Castelli bruciati e cuori dai lampi
d’improvvisi occhi
nel pallido mare di un viso
inatteso e cercato
tra la muta folla di voci distanti
oasi di verdi magie,
vecchi trucchi da circo
di periferia.
Donna dalle innumerevoli porte,
castello che accesso hai lasciato al pellegrino
che ora deambula nella tua oscurità.
Poche finestre, inaccessibili varchi
all’ esterno delle mura.
Difficile è la strada che condurrà
alla luce diurna.
Prigioniero di un oscuro maniero, senza fantasmi.
p.s. Chiedo umilmente scusa ai veri poeti (ok, Daniele?)
Sto ricontruendomi - per così dire - una memoria virtuale, ed ogni tanto ho delle sorprese: ritrovo brani, frammenti, pezzi di esistenza virtuale e scritti giovanili che avevo dimenticato da tempo...
Tra la cianfrusaglia emersa dal baule virtuale nella soffitta elettronica ho persino ritrovato alcuni tentativi poetici d'antan.
Ed allora è con un po' di nostalgia, e tanta vergogna, che ne posto 2 qui, in questa nuova memoria virtuale della rete, così sono sicuro che sopravviveranno a me ed al mio PC.
Sono io, ero io, sono le mie parole, erano i miei sentimenti. E' strano che oggi ricordi a stento la persona a cui le dedicai, mentre il pensiero della scrittura è tuttto lì. Ancora.
Come di gatto,
verdi di terra irlandese, occhi:
Lame improvvise nel cielo sereno
non più di amabile estate
e temperata.
Musa smeraldo,
tripla regina di sole e di tenebre.
Castelli bruciati e cuori dai lampi
d’improvvisi occhi
nel pallido mare di un viso
inatteso e cercato
tra la muta folla di voci distanti
oasi di verdi magie,
vecchi trucchi da circo
di periferia.
Donna dalle innumerevoli porte,
castello che accesso hai lasciato al pellegrino
che ora deambula nella tua oscurità.
Poche finestre, inaccessibili varchi
all’ esterno delle mura.
Difficile è la strada che condurrà
alla luce diurna.
Prigioniero di un oscuro maniero, senza fantasmi.
p.s. Chiedo umilmente scusa ai veri poeti (ok, Daniele?)
Commenti
Hai dato un nome (allora ed ora)ed un'immagine,ad una sensazione chiara ma che nn riuscivo a verbalizzare!
ah...qsto tuo animo sensibilmente poetico...!
Scherzo, non devi buttarti giù; alcuni passaggi, come quello evidenziato da Desaparecida, sono davvero interessanti.
Ciao :-)))
Daniele il Rockdichter
"tra la muta folla di voci distanti
oasi di verdi magie,
vecchi trucchi da circo
di periferia."
Ciao Fabio!
Daniele il Rockdichter
grazie.