Il condominio letterario
Sabato pomeriggio. Torno dal solito giro in bici, doccia, poi stravacco sul divano...mi guardo intorno, nella mia camera, presago di un'oretta di dolce-far-niente corroborante, ma quel raggio di luce (maligno) che si insinua tra le fitte trame di una rete anti-zanzare della finestra va ad illuminare gli scaffali della libreria, dove - paciosa, paciosa - si annida la polvere, incurante di me, del panno antistatico che alberga là vicino e del mondo intero: Impudentemente è lì. Galleggia, sperando di non essere vista, tra libro e libro, tra CD e CD, sopra i vocabolari ed accanto alle grammatiche...
E l'avrebbe spuntata anche questa volta, se non fosse stato per quell'infame di raggio di sole...!
Mi alzo con lentezza, come si alzerebbe un rinoceronte dopo il pasto delle 13 nella savana, ma risoluto: afferro il panno antistatico (e penso - non so bene perchè - alla corrente, alla sedia elettrica, all'ambra sfregata, alla Legge di Ohm...) e mi avvicino alla libreria.
Inizio lo sfratto della polvere. Lei - vile ! - cerca di scappare, si rintana sotto la poltrona, corre verso la finestra, ma io la scovo ovunque, la afferro e la distruggo.
Stremato ma felice, inizio la fase 2: riposizionamento dei libri ed archiviazione secondo la materia, il tema, l'autore, il colore, la misura...
La ricerca dell'architettura perfetta, la caccia al Santo Gral dell'ordine librario mi porta a stravolgere - per l'ennesima volta - gli scaffali.
Lì dove era Goethe, ora alberga Heine, Shakespeare ha uno scaffale tutto per sè, e guarda dall'alto al basso, il ripiano dei vocabolari..
I libri di viaggio si mettono in fila, uno dietro l'altro, qualcuno spinge, vorrebbe avanzare di posizione, ma IO decido il ritmo della marcia, cribbio!
Allora ecco Gulliver che si accosta ad Alice, e questa prova ad uscire dalla grotta del Bianconiglio, ma si ritrova a Yahooland, tra cavalli saccenti ed umani schiavizzati...
Heine sembra sbertucciare Goethe dalle alpi, quando gli passa accanto, nel suo breve viaggio verso Genova: l'olimpico di Weimar lo osserva con un leggero senso di disprezzo aristocratico, e si lamenta con il mondo della modernità, inveisce conto il treno, mentre Eichendorff salta sul primo vagone della storia e li raggiunge in Italia...
La famiglia Buddenbrook, riunita a tavola, in un'atmosfera consapevole, pigramente borghese, viene disturbata dall'arrivo di bambini terribili di Roddy Doyle, sporchi e maleodoranti, che urlano dalle strade di Dublino, incuranti della pace domestica a Lubecca...
Poco più in alto è in corso un dibattito storico: Le Goff e Duby discutono amabilmente vicino a Gottfried von Strassburg, e cercano di convincerlo che il suo Tristano non corrisponde alle fonti degli Annales... il vecchio Minnesänger scuote piano il capo, e non capisce perchè quei signori vogliano convincerlo che lui non sia mai esisitito, e si meraviglia ancora una volta della "stramberia" di questi francesi.
Mentre procedo alacremente con la pulizia, a momenti un libro non mi cade in testa: "E tu chi sei? cosa vuoi?" è quel pestifero di Brecht, che ha appena litigato con Lukacs e vuole essere spostato vicino al suo amico Benjamin, così si intende meglio e non rischia di tenermi sveglio tuta la notte! Ok, ok, ma poi chi metto vicino all'ungherese? Afferro Borges, strappo Praz dal suo monologo e li metto lì. Ecco, almeno i critici hanno uno scaffale tutto per loro!
Ultimi spazi vuoti...poesia! allora via con Shelley, Byron, ma anche T.S Eliot, poi Schiller e Dino Campana, tutti insieme, la lingua originale non fu quella poetica? Così almeno dice Eco, un paio di scaffali più in là.. ed allora si capiranno no? Il logos originale è poiesis! Echecavolo!
Stremato ma soddisfatto termino l'opera. L'architettura ora ha un senso. Mi sembra di aver creato un eccentrico condominio letterario, pieno di voci e di parole, dove ognuno sarà libero di parlare e pensare, rispettandosi a vicenda.
Questa notte, attorno alle 03.00 giurerei di aver sentito qualcuno litigare, su in alto. Ho acceso la luce, ho lanciato un'occhiataccia alla libreria-condominio, ed ho notato che il dorso di Brecht era leggermente fuori linea.... Ma gli voglio bene lo stesso.
Commenti
:)
Lo terrò a mente quando - spero a breve - traslocherò e dovrò mettere mano anch'io all'anarchia della libreria.
Che è anche lo specchio di me, però...
A parte gli scherzi, hai fatto proprio un bel lavoro e anche un bel post!
Applausi a scena aperta!!! ;)
Bella idea per fare un bel post hermano.
Un abbraccio.
:P
Divertente ed originale la trovata della "libreria-condominio" degna di un racconto quale tu hai di fatto scritto. Bravo!
Ciao Fabio!
Daniele il Rockdichter
@Modesty: beh, ok pure così!
@BC: i libri sono lo specchio volenti o nolenti di noi! eccome...
@Suysan: grazie, e pensa se ci mettevi - che so - pure chiambretti!
@Andrea: grazie!
@Maria: gracias hermana, tu poi che ami i libri come me!
@Baol: :-D
@Daniele: grazie, troppo gentile come sempre!
@Vincenzo; grazie a te Prof!
@Giulia: Grazie Madame!
@Vale: allora fallo, prima che i libri si ribellino!
@Yuky: già, l'entropia... mai provato l'aspirina?? :-))
@signorainrosso: ma tu sei una professionista!!
:-)
Ogni tanto decido di mettere ordine. Ogni tanto.
In fin dei conti mi piace cosi, e forse anche loro piace sentirsi vivere.
Ps
Le vie dei canti
Letto tanto tempo fa, non sapevo ancora che sarei finita qui.
io ogni tanto cambio l'ordine, sperando che sia più razionale e mi permetta di trovare, ALMENO UNA VOLTA SU DUE quello che cerco quando lo cerco. Non succede MAI! Secondo me se ne vanno a spasso da soli, e decidono loro con chi e dove stare - ho cercato per un mese Rensi, doveva essere lì, pensiero politico del 900, e invece sai dove se n'era andato? vicino a Croce e Gentile, no, dico!!
Fabio è banale dirtelo ma è bellissimno questo post,ho visto avvicinarsi i libri e litigare!
Bravo bravo bravo :)